“Torna la Ford Puma”. Per un quasi quarantenne come me, nato nel lontanissimo 1980, quella frase ha rappresentato un tuffo a bomba nel passato da giovane neopatentato, con sogni di auto trendy per uscire con gli amici ma invece obbligato a mettersi al volante dell’utilitaria di famiglia. Ma quando passava lei le teste si giravano. Era un altro mondo e ora che gli assetti si sono alzati sempre più anche il simbolo della sportività “per tutti” cambia e diventa SUV.
Così anche una piccola coupé a 2 porte rimappa il suo DNA e cambia profondamente. Ma quanto? Beh, per scoprirlo abbiamo dato vita a un confronto impossibile tra vecchia e nuova Ford Puma.
Fotogallery: Ford Puma, le foto storiche
Lotta tra felini
Prima un piccolo ripasso di storia (per approfondire potete leggere la nostra retrospettiva): 1997, Salone di Ginevra. Nello stand Ford fa capolino la Puma, piccola coupé 2 porte lunga 3,98 metri e basata sul pianale della Fiesta. Un modello inedito nato per provare a replicare il successo della Opel Tigra, la coupé del Fulmine che aveva fatto strage di cuori tra gli automobilisti più giovani.
Purtroppo per l’Ovale Blu il lancio arriva fuori tempo massimo e nonostante le più che buone doti dinamiche, il prezzo giusto e una campagna marketing davvero riuscita (con l’immortale scena di Bullit modificata e la Puma al posto della Mustang) le vendite non si impennano e nel 2002 la piccola coupé saluta tutti e dice addio. Fino a oggi.
Le forme
In Ford sono stati bravi a mantenere un aspetto da coupé sulla nuova Puma. Sia perché oggi i SUV con tetto sfuggente sono più che mai alla moda, sia perché rimane un richiamo al passato. Per il resto i 22 anni passati sono come ere geologiche nel design di un’auto e dal New Edge della fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 si è passati allo Human-Centric Design, passando per il Kinetic Design.
A rimanere intatta è anche la base tecnica: la Ford Fiesta. Naturalmente anche in questo caso molto (se non tutto) è cambiato, ma la piccola della Casa rimane la costola dalla quale partire per creare una Puma. E come ben sappiamo a ogni nuova generazione le misure tendono a crescere, così la reincarnazione della piccola coupé dell’Ovale Blu tocca i 4,19 metri. Esattamente 21 cm in più.


Mette famiglia
Chi tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 aveva appena preso la patente pensava a tutto fuorché alla famiglia e modelli piccoli e non certo campioni di carico come la prima Ford Puma facevano colpo. A 22 anni di distanza, oltre a qualche capello bianco in più (per chi ancora li ha) lo spazio potrebbe non essere mai troppo, tra passeggini, lettini e valigie sempre più grandi.
La coupé così si è adattata e da un piccolo (anche se non piccolissimo) bagagliaio a un campione di carico di 456 litri della nuova generazione. Inutile dire poi come anche in abitacolo lo spazio si sia moltiplicato, perché ora non si viaggia più solamente in 2.
Analogico e digitale
T9, suonerie monotono e i classici “squillini” per salutarsi senza spendere le 200 lire dei 160 caratteri di un sms. Ecco il cellulare della fine degli anni ’90, quando il telefonino iniziava a diventare un fenomeno di massa. In auto lo si teneva nel porta oggetti e la musica si ascoltata su musicassetta (magari con brani registrati alla radio) o CD con musica (anche scaricata a 56 k da Winamp). Altri tempi, altra musica che faceva da colonna sonora a viaggi con immensi stradari in mano e il tragitto studiato giorni e giorni prima per non perdersi. Navigatore satellitare, Waze, Google Maps & co. non erano ancora nelle menti dei loro creatori.


Naturalmente oggi tutto è diverso tra servizi di streaming musicale, monitor touch a colori e connettività velocissima pronta a rispondere a ogni nostra richiesta. I telefonini sono diventati smartphone, dialogano con l’auto e si ricaricano semplicemente appoggiandoli a un ripiano. Il quadro strumenti è una tavolozza di colori e informazioni, i 3 elementi circolari hanno lasciato spazio a monitor ricchi di informazioni e perdersi è praticamente impossibile.
Tutto avanti
Ad unire le 2 generazioni di Ford Puma ci pensa lo schema tecnico: trazione e motore sistemati all’anteriore. Poi però iniziano le differenze. Là dove la prima Puma aveva motori 4 cilindri da 90, 103 o 125 CV (tutti aspirati) il nuovo SUV toglie un cilindro e aggiunge l’elettrificazione con un sistema mild hybrid per consumare meno, per potenze (tutte turbo) che viaggiano tra 125 e 155 CV passando anche per motorizzazioni diesel.


C’è poi l’altro aspetto della guida, quello composto dalla tecnologia di sicurezza. Nel 1997 poter contare su 2 airbag, l’ABS e controllo di trazione era quasi un lusso per auto della stazza della Puma. Oggi sono invece Cruise Control Adattivo, frenata d’emergenza e mantenitore di corsia la fanno da padroni ed essere di “Livello 2” è una regola. E si, la Ford Puma lo è.