Uno dei motivi del successo dei SUV e crossover è sicuramente il fatto che sanno trasmettere quella sicurezza di cavarsela in ogni situazione. In realtà sappiamo che non è proprio così, perché oltre ad una questione di tipologia di trazione c’è anche il capitolo pneumatici giusti.
Fatta questa doverosa premessa, ci sono auto che più di altre hanno le capacità di adattarsi a utilizzi più vari, e tra queste c’è la Suzuki Vitara perché ha mantenuto parte di ciò che ha reso iconiche le sue prime generazioni fuoristrada. È stata aggiornata nel 2018 senza rinunciare al suo DNA di derivazione offroad, più che altro ha dato una rinfrescata al suo lato più "civile", con un look più moderno e, soprattutto, un nuovo 1.0 tre cilindri in gamma che non fa comunque rinunciare, volendo, alla trazione integrale.
Tre numeri magici
Non sono misure che si considerano sempre quando si acquista un’auto, ma se si tratta di un SUV possono fare la differenza, specie se si intende sfruttarne le potenzialità. Stiamo parlando degli angoli di attacco, di dosso e di uscita, che indicano le pendenze che si possono affrontare senza toccare con la scocca.

A determinare queste misure ci sono gli sbalzi, quindi la lunghezza della carrozzeria oltre la ruota, sia avanti che dietro, il passo, cioè la distanza tra le ruote, e l’altezza minima da terra. Per la Vitara, gli angoli di attacco, dosso e uscita sono rispettivamente di 18°, 17° e 28°, numeri di tutto rispetto considerata la categoria.


Dalla teoria alla pratica
Quello che i freddi numeri non dicono, lo dicono i video e le immagini che abbiamo girato mentre la Vitara affrontava degli esercizi preparati ad hoc per metterla in crisi e allo stesso tempo metterne in evidenza le capacità.

Non solo, perché un percorso come quello preparato dal team di 4Wheels con degli ostacoli modulari ha consentito anche di apprezzare la rigidità torsionale del telaio, tanto che nel punto di equilibrio del twist, con due ruote sollevate, si possono aprire portiere, bagagliaio e persino il tetto in vetro.


Ancora, è in queste situazioni che si vede il sistema di trazione in azione, con il bloccaggio delle ruote che non hanno presa per un trasferimento ottimale della coppia alle altre.
Trazione intelligente
Con un rotore sul tunnel, la Vitara permette di selezionare tra quattro programmi elettronici che vanno a intervenire sul giunto centrale idraulico bloccabile. La modalità adatta ai percorsi impegnativi è la Lock, che blocca il giunto e ripartisce la coppia 50% all’asse anteriore e 50% a quello dietro.

Poi c’è la modalità di guida per neve e fango che controlla gradualmente l’erogazione per muoversi sui terreni scivolosi. La modalità Sport rende la risposta del motore più pronta e la trazione permanente per sfruttare tutta la coppia e massimizzare il grip.


Il programma Auto, infine, fa funzionare la Vitara come una trazione anteriore e solo all’occorrenza, autonomamente, inserisce il 4x4.
Su asfalto, soffre i viaggi lunghi
Il 1.0 da 112 CV e 170 Nm di coppia massima muove con agilità la Vitara, che pesa poco più di 1.200 Kg. L’abbinamento telaio, motore e cambio - un cinque marce preciso da manovrare - sa rendere persino sorprendente e divertente la Vitara, dandole il giusto brio anche sulle curve strette.

Dove soffre, invece, è sui lunghi trasferimenti: non tanto per economicità, visto che la media si attesta in ogni condizione di utilizzo sui 7 litri per 100 km (dal 2018 non è più disponibile una versione diesel), quanto sul comfort di viaggio.
Il 1.0 diventa rumoroso agli alti giri, anche a causa dell’assenza di una sesta marcia, e in generale l’isolamento acustico è migliorabile. Detto questo, ci sono tutti gli ADAS che servono e funzionano bene.
Si ringrazia il team di 4Wheels per il supporto e la consulenza.
Si ringrazia Casa Manfredi, Viale Aventino, 91/93, 00153 Roma, e tutto il suo staff per la cortesia e l'ospitalità.