Aston Martin, Bentley, Bugatti, Ferrari, Jaguar, Lamborghini e McLaren. Un lungo elenco di marchi di lusso, più o meno antichi, più o meno sportivi e più o meno nobili, che però hanno tutti una cosa in comune: da qualche anno creano modelli in serie ultra limitata, a volte anche in esemplare unico, magari dietro la richiesta precisa di un cliente, venduti poi prezzi altissimi.
Alla Monterey Car Week abbiamo appena visto gli ultimi preziosissimi risultati di questa formula. Bugatti ha presentato la Centodieci, un'omaggio alla EB110 degli anni Novanta che si basa sulla meccanica della Chiron e verrà prodotta in soli dieci esemplari alla stratosferica cifra di 8 milioni di euro (più tasse).
Lamborghini ha svelato due edizioni limitate, rispettivamente 63 e 36 esemplari, della Aventador Roadster e della Huracan, senza nemmeno comunicarne il prezzo. McLaren invece ha annunciato una nuova supercar senza tetto appartenente alle Ultimate Series, che verrà prodotta in soli 399 esemplari.

L'unicità è tutto
Ma questi sono solo gli ultimi esempi in ordine di tempo di un trend iniziato già da qualche anno, più precisamente dal 2006, quando proprio a Pebble Beach è stata presentata la Ferrari P4/5 realizzata sulla base della Enzo per volontà del collezionista James Glickenhaus.
La parte divertente è che all'inizio a Maranello non credevano nel progetto del ricco americano - che si era dunque rivolto alla Pininfarina per la sua one-off - salvo poi ripensarci. Evidentemente qualche dirigente illuminato aveva capito quale grosso business si potesse sviluppare.

Perché i veri ricchi non si accontentano di avere una supercar e di personalizzarla con una vernice speciale, ma vogliono di più, vogliono essere unici. E dunque che cosa c'è di meglio di un'auto che non ha nessun altro?
Costi e benefici
Ovviamente per farsi fare una one-off ci vogliono diversi milioni di euro e bisogna avere un'idea in linea con la filosofia e la storia dell'azienda. Se invece non ci si vuole prendere il disturbo, basta aspettare che la Casa ne crei una o qualcuna, come nel caso della Bugatti.
E' un metodo che alza di molto i profitti, perché tutti questi progetti speciali utilizzano meccaniche già sviluppate, collaudate e omologate. E' lo stile e poco altro a cambiare, quindi il costo per l'azienda è di gran lunga minore rispetto a quello di un modello nuovo.

L'esclusività giustifica i prezzi stellari e dunque il gioco è fatto. Sempre restando in casa Ferrari, pensiamo alle SP1 ed SP2 Monza che hanno un tetto massimo di produzione fissato in 499 esemplari. Per averne una occorrono almeno 1,6 milioni di euro, ovvero più del quadruplo di quanto richiesto per una 812 Superfast, dalla quale riprendono tutta la meccanica.