Che la Cina rappresenti uno dei timori (se non il più grande) per l'industria automobilistica europea è ormai lampante. I colossi orientali stanno arrivando in maniera sempre più massiccia nel Vecchio Continente con i loro modelli elettrici, approfittando del vantaggio accumulato nel corso degli anni e dei prezzi concorrenziali.

Come fare per contrastare questa "invasione" che rischia di sovrastare, senza lasciare ossigeno, i Gruppi europei? Questa è forse la domanda del secolo e la risposta non è necessariamente complessa. "Devono esserci regole del gioco. Bisogna rispettare il principio di reciprocità". Parole di Luca De Meo, ad del Gruppo Renault e presidente dell'Acea (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili), intervistato in occasione del Festival dell'Economia di Trento.

Fare squadra 

Un mantra che però non deve riguardare i singoli Gruppi europei. "Siamo concorrenti con, ad esempio, Volkswagen e Stellantis e non ci possiamo mettere d'accordo tra di noi, non sarebbe permesso. Quello che conta di più è dare ai nostri clienti quello che vogliono" ha sottolineato De Meo, chiedendo che la cosa venga gestita a livello comunitario.

"Io personalmente sono dell'idea che non possiamo rinunciare all'efficienza che ci dà un mercato globale ma ci devono essere delle regole del gioco. C'è un principio di reciprocità che deve essere rispettato per permettere a tutti quanti di competere. Noi quando siamo andati in Cina con il Gruppo Volkswagen [dove De Meo ha lavorato dal 2009 al 2020, ndr] qualche anno fa non siamo andati con le mani in tasca e tutto è stato facile. Bisognava fare joint venture, bisognava investire e localizzare. Non possiamo permettere a tutti quanti di entrare in Europa senza contribuire alla crescita dell'ecosistema europeo"

Ci vuole quindi una direzione precisa data dall'Unione Europea, per non chiudere i confini e rifugiarsi nel protezionismo, ma approfittare anche dell'arrivo di nuovi brand per aiutare la crescita economica. Proteggere quindi gli investimenti nel Vecchio Continente per non mettere in crisi un'industria fondamentale come quella automobilistica.

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Anche perché i vantaggi della Cina sono evidenti: occupa la parte alta della catena del valore, lavora sull'elettrico da anni e controlla anche il mercato dei semiconduttori, fondamentali per le auto del futuro.

Ma il "fare squadra" indicato da De Meo non riguarda unicamente ciò che viene dall'esterno. Anzi. Durante l'intervista infatti si è parlato dell'altro tema che tiene banco in Europa: la transizione energetica.

"Il regolatore ci deve dire dove vuole che noi arriviamo ma non esattamente come dobbiamo farlo. Continuo a chiedere che ci lascino la possibilità di trovare soluzioni. Bisogna ascoltare la gente che sta facendo ricerca e sviluppo, perché ci sono difficoltà tecniche da superare. L'industria europea dell'auto fino al 2030 sta investendo 250 miliardi in modelli a batteria, ma se non ci sono punti di ricarica la gente non le compra"

Renault Scenic Vision

Renault Scenic Vision

Un elettrico sul quale il numero uno di Renault ha sempre espresso dubbi, ritrovandosi in buona compagnia, con altri top manager scettici riguardo l'all-in sull'elettrico imposto dall'Europa. Il manager italiano ha citato idrogeno ed e-fuels, sottolineando quindi il bisogno di un approccio che guardi alla neutralità tecnologica puntando alle emissioni zero. Anche il tema Euro 7 è tornato alla ribalta e De Meo ha ricordato i grandi problemi a esso collegati.

Come Acea stiamo cercando di dribblare regolamentazioni che consideriamo non opportune e non proporzionali. C'è il dibattito sul fatto che si voglia mettere un'altra regolamentazione a breve, che ci distrarrebbe dalla missione di trasformare l'industria, sia dal punto di vista di risorse sia economiche, perché metteremmo soldi su cose che non hanno un futuro. Mi augurerei che ci sia una revisione da parte di UE per modificare l'Euro 7. Siamo allineati con il Governo italiano che ha preso una posizione molto chiara in questo senso": siamo allineato a governo italiano

Euro 7 che ha scaldato gli animi di numerosi costruttori, facendo scattare anche l'allarme sul più che probabile rincaro dei listini delle auto.

Di certo lavorare di concerto non è facile ma quello della CO2 è un problema globale e un approccio ad aree geografiche non aiuta di certo. C'è bisogno di  un gioco di squadra tra nazioni e industria, lavoro di certo non facile e che non deve guardare unicamente al trasporto su gomma ma tutti i tipi di trasporti.

Le altre sfide per il futuro

"È come se avessimo giocato a calcio per 100 anni, facevamo sempre la stessa cosa, lo stesso allenamento. Quello che sta succedendo - e lo vedo come opportunità - ci stanno chiedendo di fare le Olimpiadi, dicendo che non dobbiamo più fare uno sport ma farne cinque. Ora o prendo lo stesso atleta per fargli fare tutti gli sport, ma non farà il record del mondo, oppure prendo 5 atleti con caratteristiche diverse e li specializzi. Noi abbiamo fatto questa seconda scelta. Ma quali sono gli sport? Elettrico, software, servizi, piattaforme ed economia circolare"

Mobilize Solo and Ileo

Mobilize Solo e Ileo

Discipline differenti e nuove per il mondo auto, che richiedono anche know-how derivanti da altre industrie (la transumanza dalla Silicon Valley ai big dell'automotive è cosa nota e va avanti da tempo). Per quanto riguarda il Gruppo Renault la scelta è stata quella di giocare su più fronti con atleti differenti. Un esempio è la nascita di Mobilize, azienda specializzata in servizi di mobilità o di The Future is Neutral, il cui focus è sulla circolarità.