I concessionari auto nel 2022 hanno venduto meno auto ma hanno registrato un aumento complessivo di ricavi. Questo è quanto emerso nella giornata dell'Automotive Dealer Report 2023 di Italia Bilanci, organizzata a Torino da AnticrisiDay.

Le auto immatricolate complessivamente sono state poche, anche se leggermente di più del minimo storico, a fronte di un fatturato aumentato e di una redditività - il guadagno netto - che ha raggiunto il valore più alto dal 2005. Ecco tutti i numeri del settore e le preoccupazioni per il futuro.

Crescita costante

Prima di tutto partiamo da quello che ormai è un dato di fatto: il numero di auto immatricolate nel corso del 2022, molto basso e pari a 1 milione e 316 mila veicoli, il valore più critico di sempre escludendo il minimo storico toccato esattamente 10 anni fa, nel 2013.

Si tratta di un numero non positivo e ancora peggiore se filtrato riguardo le auto 100% elettriche, che si sono fermate al 3,7% del totale delle vendite - una questione che abbiamo già avuto modo di spiegare diverse volte negli ultimi mesi su InsideEVs.it.

 Foto - Il futuro di Lancia comincia dalle concessionarie

Il futuro di Lancia comincia dalle concessionarie

Nonostante questo, il settore ha registrato dei numeri di crescita positivi per quanto riguarda le auto ibride - sia diesel che benzina - che hanno raggiunto una quota complessiva del 37% sul totale dell'immatricolato.

Guardando questi numeri in riferimento al settore dei dealer, il calo di immatricolazioni e di vendite non ha fatto registrare delle perdite, comportando un aumento complessivo del fatturato medio (che negli ultimi anni ha registrato una crescita costante del 3%) e della redditività (+1,8%), in tutte le fasce.

La crescita delle auto ibride nel 2022

Le preoccupazioni del settore

Nonostante i valori positivi segnati, nel 2022 è diminuita la percentuale di vendita a privati dai concessionari, scesa fino al 59%, a dimostrazione del nuovo appezzamento da parte del pubblico delle formule di noleggio lungo termine, un settore cresciuto del 15,8% nell'ultimo anno.

Nel corso dell'evento il Presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, ha commentato:

c'è “necessità di passare dalla competizione alla cooperazione, soprattutto in una logica associativa con la quale affrontare l’evoluzione normativa che regolamenta il settore”

Lo stesso ha poi espresso alcuni dubbi riguardo il nuovo regolamento europeo UE 720/2022 riferito alla evoluzione dei concessionari in agenti di vendita sul territorio, direttamente collegati in maniera verticale alle Case auto stesse, una questione che abbiamo affrontato sempre su queste pagine alcuni mesi fa. A tal proposito il manager ha commentato:

“Con il regolamento UE 720/2022 si va verso una destrutturazione del sistema automobilistico, però quando il costruttore è anche agente venditore, c’è il rischio che diventi proprietario del mercato, con il controllo totale della mobilità."

Infine, De Stefani Cosentino ha concluso il suo intervento parlando della data del 2035 e prevedendo un suo possibile slittamento a causa anche degli aiuti di Stato italiani non sufficienti:

"Nel 2035 è previsto l’abbandono dell’endotermico. Ci sarà certamente uno slittamento, ma anche nello slittamento resta l’incertezza, soprattutto se confrontiamo gli aiuti di stato: l’Italia ha previsto 700 milioni per l’installazione delle colonnine di ricarica, in Germania gli aiuti sono tra i 6 e i 7 miliardi”.

Le preoccupazioni degli automobilisti

Nel corso dell'evento è intervenuto anche Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic, che ha presentato in anteprima le ultime rilevazioni sulla propensione di acquisto da parte degli automobilisti.

Dallo studio, composto da mille interviste, è emerso un generale clima di preoccupazione da parte di chi vorrebbe comprare un'auto nuova. Lo stesso Bardazzi ha commentato:

“La prima a dominare è l’inflazione, il 62% degli intervistati avverte prezzi in crescita, a seguire c’è la preoccupazione per il conflitto Russia-Ucraina e al terzo posto il calo del potere di acquisto familiare”.

La società finanziaria nel gennaio 2023 ha rilevato che soltanto il 30% degli intervistati sarebbe disposto a comprare oggi un’auto nuova, di questi il 35% vorrebbe un’ibrida, il 22% non saprebbe quale motorizzazione scegliere e solo il 10% sceglierebbe un’auto 100% elettrica.