Accesa la luce verde per gli incentivi auto, la partita per il futuro dell'auto in Italia non è di certo ancora chiusa e il Governo sta lavorando per sostenere il mercato, mantenendo la propria posizione in contrasto con le volontà dell'Europa, ormai lanciata unicamente verso l'elettrico.

A ribadirlo ancora una volta è il Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che, intervenuto alla scuola di formazione politica della Lega, ha parlato di neutralità tecnologica e della visione dell'Italia per il domani - ecologico - della mobilità: "Io non accettavo, e non accetto, che il futuro dell'automotive in Europa debba essere solo l'elettrico".

Non commettere gli stessi errori

Giorgetti ha sottolineato come non si debba commettere lo stesso errore commesso con l'approvvigionamento energetico:

Scegliere l'elettrico senza se e senza ma, significa fare lo stesso errore che si è fatto con il gas russo. Ci affideremmo a una tecnologia totalmente in mano ai cinesi che controllano l'80% delle materie prime necessarie a produrre l'auto elettrica

Un pensiero già espresso in più occasioni dal Ministro, che è poi tornato sul 2035, anno in cui l'Unione Europea vorrebbe mettere al bando ogni tipo di motore a combustione "La Germania è stato l'unico Paese, insieme all'Italia, a non sottoscrivere il documento della Cop26 di Glasgow", aggiungendo "Noi difendiamo il principio della neutralità tecnologica". L'elettrico rappresenta quindi una delle soluzioni, ma non l'unica con "l'idrogeno e i biocarburanti potranno dare un proprio contributo".

Giorgetti dimostra così che tra Mise e il ministero della transizione ecologica guidato dal Ministro Roberto Cingolani c'è unità di intenti. Più di una volta infatti lo stesso Cingolani ha definito il 2035 come "indicativo", allineandosi anche al pensiero di molti big dell'auto - Akio Toyoda in testa - convinti del fatto che il full electric non può essere la soluzione definitiva.