L'accelerazione del passaggio dal motore a combustione alle auto elettriche sta sicuramente ridisegnando l'industria automobilistica mondiale. Cambia tutto ciò che circonda l'automobile: dalla concezione stessa e dalla maniera in cui le Case progettano e sviluppano una vettura, fino al modo in cui i clienti la guidano e interagiscono con essa. Alcuni Paesi e costruttori sono più preparati di altri a questo cambiamento.
Lo stesso accade per i segmenti di auto. Mentre i SUV e le auto premium e di lusso sono solitamente più preparati ad adottare i nuovi propulsori, altri segmenti, come le utilitarie, devono affrontare maggiori sfide. È una questione di sensibilità al prezzo. Nonostante gli sforzi, la batteria rappresenta ancora una parte importante dei costi di produzione di un veicolo elettrico.
L'impatto della batteria sui costi totali di un'auto elettrica è tanto elevato nei vari segmenti quanto questi siano in basso. Ecco perché sia l'industria europea che quella americana degli EV (Electric Vehicle) hanno iniziato a crescere dall'alto con veicoli di lusso e premium. Ed è per questo che l'offerta nei segmenti inferiori è ancora limitata.
Non c'è futuro se non...
Nel primo semestre del 2023, in Europa erano disponibili solo 18 diverse auto elettriche di piccole dimensioni (segmento A e B). In Cina, invece, l'offerta era quasi doppia, con 34 modelli diversi. Negli Stati Uniti ce n'erano solo due: la Chevrolet Bolt EV e la Mini Electric. Questi numeri contrastano con la grande quantità di auto piccole con motore a combustione disponibili.

Il numero di utilitarie elettriche sul mercato
Il futuro delle utilitarie ha dunque due facce. Da un lato ci sono quelle prodotte in Europa, che sopravvivranno a seconda di quanto i produttori riusciranno o meno a far scendere i costi delle batterie. L'Europa, infatti, è una regione in cui la produzione di automobili è molto costosa, quindi qualsiasi aumento dei costi continuerà a danneggiare la fattibilità finanziaria dei segmenti meno redditizi.
Le forti pressioni esercitate dai governi a favore dell'elettrico, inoltre, stanno già costringendo i costruttori a smettere di produrre auto di piccole dimensioni o a spostarne la produzione al di fuori dell'Europa (nell'ultima settimana per esempio Volkswagen ha dato l'addio definitivo alla piccola Up!).

Motor1 Numbers, che futuro avranno le auto utilitarie?
D'altra parte, mentre questa pressione cresce sui produttori europei, per l'industria cinese diventa l'occasione perfetta per colmare questa lacuna. La Cina, infatti, può produrre auto elettriche più economiche grazie al forte impegno del governo centrale e alla forza lavoro più competitiva. Un'utilitaria cinese costa in media il 58% in meno rispetto alle utilitarie non cinesi, il che significa che ha il potenziale per scuotere i mercati esteri.

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Le city-car e le utilitarie di produzione europea sono dunque condannate, almeno finché le normative non cambieranno. Regolamenti sulla sicurezza/emissioni o sulla tassazione, basati sul presupposto che il costo del lavoro non può essere ridotto. In altre parole, l'Europa sarà in grado di costruire auto piccole se ci saranno restrizioni alla vendita di auto piccole prodotte in Cina.

Utilitarie e city-car sono davvero un segmento chiave?
La domanda che rimane è se le case automobilistiche europee o occidentali saranno interessate a produrre auto di piccole dimensioni in futuro o se lasceranno questo segmento ai produttori cinesi. Di solito non sono redditizie e ultimamente molte di esse vengono prodotte in Europa orientale o addirittura fuori dall'Europa.
I segmenti A e B hanno rappresentato il 23% delle vendite di autovetture in Europa nel 2022, il 51% in India, il 28% nel Sud-Est asiatico-Pacifico e il 38% in Africa-Medio Oriente. Di conseguenza, sono ancora un segmento importante in termini di volume. L'Occidente si arrenderà ai produttori cinesi anche se non guadagnano tanto quanto nei segmenti superiori? Tutto dipenderà dalla reazione delle autorità.
L'autore dell'articolo, Felipe Munoz, è Automotive Industry Specialist di JATO Dynamics.