Gli pneumatici invernali, almeno nelle regioni italiane più nordiche, fanno ormai parte della cultura degli automobilisti che negli ultimi lustri hanno imparato ad apprezzarne le qualità e si sono organizzati mentalmente per fare il cambio prima del 15 di novembre e di nuovo dopo il 15 aprile, cioè le date tradizionali individuate dal codice della strada. Tuttavia c'è ancora una certa quota di automobilisti che non è convinta dei benefici portati dalle gomme invernali e preferisce glissare pensando di risparmiare. Al di là delle convinzioni personali e del fatto che basta anche avere le catene da neve a bordo per essere in regola con il codice della strada, sarebbe bello se tutti questi guidatori scettici potessero svolgere le stesse prove che ha organizzato Assogomma a Sestriere, in Piemonte, per sentire realmente la differenza di comportamento tra i due tipi di pneumatici in condizioni estreme come quelle configurate della neve.

 

Cinque esercizi

 

Il concetto di partenza è semplice, mettere a confronto due auto assolutamente identiche nello stesso luogo e nello stesso momento, facendo calzare a una i pneumatici normali (o estivi che dir si voglia) e all'altra le gomme invernali. Dopodiché si guidano le due auto una dopo l'altra svolgendo degli esercizi prestabiliti su una pista completamente innevata e ghiacciata. A questo si aggiunge una breve prova su strada per valutare la differente resa sull'asfalto freddo e umido, soprattutto in termini di reazioni allo sterzo e rumorosità. Gli esercizi da eseguire sulla pista innevata sono cinque: accelerazione da fermo e frenata (trazione anteriore), anello (trazione anteriore), circuito con salita e discesa (trazione integrale) e frenata in discesa (trazione integrale). Le auto abbinate alle varie stazioni, in ordine di citazione, sono l'Alfa Romeo MiTo, l'Alfa Romeo Giulietta, l'Alfa Romeo Stelvio e la Maserati Ghibli, mentre il tratto stradale è stato percorso con delle Volvo V90 Cross Country.

 

L'importanza del termometro

 

Prima di parlare dei singoli esercizi è importante fare una premessa sullo stato della neve, che nel momento della prova era dura e compatta, con qualche tratto gelato. La temperatura dell’aria durante i test era 0° del primo mattino fino ai 6° del mezzogiorno con conseguente fondo prima ghiacciato poi con neve compatta per arrivare a una neve molto bagnata e molle. L’umidità dell’aria era del 40/45%. Sono condizioni praticamente ottimali, che facilitano la vita anche ai pneumatici estivi perché in queste condizioni il battistrada non viene riempito del tutto dalla neve e la gomma non affonda troppo. Lo scenario peggiore sarebbe stato quello della neve bagnata che riempe subito il battistrada, o della neve fresca, dove la ruota affonda e l'auto rischia anche di spanciare. Tutto questo, ovviamente, escludendo la totale presenza di ghiaccio, dove anche i pneumatici invernali incontrano innumerevoli difficoltà, pur riuscendo a muovere e frenare l'auto.

 

E del battistrada

 

L'ultima considerazione preliminare è quella relativa allo stato d'uso degli pneumatici, perché ovviamente queste prove sono state affrontate con gomme nuove, mentre quasi sempre ci si trova ad affrontare i tratti innevati con coperture che hanno già percorso diverse migliaia di chilometri. Per il primo esercizio, che prevede una partenza da fermo e una frenata, è la MiTo Veloce l'auto designata. Iniziamo con quella gommata con le invernali ed è tutto facile: dopo un lieve pattinamento ignorato dal controllo di trazione iniziale l'auto inizia la progressione senza incertezze e anche la frenata non è un problema con l'ABS che interviene dando delle piccole pinzate. Con le gomme estive la musica cambia totalmente: la MiTo pattina vistosamente e il TC ha il suo bel daffare per ridurre lo slittamento e farla muovere. A quel punto le cose vanno meglio ma la direzionalità è scarsa e il volante galleggia sulla neve. Poi quando bisogna frenare arrivano i guai perché sebbene l'ABS lavori di continuo la macchina continua a scivolare in avanti e anche quando sembra quasi ferma percorre ancora qualche metro a rallentatore. Ovviamente la direzionalità è quasi nulla.

 

Salite e discese le situazioni peggiori

 

Dopo la Mito tocca alla Giulietta e in questo caso c'è una terza auto, che è gommata in maniera mista, ovvero con le invernali all'anteriore e le estive al posteriore. Vale la pena ricordare che questa soluzione non è proibita dal codice della strada ma è comunque molto pericolosa, perché la differenza di aderenza tra i due assi genera un comportamento assai instabile. Per verificarlo in prima persona si percorre un ovale in pendenza a velocità moderata girando in senso antiorario. Con le quattro gomme estive è un'impresa controllare la Giulietta che scivola e slitta in tutte le direzioni, mentre con le quattro gomme invernali è tutto più semplice e gli scivolamenti sono ridotti al minimo. Con la soluzione "mista" invece, il retrotreno fa più o meno quello che vuole, un comportamento che può anche essere divertente tra i birilli a 10 km/h ma che su strada a velocità più alte diventerebbe pericolosissimo.

 

Ma il bello deve ancora venire e ve lo raccontiamo nella seconda parte di questo articolo.

Fotogallery: Pneumatici estivi vs invernali, la folle sfida sulla neve - Parte 1