Frans Timmermans, il falco del Green Deal, lascia la Commissione europea. Una decisione che era nell'aria e che è stata formalizzata oggi dall'istituzione di Palazzo Berlaymont a Bruxelles. Timmermans, considerato da molti il padre e il più accanito sostenitore del bando alle nuove auto con motori termici nel 2035, si è dimesso dalla carica di vicepresidente esecutivo della Commissione per partecipare alle elezioni politiche nel suo Paese, l'Olanda.

L'interim allo slovacco Sefcovic

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, spiega una nota, "ha deciso di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo al vicepresidente Maros Sefcovic", conferendogli temporaneamente la responsabilità del portafoglio per la politica di azione per il clima fino alla nomina di un nuovo membro della Commissione di nazionalità olandese".

Sefcovic, commissario europeo per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, è un diplomatico nato 57 anni fa a Bratislava con una lunga esperienza, fin dal 2010, nell'organo esecutivo della complessa costruzione politica europea. Ha avuto un ruolo chiave nelle trattative tra l'Ue e la Gran Bretagna per gestire il dopo-Brexit.

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Il primo commento di Sefcovic su X

Che cosa cambia con l'uscita di Timmermans?

Che cosa significa l'uscita di scena a Bruxelles di Timmermans? E che cosa cambia? Sefcovic, visti i suoi trascorsi, ha probabilmente una maggiore capacità diplomatica rispetto al politico olandese, ma è difficile che nell'anno e qualche mese che separano la Commissione von der Leyen dalla sua naturale scadenza (31 ottobre 2024) a Bruxelles ci possano essere dei cambiamenti di rotta rilevanti sulle politiche dell'auto e della mobilità in genere. 

Intanto perché quello di Sefcovic è solo un interim, anche se a scorrere i suoi post su Twitter (o X, fare voi) emerge un solido interesse del commissario per le questioni energetiche e le iniziative europee in tema di batterie.

"Gli europei meritano una giusta transizione verde. Mentre puntiamo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050", ha sottolineato a caldo dopo la nomina, "dobbiamo assicurarci che ciò avvenga in modo equo e inclusivo, con crescita e occupazione per tutti. E mentre perseguiamo l'autonomia strategica aperta dell'Europa, in particolare per l'accesso alle materie prime critiche, rafforzeremo i nostri partenariati internazionali per un futuro più verde in tutto il mondo".

von del Leyen: stesse priorità per il Green Deal

Va poi rilevato che von der Leyen nel commentare l'avvicendamente è stata piuttosto decisa: Sefcovic, ha detto, "in qualità di vicepresidente esecutivo sarà responsabile di portare avanti il Green Deal europeo con la stessa priorità. Continueremo a sviluppare una strategia internazionale più forte per il Green Deal europeo, in linea con i nostri interessi economici e geopolitici. La Commissione rafforzerà la sua diplomazia multilaterale per il Green Deal al fine di consolidare il ruolo di leadership dell'Europa sugli obiettivi globali in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica".

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue

C'è inoltre da considerare che l'anno prossimo (a inizio giugno) sono in calendario le elezioni europee, che potrebbero scompaginare l'attuale maggioranza nel Parlamento di Strasburgo a favore delle coalizioni di Centro-destra, sostanzialmente scettiche se non decisamente contrarie a molte delle disposizioni del Green Deal e alla discussa data del 2035.

Alcuni temi però sono di stratta attualità e, in sede Ue, sono ancora al centro di trattative tra le parti interessate, uno su tutti la normativa Euro 7, che vede un nutrito gruppo di Paesi sulle barricate. E chissà se per l'Italia si aprirà uno spiraglio per includere anche i biocarburanti, dopo gli e-fuels, tra i carburanti ammessi nel 2035?