Trova un primo ostacolo istituzionale la proposta della Commissione europea per lo stop ad auto benzina e diesel dal 2035 e passare di fatto al tutto elettrico. Il “no” arriva dalla commissione Trasporti del Parlamento Ue, dove l’eurodeputato Massimiliano Salini (del Partito popolare europeo, eletto con Forza Italia) ha spinto per una modifica al pacchetto Fit for 55.
È stato quindi approvato un parere sul regolamento sugli standard di CO2 dei veicoli per chiedere che le vetture immatricolate dalla metà del prossimo decennio riducano le loro emissioni del 90%, invece del 100% proposto dall’esecutivo europeo. Così potrebbe rimanere spazio nei concessionari per i motori a combustione, alimentati però con biocarburanti o efuels.
Proposto il metodo LCA
Lo fa sapere lo stesso Salini su Facebook, specificando che il testo, oltre a introdurre “deroghe per i piccoli produttori e un sistema di crediti e incentivi ai combustibili alternativi con cui decarbonizzare il parco auto circolante”, propone di “cambiare gradualmente anche la metodologia di calcolo delle emissioni”.
In pratica, di “passare dal conteggio tail-pipe, che quantifica le emissioni con i gas di scarico dei veicoli, all’approccio life-cycle (assessment, ndr)”, abbreviato in LCA, che valuta la CO2 rilasciata dall’auto durante l’intero ciclo di vita: dall’estrazione delle materie prime alla circolazione su strada, passando per la produzione.
I prossimi passi
Salini esulta, perché puntare sui motori endotermici alimentati da nuovi carburanti significa, secondo lui, “scommettere sulla capacità delle nostre imprese di innovare, puntando sui combustibili rinnovabili e alternativi”. Un tema che appare caro a una parte della politica italiana e del Governo, che ha ribadito più volte la sua posizione sull’argomento, soprattutto per bocca del ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
E questo nonostante il primo ok italiano al phase-out al 2035 dello scorso dicembre per allinearsi con il resto d’Europa. Ora la palla passerà comunque alla commissione Ambiente e poi all’aula del Parlamento Ue, prima di arrivare sul tavolo del Consiglio europeo per quello che sarà l'ultimo passaggio per decidere in via definitiva quale dovrà essere il futuro dell’auto nel Vecchio Continente.