L'aveva promessa ed eccola qua: amanti delle auto "come una volta" vi presentiamo la Gordon Murray T.33, sorella minore (se così si può dire) dell'esagerata e nostalgica T.50, la supercar secondo il geniale ingegnere sudafricano, già papà della McLaren F1 e della monposto MP4/4.
Un'auto squsitamente ancorata al passato, completamente analogica e mossa da un V12 di 3,9 litri rigorosamente aspirato che sulla T.33 si "accontenta" di 615 contro i 660 della sorella maggiore. "Pochi" in un'epoca dominata da hypercar da 1.000 e più cavalli portati in dote da powertrain elettrificati o elettrici, tanti se si pensa al peso piuma della nuova nata in casa Gordon Murray Automotive: 1.090 kg.
Carporn
Per una volta lasciamo la parte dedicata all'estetica (notevole) per tuffarci a capofitto nella meccanica: il V12 nato grazie alla collaborazione con Cosworth è parente di quello della T.50, già famoso per essere il più leggero al mondo con 178 kg sulla bilancia. Di modifiche ce ne sono e la zona rossa è stata abbassata a 11.100 giri, quota che in questi tempi sovralimentati sembra appartenere ormai a un altro universo.

I 615 CV arrivano a 10.500 giri mentre la coppia di 451 Nm si raggiunge quando la lancetta sfiora quota 9.500 giri, ma Gordon Murray dichiara che il 75% risponde "presente" già a 2.500 giri. Ma chi resisterebbe alla tentazione di spingere per altri 7.000 giri e sentire come urla quell'opera d'arte di V12? Sulla carta quindi le novità apportate al motore potrebbero farlo sembrare più "docile", per quanto un'unità del genere possa essere definita tale.
Manco a dirlo cavalli e coppia sono questione affrontata unicamente dalle ruote posteriori, con un cambio manuale 6 marce come dotazione di serie mentre per chi non fosse fan dei 3 pedali ci sarà anche la possibilità di avere un elettroattuato a 6 velocità e paddle al volante. I dati ne parlano come del cambio più leggero del mondo (78 kg) e il più veloce nel passare da una marcia all'altra. Purtroppo però i dati su velocità massima e accelerazione 0-100 non sono stati dichiarati.


Effetto suolo retrò
E ora passiamo a ciò che si vede partendo da ciò che non c'è: la ventola posteriore. La Gordon Murray T.33 fa infatti a meno della soluzione adottata dalla T.50 (e a sua volta ripresa dalla Brabham BT46 B) per creare effetto suolo, ma non per questo non garantisce un'aderenza estremamente "intima" con l'asfalto grazie a una maniacale cura aerodinamica. La presa d'aria nella parte anteriore incanala l'aria sotto l'auto per poi portarla al diffusore posteriore, interrotto dai 2 scarichi centrali.

Una soluzione che garantisce un'estrema pulizia delle linee che fa a meno di vistose appendici aerodinamiche, anche se al posteriore c'è un piccolo spoiler attivo, e un design raccolto intorno alla carrozzeria che nasconde un telaio monoscocca in fibra di carbonio e alluminio. Una sportiva d'altri tempi che si concede, come influenza moderna, le luci LED a sviluppo verticale all'anteriore e circolari al posteriore. Dietro i cerchi da 19" all'anteriore e 20" al posteriore si nasconde un impianto frenante carboceramico firmato Brembo.

All'interno ci sono 2 sedili e non 3 come su McLaren F1 e T.50, con stile estremamente minimal e la strumentazione composta da un grosso elemento circolare al centro, con il solo contagiri, e ai lati 2 monitor per avere sotto controllo ogni parametro della Gordon Murray T.33 o per gestire (altra eccezione moderna) Android Auto o Apple CarPlay.


Esattamente come per la T.50 anche la T.33 sarà prodotta in appena 100 unità con prezzi a partire da 1.644.700 euro.