Il motore Skyactiv-X appena presentato da Mazda è la dimostrazione che sui propulsori a combustione interna ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Eppure, oggi, sembra che solo l'elettrificazione rappresenti la strada da seguire. Benzina e Diesel, quindi, futuro avranno? Saranno destinati a sparire o continueranno ad esistere?

In occasione della prova su strada della Mazda3, lo abbiamo chiesto al professor James Turner, ingegnere motorista con un passato più che ventennale in Lotus e ora docente di Motori e Sistemi Energetici all'Università di Bath, nel Regno Unito. Turner, che lavora presso il dipartimento Automotive Propulsion Research di Bath, è uno dei massimi esperti in tema di combustione interna.

Evoluzione continua

Partiamo da questo Skyactiv-X. Cosa ne pensa?

“Questo propulsore riduce le emissioni inquinanti del 20% grazie ad una tecnologia innovativa. È la dimostrazione che nei motori a combustione interna ci sono ancora enormi margini di miglioramento”.

Crede che la tecnologia dello Skyactiv-X verrà ripresa da altri costruttori?

“Non lo so. In un mondo razionale sicuramente sì. Anche perché questa tecnologia è agli inizi e potrà essere perfezionata in modo consistente. Ma il momento storico che stiamo vivendo non sta evolvendo secondo logiche comprensibili. Se non ci fosse stato il Dieselgate i motori termici non sarebbero così demonizzati e i miglioramenti in questo campo sarebbero consistenti. Ma oggi tutti parlano di elettrico, le leggi sulle emissioni inquinanti sono molto stringenti e le Case stanno investendo molto nel campo dell'elettrificazione. Per forza di cose devono tralasciare la ricerca in altri settori. Non so dire se qualcuno seguirà la strada di Mazda, ma posso affermare con certezza che tutti dovrebbero seguirne l'esempio. Però, ancor più che sui motori, si dovrebbe lavorare sui carburanti”.

Cioè?

“Il problema delle emissioni di CO2 sembra in capo alle Case automobilistiche, che devono realizzare modelli sempre più rispettosi dell'ambiente. Ma il nodo delle emissioni è a monte. Bisogna guardare alla decarbonizzazione dei carburanti. Le tecnologie ci sono, ed è un peccato che non si investa in questo. È una cosa che mi fa infuriare perché il carburante è il vero problema, ma nessuno se ne interessa: non si deve per forza consumare meno. Si può anche consumare il giusto, ma bruciando qualcosa di pulito”.

Mazda3 Skyactiv-X

Il futuro sarà (anche) elettrico

Lei è contrario alla mobilità elettrica?

“Assolutamente no. Ma bisogna saperla inquadrare con la giusta prospettiva. La tensione verso un sistema di mobilità ecosostenibile è positiva. Ma c'è un aspetto della mobilità elettrica a cui non tutti danno la giusta importanza. Le vetture a batteria inquinano più di quelle a motore termico nelle fasi di produzione e smaltimento. Parlando di produzione di batterie, si emettono dai 15 ai 20 kg di CO2 per ogni kWh di capacità. Una batteria da 100 kWh, per essere prodotta, costa, in termini di emissioni, fino a 2 tonnellate di CO2. Immaginate quanti km si possono fare con un'auto a combustione interna prima di pareggiare i conti. E poi pensiamo anche quanto si inquina per produrre l'energia necessaria per caricare le batterie”.

Quale soluzione è possibile?

“Anche la mobilità elettrica è agli albori, e con tutti gli investimenti nel campo, raggiungerà in tempo breve enormi progressi. Ma la corretta evoluzione del comparto automotive dovrebbe mirare ad un bilanciamento corretto e armonico di tutti i tipi di alimentazione conosciuti. Tornando al caso dello Skyactiv-X, pensate come cambierebbero gli scenari se tra dieci anni tutti i motori termici consumassero ed inquinassero il 20% in meno di quanto accade oggi. Se si guarda il problema con gli occhi della classe politica, allora si può dire che l'elettrificazione è la soluzione. Ma questo non significa che un parco circolante interamente elettrico sia possibile. Le auto elettriche sono costosissime e lo resteranno a lungo”.

Zero emissioni per tutti

La mobilità elettrica resterà di nicchia?

“La comunità scientifica inglese, quando parla di elettrico, utilizza la sigla R.I.P., che curiosamente è quella che si utilizza quando qualcuno muore. Per noi significa Range, Infrastructure e Price (Autonomia, Infrastruttura e Prezzo). La mobilità elettrica, in futuro, sarà diffusa. Rappresenterà una delle alternative. Ma questo non accadrà in tempi brevi. Anche perché, se mi permettete una battuta, l'auto elettrica al momento è un oggetto per ricchi. E una persona ricca, con la sua auto elettrica, non vuole fermarsi ogni poco per ricaricare le batterie e mischiarsi con il resto della popolazione. Quindi i costruttori puntano ad auto elettriche con batterie enormi, che danno tanta autonomia. Ma queste costano tantissimo. Come faranno a diffondersi? Bisognerà prima cambiare certe logiche, lavorare sulle infrastrutture e avere batterie piccole ma molte facili e molto veloci da ricaricare”.

Una politica poco lungimirante

Eppure alcuni Paesi, inclusa la sua Gran Bretagna, mirano a vietare i motori termici in tempi relativamente brevi.

“L'Inghilterra ha detto che entro il 2040 non circoleranno più auto ad alimentazione tradizionale. Ma sono dichiarazioni di uomini politici che non hanno interesse, né competenze, per dire quello che è giusto che accada tra più di vent'anni. Nel 2040 saremo di fronte ad uno scenario completamente diverso da quello prospettato oggi. E allora, quegli stessi politici che ora stanno cavalcando idee che portano consensi, non saranno più tra noi. O, almeno, non avranno più un ruolo attivo”.

Quindi i motori termici avranno un futuro...

“Certo. Anche nel campo della combustione interna gli scenari cambieranno. Qualche anno fa si parlava continuamente di downsizing. Ora invece il concetto ricorrente è quello del rightsizing. I nuovi motori termici adotteranno soluzioni innovative. Si sta studiando ad esempio la combustione a basse temperature, anche se al momento ha costi altissimi, che non giustificano la messa in produzione. I motori termici saranno sempre più spesso una parte di uno schema propulsivo più complesso, ibrido, sicuramente, con una componente elettrificata di supporto. Il che è magnifico. Ma questi affascinanti oggetti che generano esplosioni controllate per uno scopo utile come il moto resteranno ancora tra noi a lungo. Fortunatamente”.

Fotogallery: Mazda Skyactiv-X, la tecnologia