Le stelle sono tante, ma per la sicurezza delle auto si limitano a 5: il massimo che l'Euro NCAP (l'ente europeo che da anni effettua numerosi crash test sui modelli in vendita in Europa) dà durante al termine dei suoi test.
Voti che nel corso degli anni - l'Euro NCAP è stato fondato nel 1997 - si sono fatti via via più severi, partiti con l'analizzare unicamente la cosiddetta sicurezza passiva, ovvero la capacità di un'auto nel resistere a un urto proteggendo gli occupanti, e arrivati oggi a tenere conto di un più ampio paniere di peculiarità.
E proprio qui entra in campo la tecnologia, con i vari sistemi di assistenza alla guida e sicurezza che troviamo su numerosi modelli. Dalla frenata d'emergenza al cruise control adattivo, passando per il mantenimento della corsia e tanto altro ancora. Un aspetto il cui peso è cresciuto sempre più, rappresentando ormai la parte più importante nella valutazione di un'auto.
Da qui una considerazione: questo significa che un'auto low cost, che al pieno di tecnologia preferisce listini più appetibili, è destinata a finire dietro la lavagna? Per capirlo ne abbiamo parlato con l'ingegner Enrico Pagliari, Coordinatore Centrale dell’Area Professionale Tecnica di ACI, che dell'Euro NCAP fa parte.
Lo scoglio tecnologico
Un'intervista che prende le mosse dai risultati ottenuti dalla Dacia Jogger (o meglio dalla Sandero Stepway, con la quale la Jogger condivide molti aspetti), la 7 posti da poco lanciata dalla Casa, uscita dai test Euro NCAP con appena una stella. Un giudizio negativo per l'ente, che però chiaramente non va a toccare i requisiti per la circolazione su strada.

Bisogna infatti sottolineare come il lavoro dell'Euro NCAP non incida sull'omologazione di un'auto, compito che spetta all'Unione Europea e che prende in considerazione numerosi ambiti, dalla sicurezza alle emissioni.
Quello della Jogger è solo uno degli ultimi esempi di voti particolarmente bassi: molti ricorderanno le zero stelle della Fiat Punto nel 2017 o le due stelle della Lancia Ypsilon nel 2015 (valutazione scaduta, come riportato sul sito ufficiale dell'ente).
E proprio la tecnologia è alla base dei giudizi sempre più severi. Tecnologia che attualmente incide per il 40% nella votazione finale. "Il peso che viene dato ai sistemi che riescono a prevenire e mitigare gli incidenti è sempre maggiore. I modelli che hanno una scarsa sicurezza attiva non avranno mai 5 stelle. Quindi un modello Dacia non avrà mai il massimo dei voti". Almeno fino a quando il value-for-money rumeno non si doterà di Adas (Advanced driver assistance systems) in linea con le specifiche Euro NCAP.
La domanda quindi è: anche un'auto assolutamente sicura e indeformabile, se non dovesse avere sistemi di sicurezza attiva, otterrebbe al massimo 3 stelle? Sì. E anzi, in futuro potrebbe prenderne ancora meno.
Test in evoluzione
L'obiettivo dell'Euro NCAP è infatti quello di aumentare ogni 2 anni la severità dei test, con il risultato che anche le auto premiate oggi con le 5 stelle, nel 2024-2025 (quando l'ente rimodulerà le valutazioni) potrebbero perderne una. Il tutto è ancora una volta riconducibile alle tecnologie, oggetto di continue evoluzioni, a pesare sempre più sul giudizio finale.
Il verdetto prevede che, se anche in una sola delle 4 categorie non si raggiunge la sufficienza, le 5 stelle diventano irraggiungibili.


Stelle che ormai raccontano non solo quanto un'auto sia capace di proteggere in caso di incidente, ma anche la sua capacità nell'evitarlo e mitigarne le conseguenze. Ma non solo: dipende anche da "come" svolge questo tipo di lavoro, come per esempio una frenata automatica d'emergenza: "Se ti fa arrestare completamente o ti fa arrivare a 30-40 km/h contro l'ostacolo, quando stavi andando a 100 km/h".
Tecnologie che peraltro vengono prese in considerazione solo se presenti in più del 50% delle versioni vendute all'interno del mercato europeo, in quello specifico modello.
Se quindi la tecnologia gioca un ruolo così importante, in Italia con un parco auto circolante con un'età media di oltre 12 anni siamo in una situazione nera? "Basterebbe ringiovanire il parco auto italiano per migliorare la sicurezza e l'inquinamento", osserva Pagliari.
La questione dell'elettrico
La tecnologia come aiuto per il presente e futuro, come discriminante per attestare l'effettiva sicurezza di un'auto, ma anche sfida per capire come evolvere i test in vista di un sempre maggior numero di auto elettriche in circolazione.
"Sta venendo fuori una criticità dei veicoli elettrici proprio sulla sicurezza. Perché maggiori potenze, maggiori prestazioni delle batterie necessitano di più energia elettrica e quindi un ambiente sotto tensione, che non è pericoloso perché ovviamente tutto è cablato, però potrebbe essere fonte di pericolo in caso di incidente".

Un esempio arriva dai Vigili del Fuoco, che, spiega Pagliari, "hanno fatto un manuale per intervenire sui veicoli elettrici incidentati, visto dall'ottica del soccorritore. Bisogna sapere dove mettere le mani, parliamo di tensioni altissime".
Una qualche indicazione sul come le Case potrebbero aiutare in questo caso viene dal mondo del motorsport: sono presenti infatti spie che possono essere di colore verde, arancione o rosso. "Se la spia è verde il veicolo si può toccare dopo l'incidente, se è arancione o rossa no".
"Nei prossimi anni si lavorerà, anzi stiamo già lavorando, abbiamo già dei gruppi di lavoro che si stanno confrontando anche con le Case costruttrici, per vedere questo tipo di incidenti. Non c'è nemmeno tutto questo know-how, si apprende sul campo".
C'è poi anche la questione peso: "Veicoli che pesano di più richiedono maggiore energia per spostarli, quindi devi consumare di più, ma a parte questo il veicolo più pesante che va ad avere un incidente crea più danni. Soprattutto agli altri".