Sigrid de Vries, il nuovo direttore generale di Acea (l’associazione europea dei costruttori auto), prende parola a un mese dalla sua nomina.

Il nuovo numero uno dell’Associazione fa il punto sullo stato del mercato automotive in Europa con riflessioni importanti sulla transizione elettrica e sulle relative conseguenze sulla mobilità e sul mondo del lavoro.

Sono necessari più sforzi per la mobilità green

L’analisi di de Vries parte sottolineando l’apporto del comparto automotive in termini economici e di ricerca nei confronti dell’intera Unione Europea:

“Siamo in una fase storica molto incerta e dobbiamo assicurarci che un’industria così strategica resti competitiva per assicurare gli obiettivi delle zero emissioni e di una mobilità sempre più smart e sicura.

Il settore dell’auto è una forza economica per tutta l’Unione con ricavi annuali complessivi di 79,5 miliardi di euro e un indotto fiscale di 375 miliardi per tutti i governi. Inoltre, con 59 miliardi di euro ogni anno, l’automotive è il primo investitore in Europa per ricerca e sviluppo e vale da solo un terzo di tutti gli investimenti della Regione”.

Il direttore generale afferma che la strada intrapresa è quella giusta, con la quota di auto elettriche che è cresciuta fino al 10% del mercato nel corso del 2021 (anche se negli ultimi mesi l’incremento è stato via via più contenuto ed è aumentato il peso dei modelli EV dei brand cinesi).

Le difficoltà non mancano, con la crisi dei chip e costi crescenti dell’energia che stanno mettendo a dura prova il mercato ed è per questo motivo che de Vries chiede maggiori sforzi nella creazione di un’infrastruttura di ricarica solida, oltre a una catena di approvvigionamento dei materiali capace di resistere alle particolari condizioni del mercato.

Il rinnovamento del parco auto

È anche a causa di queste difficoltà che il mercato dell’auto fatica a riprendersi dalla “botta” causata dalla pandemia. L’effetto diretto è un parco auto che si sta rinnovando pochissimo:

“La crescente età media dei veicoli in Europa (12 anni per le auto, 14 anni per i camion) rappresenta un trend preoccupante. Se vogliamo puntare su veicoli più puliti e sicuri dobbiamo far sì che la mobilità resti accessibile per tutti i cittadini europei.

Inoltre, l’Europa deve assicurare un accesso strategico alle materie prime necessarie per la mobilità elettrica. L’annuncio dell’European Critical Raw Materials Act è essenziale e arriva con le tempistiche giuste”.

Ci sono notizie positive sul fronte della sicurezza. Secondo quanto rilevato da ACEA, infatti, nel 2021 si è registrato un -17% nelle morti causate da incidenti stradali in tutta Europa. Un dato che è destinato a scendere ulteriormente grazie alla presenza sempre più massiccia di sistemi di assistenza stradale di nuova generazione.

Un ultimo spunto di riflessione ha riguardato il mondo dell’occupazione. Per de Vries, i 12,7 milioni di lavoratori del settore automotive non sono a rischio con la transizione elettrica. Se è vero che alcune mansioni spariranno nel medio termine, è vero anche che crescerà la richiesta di nuovi profili e di nuove figure professionali.