L’elettrificazione è un must anche per Dacia, ma per il momento la Spring rimarrà l’unica full electric in gamma. Lo ha spiegato oggi Philippe Brunet, Direttore Alleanza Motorizzazioni e Ingegneria Veicoli Elettrici di Renault. Brunet lo ha detto in occasione di una tavola rotonda in cui sono stati approfonditi alcuni aspetti della strategia del gruppo in tema di auto elettriche.
Il manager ha rivelato che nell'immediato futuro la Casa romena intende adottare un approccio progressivo su questo fronte, per mantenere inalterato quello che è il DNA del marchio, che ha fatto della praticità e dell’economicità il suo cavallo di battaglia. E così, la prossima mossa di Dacia sarà quella di fare rotta con decisione sulle motorizzazioni ibride. Perché, sottolinea Brunet, “sono un ottimo compromesso per avere un’importante riduzione della CO2 contenendo allo stesso tempo i costi”.
Serve la batteria giusta
Del resto, aggiunge il manager, “oggi le batterie rappresentano il 50% del costo di un’auto elettrica, mentre un motore a combustione non va oltre il 20-25%”. Un'incidenza che in questa fase mal si concilia con la mission del marchio.
L'evoluzione della tecnologia però cambierà tutto nei prossimi anni: “A partire dal 2026 infatti anche Dacia potrà passare all'elettrico puro”, preannuncia Brunet, “bisogna solo aspettare la prossima generazione di batterie per consentire di switchare alle zero emissioni”.
Dalla R5 alla Sandero
Cosa aspettarsi quindi dal futuro full electric di Dacia? Naturalmente il tutto passerà dall'incrocio con Renault, che per il 2024 presenterà la sua attesissima Renault 5 elettrica, una Segmento B che avrà un costo analogo a quello di una Clio, mantenendo anche lo stesso livello di profittabilità.
A quel punto, una volta “ammortizzata”, l'innovativa tecnologia utilizzata sulla R5 elettrica (e poco dopo anche sulla nuova Renault 4) potrà farsi spazio anche nella gamma del marchio romeno, per dare vita a quella che si configurerà come l’erede elettrica della Sandero. “Tempistiche precise ancora non ci sono”, ha concluso Brunet, ma con ogni probabilità l’anno da cerchiare sul calendario potrebbe essere davvero il 2026.