I 4 cilindri turbodiesel da 2,5 e 2,8 litri dell’italiana VM hanno conosciuto un grande successo commerciale tra gli Anni '80 e l'inizio del nuovo millennio, equipaggiando le versioni europee di modelli popolari come i fuoristrada Jeep da molto prima che il marchio passasse sotto il controllo di FCA e poi di Stellantis. 

Si trattava di motori robusti e ruvidi, meno raffinati dei 2 litri in alluminio che si andavano diffondendo su molte auto in quel periodo ma dalla coppia generosa e particolarmente adatti a quel genere di vetture, con potenza cresciuta negli anni fino a toccare i 200 CV.

Un po' di storia dell'azienda

La VM è stata fondata nel 1947 a Cento (Ferrara) con il preciso scopo di sviluppare e produrre motorizzazioni a gasolio, ancora semisconosciute dal grosso delle aziende automobilistiche. A questa si deve infatti il primo motore diesel tutto italiano, presentato qualche anno prima che Fiat mettesse a punto il suo 1.9 derivato dal benzina della Fiat 1900 e introdotto a fine 1952.

Nel corso degli anni VM, pur essendosi conquistata una certa fama, ha dovuto fare i conti con vari momenti critici e altrettanti passaggi di proprietà: nel 1970 è finita sotto il controllo dell'IRI (come poi Alfa Romeo) nel 1995 è stata acquisita da Detroit Diesel prima e da General Motors poi, terminando infine con il ritorno in mani italiane, quelle di Fiat, che ne ha acquisito il 50% nel 2011 e il restante 50% nel 2014 già come FCA.

Motori, i turbodiesel VM 425 e 428

I diesel da 2,5 litri

I 4 cilindri da 2,5 litri siglati semplicemente 425 sono stati tra le realizzazioni più longeve e apprezzate di VM, più volte perfezionati nel tempo per migliorarne prestazioni, affidabilità e adeguarne le emissioni alle normative. La prima versione R425 OHV risale agli Anni '80, montata su Alfa Romeo 155 e 164, Chrysler Voyager, Jeep Cherokee, già con potenza superiore a 100 CV, e vari altri modelli include berline Ford e fuoristrada Land Rover.

In quella prima configurazione, il motore aveva la poco moderna soluzione delle testate separate, con un singolo elemento per ogni cilindro che risultavano però soggette a particolare usura, ruggine e cedimenti. La distribuzione era ad asse a camme laterale comandato da una cascata di ingranaggi, l'iniezione indiretta in seguito sostituita da quella diretta (R425 DOHV).

Il deciso balzo si è compiuto all'inizio del nuovo millennio con la versione R425 DOHC dotata di doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro e finalmente testate in un solo pezzo, oltre che di iniezione common rail.

La potenza andava da 118 a 141 CV e la coppia arrivava fino a 340 Nm. Questo motore è stato utilizzato su Chrysler Voyager dal 2001 al 2007 e sulla Jeep Cherokee serie KJ fra 2002 e 2004 con la caratteristica sigla CRD (Common Rail Diesel). Una versione depotenziata a 100 CV ha equipaggiato dal 2006 al 2009 anche i taxi di Londra LTI TX4.

Motori, i turbodiesel VM 425 e 428

La variante 2.8

Nel 2001, VM ha realizzato una seconda versione del motore con cilindrata porta a 2,8 litri. Siglato R428 DOHC, condivideva la distribuzione bialbero con le 16V e l'iniezione common rail del 2.5 ed era disponibile in tre potenze: 128, 148 e 163 CV. Destinazione, ancora una volta, le versioni europee di Chrysler Voyager e Jeep Cherokee, nel secondo caso inizialmente in combinazione con il cambio automatico e la più raffinata trasmissione Selec-Trac.

Nel 2007 è stata la volta della versione RA428 DOHC, la cui potenza è salita a 177 CV mentre la coppia è arrivata a 460 Nm: il common rail utilizzava nuovi iniettori piezoelettrici e la turbina a geometria variabile con attuatore elettrico.

A fine 2010 il 2,8 litri si è adeguato alla normativa Euro 5 evolvendo ancora: l'impianto common rail ha raggiunto i 1.800 bar di pressione massima di iniezione ed è stato accompagnato da modifiche ai collettori di aspirazione e alla valvola EGR per abbattere le emissioni. La potenza della nuova unità, ora siglata A428, è salita ancora fino a raggiungere i 200 CV e una la coppia di ben 500 Nm.

Motori, i turbodiesel VM 425 e 428

In quest’ultima versione, che rappresenta l'apice dello sviluppo, il 4 cilindri VM è stato utilizzato ancora da Jeep Cherokee, nella successiva generazione KK, e da Jeep Wrangler JK oltre che dall'ultima serie di Voyager proposta da queste parti con il marchio Lancia.

Quasi tutti questi modelli hanno avuto una carriera relativamente breve. Cherokee KK è rimasto in listino per soli 4 anni, dal 2008 al 2012, e ha lasciato il posto a un SUV nato su una piattaforma a motore trasversale che utilizzava altrettanto nuovi motori Multijet da 2,2 litri. Wrangler JK ha invece continuato a offrire il 2.8 fino alla fine della carriera, nel 2018, mentre la successiva serie JL è anch'essa passata ai più recenti e "snelli" 2.2 MJT.

Motore Potenza Anni di produzione Modelli
R425 OHV-DOHV 100-125 CV 1987-2001 Alfa Romeo 155 e 164, Chrysler Voyager, Jeep Cherokee XJ e Grand Cherokee WJ, Ford Scorpio, Range Rover I 
R425 DOHC 100-163 CV 2001-2007 Chrysler Voyager, Jeep Cherokee KJ, LTI TX4
R428 DOHC 128-163 CV 2001-2007 Chrysler Voyager, Jeep Cherokee KJ
RA428 DOHC 177 CV 2007-2008 Chrysler Voyager, Dodge Nitro, Jeep Cherokee KK e Wrangler JK
A428 200 CV 2010-2012 Jeep Cherokee KK e Wrangler JK, Lancia Voyager