Nella sua storia, fatta di auto costruite intorno a concetti di leggerezza e finezza tecnica, Lotus ha raramente fatto ricorso a motori particolarmente grossi, preferendo puntare su unità snelle a quattro cilindri preparate a dovere. Nel 1984 tuttavia, l'idea di installare un poderoso V8 su uno dei suoi telai migliori, quello della Esprit, ha dato vita alla concept Lotus Etna.

Il disegno si deve alla Italdesign di Giugiaro, già responsabile delle riuscite linee della stessa Esprit di cui questo modello poteva e doveva rappresentare l'evoluzione in tutti i sensi. Purtroppo, dopo la presentazione al Motor Show di Birmingham nel 1984 il progetto non ha avuto seguito per quasi 20 anni.

Non soltanto motore e stile

Lotus, che aveva in realtà accarezzato l'idea di un V8 già per la Esprit nel '76, rinunciandoci però per ragioni di costi, intendeva fare della Etna la sua prima supercar a motore centrale oltre che la sua autentica vetrina tecnologica. 

Per fare ciò, l'auto avrebbe dovuto ricevere tutte le tecnologie più avanzate prelevate dalla Formula 1, come il controllo di trazione, l'ABS e persino le sospensioni intelligenti con controllo attivo del rollio.

Quanto al V8, si trattava di un'unità totalmente nuova contrassegnata dal codice Type 909 e progettata da Tony Rudd alla fine degli Anni '70 utilizzando molti componenti del 4 cilindri della Esprit. Aveva una cilindrata di 4 litri e una potenza iniziale di ben 320 CV poi elevati a 335.

Lotus Etna
Lotus Etna
Lotus Etna

Le buone impressioni suscitate per un po' hanno davvero alimentato la convinzione che l'auto sarebbe andata in produzione a breve, cosa che in effetti era nei piani ma che non si è verificata a causa di una serie di sfortunate circostanze: difficoltà finanziarie, la morte del patron Colin Chapman avvenuta nell'82 e la successiva acquisizione della Lotus da parte di GM. Senza dimenticare l'aumento dei prezzi della benzina che non aiutava certo i motori più "grossi".

Così, il progetto Etna è stato accantonato in favore di quello noto come M100 che 5 anni più tardi ha dato vita alla Elan a trazione anteriore. Per la cronaca, un V8 sulla Esprit è poi arrivato ma soltanto con l'ultima serie, nel 1996.

Lotus Etna
Lotus Etna

Riscoperta e "rianimata"

La Etna è ricomparsa come per magia nel 2001 quando la Casa ha deciso di tirarla fuori dai magazzini e venderla all'asta, dove è stata acquistata dal collezionista Olav Glasius che ha voluto restaurarla a fondo. Per farlo ha chiamato un ex-ingegnere Lotus diventato ristoratore, Ken Kyers, e suo figlio Neil, i quali lavorandoci hanno scoperto con stupore che la concept aveva a bordo un vero V8 (uno dei due esemplari assemblati da Lotus) con tanto di cambio. 

Durante la progettazione, infatti, Lotus aveva inviato a Italdesign il telaio allungato dell'Esprit, più il motore V8 e il cambio in modo che Giorgetto Giugiaro il suo team potessero progettare l'Etna in funzione di una meccanica reale e non teorica.

A quel punto il nuovo proprietario dell'Etna ha chiesto ai Kyers di darle vita e il semplice restauro si è trasformato in un progetto di completamento dell'auto. Che ha richiesto un anno di lavoro ma ha consentito alla concept car, finalmente marciante, di sfilare a Goodwood.

Fotogallery: Lotus Etna concept 1984