Dopo aver sostanzialmente bucato l’appuntamento con la legge di Bilancio, il Governo torna a parlare del settore auto. Lo fa attraverso Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo economico, che sul punto ha risposto a un’interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle.

Di fronte alla richiesta di informazioni sulle politiche che l’esecutivo vuole intraprendere per sostenere il claudicante settore automotive, il viceministro ha fatto più di una promessa, tra cui quella di un piano triennale per gli incentivi auto 2022, almeno a favore delle auto elettriche. Ma vediamo meglio cosa ha detto oggi nella commissione Attività produttive della Camera.

Le promesse

Tra le righe della risposta, il Governo assicura di avere ben chiaro il “ruolo fondamentale del settore automotive” nel “sistema produttivo italiano” e di essere consapevole “della situazione difficile che sta affrontando”, anche “in considerazione delle sfide poste dalla transizione ‘green’ e dal piano Fit for 55”, che prevede lo stop alle vendite di benzina e diesel dal 2035.

È poi “interesse prioritario del Mise predisporre un sistema di misure volte ad attrarre e consolidare gli investimenti nell’intero settore dell’automotive e del suo indotto”. Proprio per queste ragioni, “il Governo dovrà agire su più fronti”:

  • Supporto alla transizione industriale, attraverso apposite misure di sostegno alla riconversione e attrazione degli investimenti.
  • Supporto alla domanda per un periodo triennale tramite un’integrazione dei prezzi di vendita delle auto elettriche, attualmente caratterizzate da un costo di produzione maggiore rispetto a quello delle auto con motorizzazione tradizionale, attraverso l’introduzione di appositi incentivi.
  • Rinnovo del parco auto circolante, tra i più vetusti d’Europa, al fine di garantire una adeguata tutela ambientale, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2, materia che richiede valutazioni di carattere ambientale”.

Tutti propositi encomiabili, per i quali l’auspicio è che si possa stringere per davvero, pur nella consapevolezza delle poche risorse a disposizione, anche per via della bomba del caro-bollette che il Governo sta cercando in qualche modo di disinnescare. E poi c'è di mezzo la questione Quirinale, ma quella è un'altra storia.

ANFIA incentivi 2021 ed effetti sulla filiera italiana

Dare certezza all’industria

L’idea di programmare l’ecobonus auto per almeno tre anni sembra andare incontro agli appelli lanciati a più riprese dall’industria, che ha sempre sottolineato come l’Italia sia l’unico fra i grandi Paesi Ue a non avere oggi un piano serio sugli incentivi.

Ma la filiera aveva anche chiesto di inserire la misura già nella Manovra per il 2022, rimanendo praticamente inascoltata. E questo nonostante la promessa dello stesso Pichetto Fratin al tavolo automotive e l’apertura in Parlamento del ministro Giancarlo Giorgetti. Sarà la volta buona per passare ai fatti?

Cosa è stato fatto

Secondo il rappresentante del Mise, in ogni caso, “la strategia per il sostegno alla produzione e commercializzazione dei veicoli a basse emissioni non si esaurisce” con i bonus.

Ecco perché, ricorda Pichetto Fratin, con la legge di Bilancio 2022 la politica ha previsto un “Fondo per il sostegno alla transizione industriale da 150 milioni di euro” con l’obiettivo di concedere “agevolazioni alle imprese” per realizzare “investimenti nell’efficientamento energetico e nel riutilizzo in impieghi produttivi di materie prime e riciclate”.

Oltre a questo, “è stato istituito un apposito Fondo, con una dotazione pari a 150 milioni di euro per il 2022, volto a sostenere gli operatori economici del settore automotive, turismo e spettacolo gravemente colpiti” dalla pandemia.

Per finire, il Pnrr “prevede una dotazione di 300 milioni di euro nel periodo 2021-2026” per lo “sviluppo della filiera produttiva degli autobus” e “risorse per complessivi 750 milioni di euro” destinati alle “filiere produttive e/o strategiche”.

Ma numeri alla mano e tendendo l’orecchio agli allarmi lanciati più volte da tutto il comparto, sembra proprio che l’industria abbia bisogno di qualcosa di più per tornare in carreggiata dopo questo periodo difficilissimo. E soprattutto, che le promesse fatte possano concretizzarsi.