A differenza della guida autonoma, che in un futuro non troppo lontano promette di toglierci l’onere, ma anche il gusto per chi lo apprezza, di guidare, la propulsione elettrica non è nemica delle prestazioni e del divertimento al volante. Al contrario, agli albori dell’automobile furono proprio le vetture elettriche a mostrare il maggior potenziale, come la Jamais Contente del 1899 che infranse per prima il muro dei 100 km/h lasciando dietro gli ancora giovani e lenti motori endotermici.

Oggi, soprattutto i costruttori che legano maggiormente la loro immagine alle performance sono impegnati nel realizzare, accanto all’elettrificazione di massa, anche vetture elettriche e ibride a elevate prestazioni. Con risultati decisamente gratificanti.

Performance assolute

La propulsione elettrica è estremamente semplice: non richiede trasmissioni (i cambi sono utilizzati solo su vetture da competizione per destinazioni particolari) perché per sua natura regala istantaneamente la massima spinta e può concedersi regimi di rotazione estremamente elevati.

Per questo, sulla carta una hypercar 100% elettrica può essere più veloce ed efficiente di una classica o di una ibrida, perché può generare una coppia tale da consentire scatti poderosi che compensino ampiamente il peso ancora rilevante delle batterie stesse.

In aggiunta, l’evoluzione degli accumulatori permette di avere celle piatte che possono essere posizionante nel pavimento e, insieme al ridottissimo ingombro del motore, permettono di avere un baricentro particolarmente basso a tutto beneficio della dinamica.

Benzina vs elettrico

Le supercar “alla spina” sono dunque le migliori testimonial del potenziale di questa tecnologia e sono utilizzate dagli stessi costruttori come vetrina per avvicinare un pubblico spesso ancora molto diffidente: per questo, nel 2009  fa Audi ha presentato su un prototipo di R8 una delle prime applicazioni del suo programma e-tron oggi approdato alla produzione di serie.

Spinta da quattro motori elettrici, uno per ruota, con una potenza complessiva di oltre 300 CV ma soprattutto una coppia di 4.500 Nm, scattava da 0 a 100 km/h in 4”8, con velocità autolimitata a 222 km/h e autonomia massima di 240 km, quando allora la più potente R8 a listino, la GT con motore V10 da 560 CV toccava i 320 km/h e bruciava lo 0-100 in 3”6.

Tesla Roadster

Poco più tardi, nel 2011 circa, Mercedes metteva addirittura  a listino una variante elettrica della SLS AMG: anche questa aveva un motore per ciascuna ruota, 651 CV totali e una coppia “istantanea” di 1.000 Nm, che la spingevano a 250 km/h autolimitati e da ‘0 a 100 in 3”8 permettendole nel 2013 di battere il record (stabilito l’anno prima) della stessa Audi R8 e-tron nella prova del giro al Nurburgring, rifilandole ben 13” e scendendo sotto gli 8’.

Nel suo caso, le prestazioni si avvicinavano moltissimo a quelle della la sorella a benzina più spinta, la GT Black Series, che con i suoi 630 CV e 635 Nm accelerava da 0 a 100 in 3”5 e raggiungeva i 315 km/h.

Veloci anche a caricarsi?

Emozioni a parte, come tutte le elettriche le supercar hanno costi elevati rispetto alle loro parenti più strette a scoppio e richiedono impianti di ricarica ad alte prestazioni.

Una  SLS AMG Electric Drive costava di listino oltre 450mila euro, dunque più doppio delle altre, già esclusive, versioni. Anche qui però, pare che qualche rivoluzione sia in arrivo: Porsche, ad esempio, ha annunciato per la Taycan, quattro porte elettrica da 600 CV e 3”5 in arrivo l’anno prossimo, un sistema di ricarica ad elevata potenza (350 kW) che permetterebbe una ricarica da 100 km in una manciata di minuti.

Ad oggi, anche qui, il riferimento resta Tesla, che proprio sulle performaces ha costruito la sua fama offrendo, oltre ad autonomie dichiarate sopra la media, anche prestazioni elevate delle stazioni di ricarica: quelle con impianto da 11 kW e 400 Volt permettono infatti , nel caso della Model S con batteria da 75 kW, una ricarica completa in poco più di 6 ore o un’autonomia di 50 km circa con un’ora di ricarica.

Porsche Taycan
Audi R8 e-tron

A titolo di paragone, con una presa domestica da 230 V occorrono qualcosa come 30 ore per portare la batteria al 100% mentre lasciandola in carica un’ora si guadagnano appena 11 km. La Model S, nelle sue versioni migliori, vanta fino a 250 km/h di velocità, grazie agli oltre 600 CV e quasi 1.000 Nm, 0-100 in 2”7 e autonomie minime poco inferiori ai 500 km (secondo il ciclo NEDC).

La punta di diamante della Casa californiana rimane però la Roadster, leggerissima ed essenziale, che nell’ultima evoluzione promette oltre 400 km/h. Nonostante ciò, non sarebbe lei la più veloce al mondo almeno secondo una recente e del tutto provvisoria classifica (qui sotto) che la vede circondata da supercar di costruttori poco conosciuti a caccia del primato assoluto (anche di prezzo). Un’escalation che di sicuro non si fermerà qui… 

 

Le supercar elettriche più veloci e scattanti

Nome auto Velocità massima Accelerazione 0-100 km/h
Rimac Concept 2 415 km/h 1”8
Tesla new Roadster 402 km/h 1”9
Genovation GXE 336 km/h 3”
Vanda Dendrobium 322 km/h 2”7
Nio EP9 312 km/h 2”7

Fotogallery: Le supercar elettriche più veloci e scattanti