La notorietà dei motori boxer si deve principalmente a una ristretta lista di Case automobilistiche che hanno prodotto modelli particolarmente famosi o molto diffusi dotati di questo tipo di propulsori: si va da Porsche a Subaru, passando per Alfa Romeo, Lancia, Citroen e Volkswagen, di cui ci siamo occupati in articoli specifici così come per quelli, un po' meno noti, di Toyota e Chevrolet.
Ci sono però stati diversi altri casi, più sporadici o comunque non molto rinomati, in cui alcuni costruttori hanno utilizzato motori a cilindri contrapposti. Eccone una breve carrellata.
I 2 cilindri: da BMW a Steyr
I più famosi 2 cilindri boxer sono senza dubbio quelli che Citroen ha realizzato per la 2CV e derivate (Dyane, AMi, Mehari...) e prodotto dal 1948 al 1990, ma anche altre auto ne sono state equipaggiate in diversi periodi.
Sempre nel 1948, ad esempio, il costruttore francese Panhard ha lanciato sul mercato la Dyna X, una berlina di lusso spinta un boxer 2 cilindri da 610 cc raffreddato ad aria in grado di erogare una potenza massima di 22 CV.

Dieci anni più tardi è invece arrivata la Steyr-Puch 500, una variante della nostra Fiat 500 prodotta su licenza dall'austriaca Steyr-Daimler-Puch e dotata di motori sempre a 2 cilindri ma boxer, con cilindrate da 493 cc a 660 cc e potenze da 16 a 41 CV. si distinguevano soprattutto per il diverso cofano.

Tra la fine degli Anni ‘50 e metà Anni ‘60 anche BMW ha prodotto due piccole vetture con motori boxer: la prima è stata la monovolume 600 del '57, detta anche "Isetta a 2 cilindri" perché rappresentava l'evoluzione dell'Isetta, la famosa "bubble car" con motore monocilindrico che ha permesso alla Casa di ripartire nel periodo postbellico. La 600 utilizzava un motore 2 cilindri prelevato sempre dalla produzione motociclistica di BMW (dove i boxer sono usati ancora oggi) con 585 cc di cilindrata e 19,5 CV.

Alla 600 è seguita nel 1959 la 700, piccola berlina a 2 porte di forme più convenzionali con motore da 697 cc e 30 CV. C'era anche una versione coupé.

I 4 cilindri di Tatra e Mercedes
Porsche, Volkswagen, Toyota, Lancia, Subaru e Alfa Romeo sono le Case che hanno prodotto i modelli con motori 4 cilindri boxer più iconici, ma anche qui, non le sole.
Anzi, ripercorrendo la storia di Volkswagen si apprende che i progettisti guidati da Ferdinand Porsche hanno tratto non poca ispirazione da un'auto molto innovativa prodotta in Repubblica Ceca, la Tatra T97 uscita proprio nel 1936 e dotata di un un 4 cilindri boxer da 1,8 litri e 40 CV.
Ancora prima, e più precisamente nel 1900, la futura Mercedes, o meglio la Benz & Cie, aveva equipaggiato per un breve periodo le sue auto da corsa con motori 4 cilindri boxer da 5,4 litri e circa 23 CV.

Il 6 cilindri della Tucker
Il motore 6 cilindri boxer che più di tutti merita una menzione è quello montato sulla Tucker Torpedo del 1948. La rivoluzionaria ma sfortunata berlina voluta dall'intraprendente Preston Tucker, infatti, è stata equipaggiata con motore inizialmente nato per l'impiego sugli elicotteri, un'unità in lega leggera prodotta dalla Franklin Engine Company.

Dopo aver acquisito quell'azienda, Tucker e i suoi tecnici hanno operato alcune modifiche per adattare il motore da 5,5 litri all'impiego automobilistico, passando ad esempio dal raffreddamento ad aria a quello ad acqua. Nella configurazione finale, la potenza massima era di 166 CV.