Era la fine del 2008, con la crisi iniziata da poco e il mondo alle prese con i danni derivanti da essa, quando Sergio Marchionne – parlando della situazione globale dell’auto – ipotizzò che nel futuro sarebbero rimasti solo 6 grandi gruppi automobilistici a spartirsi il mercato. A quasi 12 anni di distanza sembra che la profezia si stia davvero avverando, con grandi manovre all’orizzonte e all’ormai concordata fusione tra FCA e PSA, da perfezionare per la fine del 2020, si aggiunge l’idea di fusione tra Volvo e Geely.

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L’unione fa la forza

Controllata al 99% dalla Zhejiang Geely di Li Shufu, Volvo fa già di fatto parte dell’universo del colosso cinese, che controlla anche il 44,2% della Geely, e una fusione tra i 2 brand sembra quindi un processo naturale che comprenderà anche Polestar e Lynk & Co., gli altri brand appartenenti al colosso orientale. Nascerebbe così un Gruppo simile ai tanti altri giganti automotive del mondo, come Volkswagen, Toyota e General Motors (solo per citarne alcuni).

"Una unione delle due società darebbe vita a un forte gruppo globale. Non vediamo l"ora di lavorare con Håkan Samuelsson, presidente e CEO di Volvo Cars, per approfondire ulteriormente questa opportunità con l"obiettivo di rafforzare le sinergie all"interno del Gruppo mantenendo il vantaggio competitivo e l"integrità di ogni singolo marchio," ha dichiarato Li Shufu, presidente di Geely Holding Group.

Nelle intenzioni infatti il neonato gruppo avrà forza (tecnologica e finanziaria) e know how tecnico per competere con gli altri colossi, riuscendo ad affrontare le sfide che ora si chiamano elettrificazione e guida autonoma.

Uniti ma indipendenti

La fusione, la cui realizzazione non è ancora scontata, verrà discussa da un gruppo di manager provenienti da Geely e Volvo e se approvata porterà anche alla quotazione in borsa del neonato gruppo. Gruppo che, tramite Zhejiang Geely, controllerà anche altri brand come Daimler, Proton, Lotus e smart, le cui azioni sono in mano (in percentuali differenti) a Li Shufu.