La storia delle Case automobilistiche e del significato dei loro loghi racconta spesso vicende affascianti. Parecchi emblemi sono cambiati nel tempo, così come i nomi e le ragioni sociali, ma sempre seguendo un percorso comune. Sebbene con qualche eccezione.

Uno dei casi più curiosi è quello di Audi, che oggi conosciamo come "La Casa dei Quattro Anelli", ma che in realtà ha ereditato quell'emblema, nato molto dopo la sua originaria fondazione e in origine non destinato a lei, o per lo meno non soltanto.

Da una costola di Horch

La storia della fondazione di Audi, non meno curiosa, risale a molti anni prima, esattamente al 1910, quando August Horch, fondatore dell'omonima Casa automobilistica produttrice di vetture di prestigio, fu costretto a creare una nuova società essendo stato estromesso dal consiglio di amministrazione della Horch.

In aggiunta a questo, gli fu vietato di dare alla nuova compagnia il suo nome. Per risolvere il problema, adottò un semplice stratagemma, quello di utilizzare una parola equivalente in un'altra lingua. Il suo cognome Horch, imperativo del verbo horchen che in tedesco significa "ascoltare", assunse la stessa declinazione del verbo latino "audire": diventò quindi "Audi".

Le strade delle due società rivali erano tuttavia destinate a incrociarsi di nuovo, cosa che accadde all'inizio degli Anni '30, quando la crisi economica e i deludenti risultati commerciali di alcuni nuovi modelli spinsero sull'orlo del fallimento non soltanto Audi e Horch, ma anche un altro marchio prestigioso come Wanderer.

A salvarli intervenne la "piccola" DKW, già entrata parzialmente nell'azionariato di Audi, che finì per rilevare tutti e tre i brand di lusso e avviare una mega-fusione societaria da cui nacque il gruppo Auto Union, per il quale fu scelto come simbolo quello dei quattro anelli incatenati a sancire il legame tra le quattro Case che mantennero la propria identità dividendosi le fasce di mercato.

Audi 920 1938
Audi 920 1938

L'unica sopravvissuta

Per capire come Audi sia emersa da questa situazione diventando la Casa che è oggi occorre spostarsi qualche anno in avanti, per l'esattezza nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che aveva lasciato il gruppo Auto Union, stabilitosi a Ingolstadt, in grande difficoltà e finito per sacrificare proprio il marchio Audi, il meno strutturato di tutti e quattro. Audi finì per essere addirittura soppresso.

Auto Union

La sua rinascita avvenne a metà degli Anni '60, quando Auto Union fu dapprima rilevata da Daimler-Benz e poi scorporata e ceduta gradualmente a Volkswagen, con la sola eccezione del marchio Horch (di cui Audi tornerà in possesso soltanto molti anni dopo completando idealmente la "rivincita" di August Horch).

La Casa di Wolfsburg, in piena espansione, cercava un marchio di lusso e con Horch indisponibile scelse di resuscitare Audi, attribuendogli definitivamente il logo dei quattro anelli dell'ormai scomparsa Auto Union e che fino a un attimo prima, identificava le berline DKW.

Audi 80-90 1966
Audi 80-90 1966

Le pietre miliari

Da quel momento iniziò il lento processo di rinascita dell'Audi come la conosciamo oggi. Il primo modello fu la F103, che prese il posto della DKW F102 rappresentandone di fatto l'evoluzione. Poi ci furono la Audi 80 e la 100, rispettivamente le antenate delle odierne A4 e A6.

Audi 100 1968
Audi 100 1968
Audi Quattro 1980
Audi Quattro 1980

Dalla famiglia della 80, nel 1981 prese vita la leggendaria coupé Quattro, che portò al debutto l'omonima trazione integrale oggi vanto dell'azienda. Poco prima, nel 1979, uscì la Audi 200, la prima vera ammiraglia del marchio che diede vita alla dinastia proseguita poi con la V8 e a seguire con la A8.

Audi A3 1996
Audi A3 1996
Audi TT 3.2 2004
Audi TT 3.2 2004

Sull'altro lato del listino, invece, Audi tentò di insinuarsi nel segmento delle utilitarie con la poco fortunata Audi 50 del '74, cugina della Volkswagen Polo, seguita solo dopo molti anni dall'originale monovolume A2 di inizio terzo millennio e poi con l'attuale A1.

Audi A2 1999
Audi A2 1999

Più fortunata, almeno nella continuità, la sorte nella fascia delle compatte, approcciata nel '96 con la prima generazione di A3, oggi arrivata alla quarta generazione. Da questa, inoltre, nel '98 nacque la TT, un altro modello che negli ultimi vent'anni ha incarnato i valori di eleganze e sportività del marchio come pochi altri. E' lei ad essere stata considerata dal grande designer Walter de Silva, per anni capo del design del brand e poi dell'intero Gruppo, "la vera espressione della filosofia Audi".

Fotogallery: I 90 anni del logo dei Quattro Anelli