Da quando il car sharing ha iniziato a prendere piede molti osservatori hanno sostenuto che si trattasse di un modello di business difficile da rendere profittevole. Troppo oneroso gestire le flotte dei servizi di free floating, con auto da pulire, revisionare e mantenere sempre in piena efficienza mantenendo tariffe concorrenziali.

Proprio per questo motivo nel 2019 due tra i più importanti player europei come Car2Go di Daimler e DriveNow di BMW si sono uniti, dando vita a Share Now, servizio di car sharing con una flotta eterogenea, composta da una piccola smaccatamente cittadina come la smart fortwo a modelli più grandi come la BMW Serie 2 Active Tourer.

A 3 anni dalla sua nascita ora Share Now si prepara a un importante cambio di casacca con l'acquisizione da parte di Stellantis, annunciata oggi. Ma perché il Gruppo guidato da Carlos Tavares, manager da sempre molto attento al contenimento costi, si è lanciato in un'operazione del genere?

Puntare sulla piccole

Un primo spunto arriva direttamente dalla foto che ha accompagnato il comunicato stampa, dove una Fiat 500 è messa di fronte a una Citroen Ami. Un quadriciclo elettrico, tipologia di veicolo che potrebbe rappresentare la vera "rivoluzione" del car sharing targato Stellantis.

Citroen Ami
Citroen Ami

Un modello probabilmente molto più sostenibile nell'ottica delle flotte condivise, sia per la sua natura emissioni zero sia per la sua dimensione unicamente cittadina, con batteria da appena 5,5 kWh e un'autonomia di 70 km.

Cosa significa questo? Che i tempi di ricarica rispetto a un'auto elettrica "tradizionale" si abbassano - e di molto - riducendo il fermo macchina e permettendo di attaccarsi a semplici prese di tipo domestico per "fare il pieno" in appena 3 ore.

Opel Rocks-e (2021)
Opel Rocks-e

Citroen Ami e la sua "cugina" Opel Rocks-e rappresentano in effetti una tipologia di veicoli ideale per muoversi in città: ancora più piccola di una smart fortwo e - potenzialmente - utilizzabile anche da clienti over 14.

Bisogna poi sottolineare il fatto che il quadriciclo elettrico francese viene già utilizzato nel servizio di car sharing di Free2Move, attualmente attivo a Parigi, Madrid, Austin, Washington, Portland, Columbus e Denver.

Si abbatte la manutenzione

Puntare su una tipologia di veicoli come Citroen Ami e Opel Rocks-e permetterebbe poi di abbattere i costi di manutenzione: la propulsione elettrica infatti richiede meno interventi rispetto alla termica. Sul piatto poi i quadricicli Stellantis mettono un'idea furba come le portiere con apertura convenzionale da una parte e controvento dall'altra: in questo modo si ha un solo stampaggio e si minimizzano i costi di produzione. Soluzione perfetta per un car sharing in free floating, dove i danni possono essere all'ordine del giorno.

Alle Citroen Ami e Opel Rocks-e potrebbero (il condizionale è d'obbligo) aggiungersi altri veicoli "gemelli", compresa la tanto chiacchierata nuova Fiat Topolino, che molti vorrebbero pronta a rinascere proprio in veste di quadriciclo elettrico.

Sharing emissioni zero

Certo, l'eventuale trasformazione della flotta di Share Now è ancora tutta da capire ma, guardando al car sharing offerto da Free2Move nelle 7 città in cui è attivo, pare ormai chiaro come - almeno in Europa - l'obiettivo sia quello di offrire piccole auto elettriche dedicate quasi esclusivamente alla città, lasciando a soluzioni come il noleggio a breve termine la possibilità di prendere modelli più grandi, ideali per gite fuori porta.

Per esempio la flotta attiva a Parigi è composta da Citroem Ami, C-Zero e Peugeot iOn mentre quella di Madrid ha le 2 elettriche Citroen, Peugeot 208 elettrica e DS 3 Crossback.

Quello che è certo è che, come tanti altri colossi del mondo auto, anche Stellantis si sta muovendo sempre più decisa verso un futuro che lo porterà a essere un fornitore di mobilità e non più un "semplice" produttore di auto. Un'evoluzione necessaria per resistere ai sempre più dirompenti cambiamenti degli ultimi tempi. 

Fotogallery: Citroen Ami