Il 2021 di Renault è stato un anno da incorniciare, con il ritorno al profitto dopo 3 anni di rosso. Sono i primi risultati della "cura" Luca De Meo e della sua Renaulution, quella rivoluzione industriale che passa e passerà dall'elettrico. Un primo e positivo passo, con la consapevolezza che il 2022, tra la coda lunga della crisi dei chip e l'aumento dei costi delle materie prime, non sarebbe stato facile.

Poi è arrivata la guerra in Ucraina che ha sparigliato, in maniera prorompente e tragica (in primis sul fronte umano, è bene ricordarlo) nuovamente le carte sul tavolo. Le reazioni dei vari Paesi sono state dure, con un sempre più duro embargo economico nei confronti della Russia, passato attraverso sanzioni e l'abbandono in massa di multinazionali, alle quali si è unita anche Renault.

Una decisione non facile perché quello russo è per la Losanga il secondo mercato mondiale, dopo quello francese, ma le pressioni internazionali e interne, con il presidente Emmanuel Macron (lo Stato detiene il 15% delle azioni Renault) a chiedere che tutte le aziende transalpine terminassero le proprie operazioni sul suolo russo.

Per la Losanga ciò ha implicato la chiusura dello stabilimento di Mosca - aperto nel 2005 - dove vengono assemblati quattro modelli dell'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi: Dacia Duster, Renault Kaptur, Renault Arkana e Nissan Terrano, per un totale (riferito al 2020) di circa 75.000 unità all'anno.

Situazione complessa

La sospensione di tutte le attività industriali sul suolo russo mette così a tacere le critiche degli ultimi giorni (arrivate anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj), ma avrà un impatto sulle prospettive finanziare per il 2022. Renault stima infatti una riduzione del margine operativo, passando dal 4% al 3%, assieme a un flusso di cassa operativo del Ramo Auto positivo (contro una stima superiore al miliardo di euro). Molto probabile quindi che i 2 lanci programmati per il mercato russo, anticipati in una slide mostrata in occasione della presentazione dei risultati 2021, verranno rimandati. 

Contrazione dovuta a vendite ridotte, con numerosi modelli marchiati Renault nella classifica delle 25 auto più vendute in Russia nel 2021, dove dominano le Lada Vesta e Granta e la Losanga conta 5 modelli in lista: Renault Duster, Renault Logan, Renault Sandero, Renault Kaptur e Renault Arkana, per un totale di 482mila immatricolazioni nell scorso anno.

Lada Granta - Russia
Lada Granta
Lada Vesta Sport
Lada Vesta Sport

Una "situazione molto complessa" per l'azienda, secondo le parole di Luca De Meo che, stando a quanto riportato da Automotive News, in un video trasmesso ai dipendenti ha sottolineato come la Casa metterà davanti a ogni cosa la sicurezza dei propri dipendenti.

Per ora però il piano strategico Renaulution rimane confermato e, come dichiarato nella nota stampa "Il Gruppo porta avanti la sua politica commerciale basata sul valore, consolida la sua competitività e accelera il programma di riduzione dei costi".

La questione Lada

La situazione non riguarda unicamente i marchi Renault e Dacia: la questione si allarga infatti anche ad AvtoVAZ - controllata da Renault e che produce nella fabbrica di Togliatti i modelli marchiati Lada - per i quali c'è (o forse è meglio dire "c'era) in programma una sorta di "fusione" meccanica con Dacia, grazie alla quale i nuovi modello della Casa russa avrebbero utilizzato pianali e tecnologie del brand low cost del Gruppo Renault.

AutoVAZ Togliatti, vista panoramica
AutoVAZ Togliatti, vista panoramica
Togliatti, fine produzione
La linea di produzione della fabbrica di Togliatti

Un modo per ridurre i costi e aumentare i profitti che ora, con la guerra in corso, viene messo in stand-by ma che, secondo fonti citate da Automotive News, non comporterà pericoli per la redditività di Dacia.

Il futuro stesso della partecipazione di Renault nella Casa russa è in discussione, come si legge nella nota stampa "Il Gruppo sta valutando le possibili opzioni sulla sua partecipazione in AVTOVAZ".

Pericolo nazionalizzazioni

Un'altra questione delicata e importante riguarda il futuro dello stabilimento moscovita di Renault e di tutte le fabbriche delle varie Case che hanno abbandonato la Russia: sembra infatti sempre più probabile che il presidente russo Vladimir Putin possa dare il via a un'operazione di nazionalizzazione di tutti i beni delle aziende che hanno chiuso le attività nel Paese. Proprio in questo senso si è tenuto mercoledì un primo meeting tra le autorità russe e i vertici Renault, per discutere del futuro della fabbrica. 

Una mossa tesa ad assicurare una continuità nel mercato interno, anche se difficilmente potrebbero tornare a lavorare a pieno regime. L'embargo commerciale nei confronti della Russia infatti sta stringendo sempre più le maglie, sommandosi alla crisi dei chip e delle materie prime.