Il “dopo Salone”, che si tratti di Ginevra, Parigi, Francoforte o qualsiasi altro vi venga in mente, è un susseguirsi di test drive delle novità appena presentate. E’ invece un’occasione più unica che rara quella di poter guidare un concept, come mi è successo nei giorni scorsi a Praga, dove ho “provato” la Skoda Vision X. Le virgolette sono obbligatorie perché la guida è durata meno di dieci minuti e si è svolta in un padiglione della fiera della capitale ceca, dove si potevano toccare al massimo i 30 km/h. Nonostante questo, l’interesse era molto grande, non solo per il fatto di guidare un oggetto del futuro, ma perché sotto la carrozzeria si nasconde una soluzione tecnica molto “avanti”: un sistema di trazione ibrido con il motore endotermico alimentato a metano.

Toccare con delicatezza

In quanto tale, un concept è un pezzo unico, molto costoso e altrettanto delicato, motivo per cui le Case ne sono gelose in modo maniacale. Non fa eccezione Vision X, a cui appoggio erroneamente un braccio sullo specchietto retrovisore, prendendomi subito il rimprovero del responsabile della sicurezza. Il che non è poi un male, perché mi dà il senso profondo della particolarità di questa presa di contatto con un oggetto molto particolare. Allo stesso modo, l’apertura e la chiusura delle porte è vietata, a noi giornalisti, e anche la leva del cambio la muove solo l’addetto. Cose che potrebbero irritare, e parecchio, lo so, ma che invece qui creano una piccola magia attorno all’oggetto.

Pronti, via

Salgo e il sedile a guscio mi stringe in un abbraccio che non ti aspetti da una Skoda, a meno che tu abbia la fortuna di salire su una Fabia R5 da rally. L’assistente/guardiano accende il motore, mi chiede di premere il pedale del freno e dà vita al motore, il 1.500 turbo 4 cilindri Volkswagen di ultima generazione, qui capace di 130 CV e 200 Nm di coppia e abbinato alle ruote anteriori. Numeri che sfrutto in piccolissima parte, come vi ho già detto, e che si abbinano ai 29 CV e 70 Nm di coppia dell’elettrico accoppiato alle ruote posteriori. Una configurazione tecnica che consente alla Vision X di viaggiare a trazione anteriore, posteriore (in elettrico, per massimo 2 km), o integrale, in caso di scarsa aderenza. Da buon concept, Vision X è molto rumoroso e ruvido nel funzionamento: non ci sono pannelli fonoassorbenti e nessuno di è preso la briga di “accordare” la meccanica, com’è normale che sia. Però Vision X è realtà. Funziona. Il che fa ben sperare chi è attratto dall’idea di un crossover compatto (4,2 metri circa), che ai vantaggi dell’ibrido associa quelli del metano.

Nel 2019 le versioni normali

Come già scritto precedentemente, Vision X darà vita a un SUV compatto (il cui nome è ancora in fase di definizione, ma inizierà per K e finirà per Q, come Kodiaq e Karoq) che sarà sul mercato nel 2019 con motori endotermici classici, diesel e benzina. Si sa anche che il design sarà molto simile a quello del concept, soprattutto esternamente; dentro c’è qualche fuga in avanti in più, che inevitabilmente verrà eliminata, a partire dai due sedili singoli che lasceranno spazio a un classico divano.

Dopo il 2019 - forse - l’ibrida

Il dubbio, almeno ufficialmente, è legato proprio alla commercializzazione della versione ibrida. In Skoda non se la sentono ancora di affermare con certezza che arriverà. Io, dal momento che l’ho guidata, se dovessi scommettere di tasca mia punterei sull'arrivo di questa "strana coppia" gas elettrico. In ogni caso devo ammettere che le criticità non mancano e sono più di natura strategica che tecnica. Nei mercati in cui è presente Skoda, infatti, solo Italia (dalla Toscana in su) e Germania hanno una rete di distribuzione del metano davvero capillare. Col tempo avremo tutte le risposte del caso, di sicuro questa macchina potrebbe dare finalmente lo slancio a Skoda anche in Italia, perché ha la taglia e il design “giusti” per il nostro mercato.

Fotogallery: Skoda Vision X prima guida