E’ lunga 4,7 metri, larga 1,88 e alta 1,65: ci sali e sembra persino più grande. Non è un caso che proprio questo modello potrebbe essere il primo di Skoda per gli Stati Uniti. Ciò non significa che la macchina sia troppo grande per l’Europa, né per l’Italia. No, in Skoda sono stati furbi perché hanno messo a punto un listino molto competitivo non solo in termini di prezzi, ma di contenuti offerti. In altre parole, la Kodiaq costa (relativamente) poco e offre tanto.
Com’è
Molto europea, la Kodiaq lo è nei motori: alla base c’è un 1.4 TSI da 125 CV. I diesel? 2 litri di cilindrata, da 150 o da 190 CV. Ecco, magari non ci sarebbe stato male un 1.6 TDI da 120 CV, per non “spaventare” quelli per cui un 2.0 è troppo grande. Altra mossa furba e che rende la Kodiaq interessante anche per le famiglie italiane è quella di offrire sia la trazione integrale sia quella anteriore, anche se questa solo con l’1.4 TSI e il 2.0 TDI da 150, che peraltro offre di serie il cambio automatico DSG a 7 marce. Come anticipato, la Kodiaq offre tantissimo spazio: il pianale - l’MQB del Gruppo VW - è lo stesso della Golf e della Tiguan, ma qui è “tirato” al massimo, con il passo che misura 2,8 metri. Il risultato è che si possono avere tre file di sedili e sette posti (con 270 litri di bagagliaio, cioè più di quello di una Fiat Punto e poco meno di una VW Polo), oppure cinque posti e un bagagliaio che è un monolocale: 560/765 (se si opta per i sette posti, che portano via un po’ di spazio anche quando i sedili sono abbattuti) oppure 650/835. I valori sono quattro perché la fila centrale non solo scorre di 18 cm in lunghezza, ma ha anche gli schienali regolabili nell’inclinazione; in configurazione due posti, la capacità è di 2.005 (7 posti) o 2.065 litri (5). Ancor meglio delle valigie, se possibile, stanno le persone, sulla Kodiaq. I cinque posti sono veri e solo in terza fila (come accade quasi sempre) ci si deve accontentare un po’ di più perché i più alti toccano il soffitto con la testa. Mi ha convinto, come su tutte le Skoda da qualche anno a questa parte, la qualità dell’abitacolo, sia dal punto di vista dei materiali sia da quello del montaggio.
Come va
Come avrete capito, questa non è una macchina fatta per divertirsi. Ecco perché, sulla Kodiaq il piacere di guida va inteso come benessere di stare a bordo, come sensazione di sicurezza e di isolamento dall'esterno di cui godono il guidatore così come i passeggeri, frutto di una messa a punto azzeccata del telaio. Sterzo e assetto sono ben accordati fra loro: il primo è abbastanza pronto (anche se poco connesso con le ruote), il secondo è tarato per il massimo assorbimento. Che si mettano le ruote su sconnessioni secche o in qualche avvallamento, il SUV ceco è ben isolato dalla strada. A voler essere pignolo, in ottica comfort si poteva lavorare meglio sui fruscii aerodinamici, che a 120 km/h si sentono abbastanza, specialmente nella zona degli specchietti. Se dalla Kodiaq si scende freschi anche dopo parecchi km il merito è anche del motore e del cambio: il turbodiesel 2.0 ha superato alla grande la ruvidità di qualche anno fa, mentre il DSG snocciola le marce con grande rapidità e, soprattutto, non ne sbaglia una: quando pensi che vorresti scalare, lui scala. Vorresti mettere la marcia superiore, lui la sta già inserendo. Capitolo sicurezza: c’è la frenata automatica di emergenza (anche se solo fino a 34 km/h, mentre ormai diverse rivali si spingono ben oltre), c’è il riconoscimento del pedone, di serie, attivo tra 10 e 60 all’ora. Più ovvii, il cruise control adattivo, le telecamere per l’angolo cieco e il Rear Traffic Alert, che vi avvisa se da dietro, mentre state facendo la retromarcia, arriva qualche veicolo.
Curiosità
Il benessere sta (anche) nelle piccole cose e sulla Kodiaq se ne trovano diverse: nessuna di queste è una novità assoluta, ma se le proverete non ne potrete più fare a meno. La prima: il portaombrelli “nascosto” nel pannello delle portiere anteriori; addio umidità all’interno dell’abitacolo. La seconda: i poggiatesta dei sedili posteriori possono avere, a richiesta, un “reggitesta” che si abbassa con un pulsante, così non vi sveglierete con il torcicollo. Geniale la luce del bagagliaio, che si stacca e diventa una torcia, così come il profilo in gomma che esce (grazie a un meccanismo meccanico) quando si apre la portiera, proteggendone lo spigolo.
Quanto costa
La 2.0 TDI a trazione anteriore costa 32.150 euro in versione Ambition e 33.550 se scegliete l’Executive, che vi consiglio, perché in più offre, tra gli altri, il navigatore con schermo da 8”, il Bluetooth e i sensori di parcheggio posteriori. Se volete il 4x4 dovete aggiungere solo 200 euro (ma il cambio è manuale). Se fate 15/20.000 km all’anno, non trascurate la 1.4 TSI; ok, la risposta al pedale del gas non è delle più brillanti, ma con 27.550 euro vi portate a casa una Executive. Il top di gamma, col diesel da 190 CV, il DSG e il 4x4 costa invece 39.450 euro.
Scheda versione provata
Motore: 2.0 TDI 150 CV
Cambio: automatico DSG a 7 rapporti
Trazione: integrale
Consumo medio: 5,6 l/100 km
CO2: 147 g/km
0-100 km/h: 10,2 s
Velocità massima: 194 km/h