Alcuni vertici della Motor Valley, la Terra dei Motori romagnola famosa in tutto il mondo come eccellenza del Made in Italy nel settore auto, si sono riuniti in un convegno in occasione di Expo Dubai 2020 per raccontare che cosa succederà a questo simbolo internazionale nato e vissuto fra bielle e pistoni quando tutto sarà elettrico.
L'obiettivo è stato fin da subito molto chiaro: la Terra dei Motori si è distinta da sempre per la sua capacità di creare auto speciali e deve essere un simbolo e un modello da seguire anche quando i motori saranno a zero emissioni.
Alla tavola rotonda "The Secret Ingredient to Create a Supercar" hanno partecipato il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; il Vicepresidente Global&After Sales di Ducati, Francesco Milicia; il CEO di Dallara, Andrea Pontremoli; il Capo della Comunicazione Lamborghini, Tim Bravo, e il CEO di Autopromotec, Renzo Servadei.
Tra conoscenza tecnica e passione pura
La "Motor Valley" - lo ricordiamo - comprende Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini, Dallara e Pagani come principali brand mondiali, ma quella stessa terra è fatta anche di oltre 16.000 piccole e medie imprese per quasi 70.000 posti di lavoro.
Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha detto a riguardo:
"La costruzione di queste filiere, dalla componentistica alla realizzazione di questi straordinari gioielli, nasce da una storia e una tradizione che ha fatto la differenza dal punto di vista di non trovare in un altro luogo del mondo le competenze e professionalità come quelle che ci sono in Emilia Romagna.
La vera sfida è proiettare nel futuro, dentro la transizione ecologica e digitale, la nuova Motor Valley, che è diventata persino un prodotto turistico che vendiamo nel mondo, perché 4 circuiti, 29 tra musei e collezioni private, fabbriche che si aprono ai turisti, non ce le ha nessun altro luogo al mondo. La vera sfida non è il racconto di una storia straordinaria, ma la proiezione di un futuro altrettanto meraviglioso."
E secondo Andrea Pontremoli, CEO di Dallara, sono i meccanismi più piccoli che hanno reso davvero grande la Motor Valley:
"Quelle 16.000 piccole e medie imprese sono il vero segreto. La mia compagnia Dallara lavora nel motorsport, e cosa impariamo dal motorsport lo trasferiamo come conoscenza e tecnologia agli amici della Motor Valley. Il futuro di questa terra sta nello studiare direttamente il futuro dell'automotive in generale, e del motociclismo ad alte prestazioni. Abbiamo tutta la conoscenza per farlo nella nostra regione."
Lamborghini nel frattempo ha intenzione di puntare molto sul digitale e sul diventare un marchio che "racconta storie" (lo "storyteller" per usare un termine inglese), mantenendo un rapporto il più possibile umano. Tim Bravo, Capo della Comunicazione per il Toro, lo spiega:
"Siamo molto fieri di avere una posizione di rilievo in quest'area, perché dimostra da una parte l'incredibile appeal del brand, ma anche la forza che lo storytelling ha maturato negli ultimi anni. Vogliamo avere un approccio umano perché dietro a ogni macchina ci sono persone."
Ducati allo stesso modo è fiera di far parte della Motor Valley e della sua schiera di clienti appassionati "che sono i primi rivenditori", tant'è che nel corso del tempo è nata la parola "ducatista" per descrivere chi non può resistere al marchio motociclistico italiano. Il Vicepresidente Global Sales e After Sales Francesco Milicia è entusiasta della grande varietà della Terra dei Motori, che unisce conoscenza tecnica e passione:
"Dobbiamo essere grati alla Motor Valley perché sta davvero mettendo in mostra l'unicità di quest'area, dove trovare sia scuole tecniche e università, sia circuiti come Imola e Misano dove le persone possono esaudire i loro sogni per le corse."
Per concludere riprende la parola il Presidente Bonaccini, che ha sottolineato l'importanza per la Motor Valley di "vincere la sfida dell'elettrico" e far rimanere la Terra dei Motori un'icona da seguire anche dopo la transizione alle zero emissioni. E per realizzare questo sogno, secondo Bonaccini, servono tre cose:
"La prima sono le competenze, le persone, e in questo senso abbiamo presentato a Dubai Muner, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna.
La seconda sono gli strumenti, in particolare verso la transizione digitale, e la prossima primavera arriverà uno dei cinque supercomputer nella lettura dei big data, il più potente d'Europa. E a tal proposito ho incontrato la Future Foundation, con cui molto probabilmente sigleremo un accordo sui Big Data nei prossimi mesi.
Infine, la terza è la modalità con cui costruire la transizione verso elettrico: le istituzioni devono mettere a disposizione delle imprese gli strumenti per l'innovazione e la digitalizzazione e favorire incontri tra saperi e genialità".