La crisi globale della carenza di chip potrebbe non risolversi il prossimo anno, almeno questi sono i pareri raccolti Automotive News al Salone di Monaco 2021, dove al fianco delle classiche Case auto erano presenti anche numerosi big della tecnologia. Secondo le stime ci vorranno ancora altri 15-20 mesi per superare la carenza di semiconduttori, anche se l'impatto sulla produzione di veicoli dovrebbe attenuarsi nel corso del 2022.
Un problema che nel corso degli ultimi mesi ha visto numerosi brand costretti a rallentare o addirittura stoppare linee produttive, con gravi ripercussioni sulle vendite.
Parola alle big
Intercettato durante la kermesse tedesca il CEO di Daimler Ola Kallenius ha commentato dicendo "Diversi fornitori di chip hanno fatto riferimento a problemi strutturali con la domanda. Ciò potrebbe influenzare il 2022 e [la situazione] potrebbe essere più rilassata nel 2023".
Il suo collega di Volkswagen, il CEO Herbert Diess, ritiene che la situazione non si normalizzerà nei prossimi mesi e persino negli anni a venire, poiché la richiesta di semiconduttori rimane alta e in futuro saranno sempre più necessari.
"L'internet delle cose (Internet of things, per dirla all'inglese) sta crescendo e l'aumento delle capacità produttive delle aziende richiederà tempo. Sarà probabilmente un collo di bottiglia per i prossimi mesi e anni a venire"
Infine secondo il CEO di BMW Oliver Zipse, "La generale difficoltà nella catena di approvvigionamento continuerà nei prossimi 6-12 mesi".
Crisi generalizzata
Brutte notizie quindi per le Case di tutto il mondo: per fare qualche esempio di come la crisi dei chip abbia creato gravi problemi basta pensare a Toyota che ha dovuto rallentare la produzione in alcuni dei suoi stabilimenti, mentre Volkswagen ha dovuto eliminare le autoradio all'interno di alcuni modelli in vendita in Brasile. Ci sono poi anche Ford, Land Rover, Stellantis, General Motors e altri, costretti a modificare il loro regolare programma di produzione.
La mancanza di chip nel mondo dell'auto deve poi fare i conti anche con un'altra problematica: la crescente domanda da parte di aziende tecnologiche al di fuori dell'industria automobilistica. Secondo un recente rapporto di Forbes Apple (pronta a lanciare l'iPhone 13), per esempio, potrebbe aumentare i pagamenti verso i fornitori per assicurarsi la fornitura di chip, a discapito di altre aziende tecnologiche e automobilistiche, senza per questo impattare in maniera sensibile sui propri profitti.
Fonte: Automotive News