Giornata di record in Borsa per due aziende che si trovano geograficamente ai due lati del mondo, una negli Stati Uniti e l’altra in Europa, ma che rappresentano anche due realtà dell’auto agli antipodi, o che almeno potrebbero sembrarlo. Stiamo parlando di Tesla e di Ferrari.

Qui Tesla

La prima in realtà ha fatto registrare più di un record. L’ordine di acquisto per 100.000 Tesla da parte di Hertz è il più grande ordine singolo mai piazzato per auto elettriche e rappresenta circa 4,2 miliardi di dollari di entrate per Tesla.

Elon Musk ha anche precisato su Twitter di non aver fatto sconti all’azienda che, solo un anno fa, è quasi andata in bancarotta (Chapter 11), come diretta conseguenza della pandemia. Hertz, che ha iniziato la sua attività più di un secolo fa con una flotta composta da Model T di Ford, vuole elettrificare tutto il suo parco auto e ordina però delle altre “Model”.

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Elon Musk

The day after: l’azienda di Elon Musk ha raggiunto la capitalizzazione di 1 trilione di dollari. Ha superato in questo modo Facebook ed è entrata nelle top 5 delle aziende più grandi dell’S&P500, dopo pezzi da novanta come Apple, Microsoft, Alphabet e Amazon. Il paradosso, o forse bisogna parlare di new normal, è che Tesla è la prima società con rating di junk bond a raggiungere questo livello di capitalizzazione.  Eppure il titolo viaggia in terreno positivo anche oggi, intorno a quota 1.040 dollari.

Proprio venerdì la società di rating S&P aveva alzato da BB a BB+ il merito di credito di Tesla, ma questo non cambia la sostanza, perché l’azienda rimane sempre al livello di “speculativa” secondo i canoni della finanza. Però diciamo che i creditori possono dormire sonni tranquilli se sotto il cuscino hanno azioni Tesla, magari comprate qualche centinaio di dollari fa, oppure se in garage hanno parcheggiato qualche mezzo a zero emissioni firmato da Musk.

Nel frattempo la Model 3 è stato il modello più venduto in Europa: è la prima volta che un’auto elettrica ha superato auto storiche con motori endotermici. Modelli come la Golf, non tricicli.

Il Cavallino corre

E veniamo da questo lato dell’Oceano. Oggi Ferrari fa registrare il nuovo record storico di prezzo, superando i 200 euro per azione, in attesa di pubblicare i dati della trimestrale il 2 novembre (il titolo ha chiuso a 200,3 euro, +0,4%).

Due aziende sicuramente con business model originali, che affrontano le sfide del futuro su piani diversi. Rimane il fatto che anche la società del Cavallino ha bisogno di ripensare al futuro e, per farlo, forse non è un caso che abbia coinvolto due persone che sono più vicine a Tesla e alla Silicon Valley piuttosto che agli altri produttori di auto.

Benedetto Vigna è dal 1° settembre il nuovo amministratore delegato, un fisico quantistico esperto di semiconduttori ha l’arduo compito di traghettare la Rossa verso il nuovo mondo, in cui sostenibilità sociale e ambientale sono parole d’ordine che prendono il posto di V12 e sound emozionanti.

Benedetto Vigna
Benedetto Vigna

L’altro nome è quello di Jony Ive, collezionista di diverse auto sportive, tra cui anche qualche Ferrari, membro della giuria del Goodwood Festival of Speed. Sembra un uomo più legato al passato che al futuro dell’industria dell’automotive, ma la verità è che per quasi 20 anni, dalla sua matita (o meglio dal suo mouse) sono usciti iPhone, iPad e iPod. Dopo aver lasciato Apple ha creato LoveFrom, la sua azienda con Marc Newson e recentemente ha firmato una collaborazione con la Casa di Maranello. Ancora non è dato sapere cosa uscirà da questo accordo, ma ci sono ottimi presupposti per rimanere sorpresi.

E gli altri?

Tesla e Ferrari quindi agli antipodi, ma se si va a scavare un po’ in profondità, forse non poi così tanto. Clienti diversi, obiettivi diversi e contesto competitivo ugualmente differente per due aziende che però si vedono puntati addosso i riflettori lo stesso giorno perché brillano in Borsa rispetto al resto. E questo è il punto. Dove sono e cosa fanno tutti gli altri produttori di auto?

In Europa alcuni hanno fatto registrare aumenti importanti dall’inizio dell’anno, come Daimler – reginetta fino ad ora con un rialzo dall’inizio dell’anno di oltre il 40% – Volkswagen, ma anche BMW e Stellantis. Negli Stati Uniti c’è chi ha fatto anche molto meglio, come Ford che, dall’inizio dell’anno, è salita di oltre l’80% e offusca General Motors, cresciuta “solo” del 40% o poco meno.

Indubbiamente avevano da recuperare tanta strada, visto che tutte vengono da un periodo lungo, ben più di un anno, in cui hanno sofferto molto in Borsa. Nei prossimi giorni pubblicheranno i dati delle trimestrali e chissà che magari ricevano nuovo vigore da numeri che riusciranno a sorprendere positivamente. Speriamo solo che il tutto non si trasformi in un profondo rosso…non Ferrari, naturalmente.