Ci sono modelli sportivi che hanno fatto la storia dell'auto e uno di questi è sicuramente la BMW M3. La sigla oggi richiama alla mente alcuni dei propulsori ad alte prestazioni più recenti, come il V8 da 420 CV della M3 E90 del 2007 e i 6 cilindri in linea utilizzati sui modelli precedenti e successivi, dalla E46 del 2000 alle F80 e G80 del 2014 e 2018.
Forse non tutti ricordano, però, che la prima generazione di M3 (Serie E30), prodotta dal 1985 al 1992, montava sotto il cofano "soltanto" un 4 cilindri in linea. Contraddistinto dalla sigla S14, questo motore era una combinazione di componenti derivati da altri propulsori già esistenti.
Un po’ di storia
Nel 1985, in vista dell'impiego della nuova Serie 3 E30 nel campionato turismo DTM, BMW si ritrovò a dover sviluppare una versione più sportiva della berlina a 2 porte che avrebbe fatto da base per omologare la vettura da competizione.

Fu così che la Casa bavarese presentò al Salone dell’Automobile di Francoforte dello stesso anno la prima serie della M3. Una vettura dalle alte prestazioni che, realizzata sulla base del telaio standard, portava con sé interessanti novità come l’impianto frenante a 4 dischi autoventilati con ABS, gli aggiornamenti aerodinamici, le sospensioni ad hoc e un inedito 4 cilindri in linea da 2,3 litri in grado di erogare una potenza massima di 200 CV.

Un mix di componenti
Progettato da Paul Rosche, ingegnere che negli anni diede vita ad alcuni dei migliori propulsori BMW, il motore della M3 E30 (sigla S14) fu derivato da altri motori. Il blocco in ghisa proveniva dall’M10, il primo moderno 4 cilindri BMW prodotto tra il 1961 al 1988, mentre la testata in alluminio con doppio albero a camme in testa fu realizzata rimuovendo due cilindri da quella dell’M88, il 6 cilindri in linea della M1.

Per quanto riguarda gli altri componenti il team della Casa bavarese optò per l’utilizzo di pistoni e bielle ottenuti tramite fusione e collegati a un albero motore forgiato e completamente controbilanciato. Il rapporto di compressione era di 10,8:1 nella versione iniziale da 2,3 litri, cresciuto fino a 11:1 nelle varianti successive.

Le evoluzioni
Caratterizzata da un alesaggio di 93,4 mm e da una corsa di 84 mm, la prima versione del 4 cilindri con sigla S14B23 poteva contare su una cilindrata di 2.302 cc. Abbinato ad un cambio manuale a 5 rapporti Getrag 265, il motore della prima M3 era in grado di erogare una potenza massima di 200 CV (195 CV se catalizzato) a 6.750 giri/min e una coppia massima di 240 Nm a 4.750 giri/min.
Successivamente il motore subì diversi aggiornamenti tra cui nuove camme dal design più aggressivo e corpi farfallati più grandi che gli consentirono di superare i 200 CV di potenza massima. Le varianti Evo, note come Evo I (catalizzata, 215 CV) ed Evo II (non catalizzata, 220 CV) arrivarono tra l'88 e l'89 e toccavano i 240 km/h.
Da non dimenticare poi, sempre sulla serie E30, la mitica 320is, nota anche come "l'M3 italiana". Dalla carrozzeria meno muscolosa e più vicina a quella di una normale E30 coupé, la 320is nasce per contrastare la maggiorazione dell'IVA al 38% per le cilindrate oltre i 2.000 CC. Prodotta solo per l'Italia e il Portogallo con carrozzeria coupé e berlina (in questo caso, circa 1.200 esemplari per la 4 porte), questa variante a cilindrata ridotta dell'S14 viene denominata B20 ed eroga 192 CV di potenza.

La variante Sport Evolution, conosciuta dagli appassionanti come come Evo III, fu l'ultima, equipaggiata con la massima evoluzione dell'S14: la versione siglata S14B25 aveva una cilindrata di 2,5 litri (alesaggio e corsa aumentati rispettivamente a 95 e 87 mm) e poteva erogare una potenza massima di 238 CV, spingendo l'ultima serie della M3 E30, prodotta in 600 unità, a sfiorare i 250 km/h con 0-100 in 6,1 secondi.