"A tutti dico: state attenti. A chi si siede io gli tolgo la sedia di sotto", disse Sergio Marchionne quando si presentò in Chrysler. E il suo successore, Carlos Tavares, le sedie le sta facendo girare. Anzi, facendo bene il conto dopo l’ultimo rimescolamento del management che Stellantis renderà operativo dal prossimo primo luglio, qualcuna sembra essere sparita nonostante i marchi siano molti di più di allora. Facciamo un conto veloce. FCA aveva Fiat, Abarth, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Chrysler, Jeep e Dodge.
Solo successivamente fu creata RAM e Ferrari fu scorporata. PSA aveva in pancia Peugeot, Citroen, DS e Opel. A questi oggi bisogna sommare i brand di mobilità Free2Move e Leasys. Una galassia formata da 16 pianeti (21 considerando i sotto gruppi) che però non rispetta più una regola organizzativa che appariva immutabile quanto quella della gravitazione universale: un responsabile per ogni marchio. E se a qualche manager ne veniva affidato uno in più, era per un interim destinato ad essere superato.
La riorganizzazione annunciata da Stellantis va esattamente nella direzione opposta. Dunque i marchi sono aumentati, ma le sedie stanno diminuendo. Una in meno è sicuramente quella di Harald Wester. Il manager tedesco va infatti in pensione e le sue funzioni di Chief Engineering Officer vengono affidate a Ned Curic che le accorpa a quelle di Chief Technology Officer.
Il comunicato afferma che "le responsabilità aggiuntive di Ned Curic contribuiranno alla trasformazione continua di Stellantis in un’azienda tecnologica per la mobilità sostenibile, garantendo l’allineamento tra la visione strategica e l’implementazione dei progetti della funzione R&D di Stellantis".
La nota aggiunge che Sébastien Jacquet é nominato Deputy, responsabile dei Progetti e delle Cross Car Lines. Tale funzione, a guardare il profilo Linkedin del dirigente francese, sembra appartenergli già dal febbraio del 2022. E allora la novità sta nella parola Deputy. Che cosa vuol dire? Che diventa il vice di Curic. Anche in questo caso, meglio una sedia in meno – o più piccola – che una figura in più.
Ma ci sono anche altri esempi. Timothy Kuniskis, veterano di Chrysler con 31 anni di onorato servizio, accorperà la responsabilità del marchio Dodge a quella di Ram prendendola da Mike Koval. Quest’ultimo è destinato a diventare capo di Mopar in Nord America. Dunque parliamo del passaggio da una funzione globale ad una regionale e per di più rispondendo al North America Chief Operating Officer, Mark Stewart.
L’inossidabile Olivier François, che finora ha toccato praticamente tutti i seggi del pantheon automobilistico di FCA, PSA e i suoi derivati, aggiunge un terzo incarico ai suoi due attuali. Oltre infatti a quello di ceo del Marchio Fiat e di Global Chief Marketing Officer, arriva nelle sue mani la carica di amministratore delegato di DS Automobiles che ora è nelle mani di Béatrice Foucher.
La manager francese diventa Chief Planning Officer in sostituzione di Olivier Bourges che a sua volta diventa Global Corporate Office and Public Affairs Officer. Da notare che metà di questo ruolo (Global Corporate Office) è fino al 30 giugno nelle mani di Silvia Vernetti che il giorno dopo diventerà responsabile del Global Corporate Planning e dovrà rispondere alla Foucher. Basta dare un rapido sguardo per capire che qualche sedia è sparita e le scrivanie sono diventate invece più grandi.
E oggi scopriamo che è già avvenuto un altro accorpamento. Il ceo di Alfa Romeo, Jean-Philippe Imparato, ha fatto visita presso lo stabilimento di Atessa (Chieti) – dove dal 1981 sono costruiti i veicoli commerciali di Fiat, Peugeot e Citroën – in qualità di nuovo responsabile mondiale della Business Unit dei veicoli commerciali di Stellantis.

Jean Philippe Imparato visita l’impianto di Atessa
Dunque per un François che, d’ora in poi, dovrà tenere d’occhio simultaneamente la Tipo e la Panda accanto alla Formula E e alla DS9 dotate di sedili rivestiti in pelle cucita con il punto Guilloché Clous de Paris, avremo anche un’altra singolare convergenza: chi si occupa oggi della prossima supersportiva 6C dovrà prendersi carico anche del Ducato.
Il processo di riorganizzazione di Stellantis è dunque entrato in una seconda fase: quella in cui Tavares ha cancellato ogni doppione con precisione geometrica, a quella in cui il manager franco-portoghese sta cercando accorpare funzioni amalgamando ingredienti che fino a ieri non sembrano mescolabili. Il trucco si chiama organizzazione a matrice. Fatto sta che in questa organizzazione compatta di tutti gli elementi, le colonne stanno diminuendo e le righe sono sempre più affollate.
Una serie di mosse che hanno sicuramente una morale: le trasformazioni dell’industria automobilistica sono talmente grandi da coinvolgere anche coloro che la guidano. E se qualcuno ha già detto che la transizione ecologica e tecnologica comporterà la perdita di molti posti di lavoro, non bisogna pensare che questo riguardi solo cipputi e colletti bianchi. Ebbene sì: anche i manager stanno versando le loro lacrime e stanno verificando sulla loro pelle la forza impetuosa di un cambiamento epocale.
Insomma, aveva ragione Marchionne: non sono solo le tute a blu a rischiare di perdere la loro chiave inglese o i travèt i loro cartellini e i loro portapenne, ma anche chi ha la sedia di pelle la quale – come è noto – è fornita di ruote quanto mai scorrevoli e rimane salda proprietà dell’azienda.

Sergio Marchionne nell'impianto di Belvidere, USA