"Bisogna rendere l'auto elettrica più accessibile perché oggi è percepita come un bene di lusso, riservata a pochi." Queste sono le parole di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, raccolte in un'intervista a Repubblica.

Urso, oltre a ricordare la formula dei nuovi incentivi auto in vigore dal 2 novembre scorso, ammette che è possibile "ripensare le modalità di incentivazione", ma a una precondizione:

"Che aumenti la diffusione delle colonnine di ricarica per sostenere la domanda. In assenza di infrastrutturazione la domanda di auto elettriche non può decollare".

Bonus all'80% per le colonnine nelle case

Proprio a proposito delle colonnine di ricarica il ministro Urso ha detto che a breve le case private e i condomini potranno contare su un fondo di 40 milioni di euro che "assicurerà un'accelerazione alle infrastrutture".

In pratica, spiega Urso, c'è un bonus all'80% per acquisto e posa delle colonnine, con un limite di 1.500 euro per ogni richiedente. Questo tetto è innalzato a 8.000 euro nel caso di parti comuni di edifici condominiali.

Questi fondi sono previsti per il 2022, ma stata proposta una modifica al Dpcm di agosto per prorogare al 31 dicembre 2023 la possibilità di acquistare e installare le colonnine di ricarica.

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Riconvertire la filiera auto italiana

Nella stessa intervista il ministro ha poi affrontato il tema della riconversione e del consolidamento della filiera auto italiana per "garantirne la sostenibilità ambientale, così come quella economica e sociale". Questo perché, spiega Urso, "nel dopoguerra l'Italia è rinata sull'auto e sulla siderurgia, sull'Agip di Mattei e sulle autostrade. È un patrimonio a cui non possiamo rinunciare".

A proposito dei fondi necessari a questa riconversione, Urso dice:

"Le risorse ci sono. Oltre agli 8,7 miliardi di euro del fondo creato dal Governo Draghi ci sono fondi per complessivi 14 miliardi di auro tra risorse nazionali, Pnrr e Ipcei fino al 2030. Vanno spesi bene con un'adeguata visione industriale.

Il primo intervento è rivolto all'offerta, finanziato con 750 milioni dal fondo automotive, riguarda la riapertura degli sportelli dei Contratti di sviluppo e degli Accordi di innovazione, per favorire lo sviluppo della filiera, promuovendo l'insediamento, la riconversione e la riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili. Sono due le principali linee di supporto: investimenti produttivi e ricerca & sviluppo."

Nel primo tavolo automotive che si riunisce oggi avvieremo un primo confronto sugli strumenti».

Filiera auto MVF 2021

La filiera dell'auto

Non solo elettrico per il 2035

Parlando invece dello stop europeo alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, Urso ha parlato di neutralità ecologica, della necessità di una revisione dei limiti nel 2026 e di una deroga per i piccoli costruttori, il cosiddetto salva "Motor Valley":

"Sosteniamo con determinazione la transizione ecologica, ma non pensiamo che si realizzi solo con il passaggio all'elettrico in un arco temporale così breve. A differenza di altri non abbiamo una visione ideologica, non leggiamo la realtà con i paraocchi, e difendiamo il principio della neutralità tecnologica.

Riteniamo necessaria la clausola di revisione al 2026, momento in cui la Commissione valuterà i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100%, nonché la necessità di rivedere tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici e dell'importanza di una transizione sostenibile e socialmente equa. Diciamo poi sì al mantenimento fino al 2035 del regime speciale per i produttori di veicoli di piccoli volumi."