MiTo, come MINI. L’ho sempre “vista” sotto questa luce, la più piccola delle Alfa Romeo e cioé come la risposta italiana al remake di una delle auto più divertenti da guidare. La MINI, appunto, che oltretutto è anche uno status symbol, visto che per molti è la macchina da scegliere quando a contare è l’immagine, quando conta essere cool. Una sfida, quella tra la pepata trazione anteriore inglese e la “baby Alfa”, che si rinnova con l’arrivo della nuova MINI di terza generazione, a cui il marchio del Biscione risponde con un l’Alfa Romeo MiTo MY 2014. Si tratta di un restyling “di sostanza”, che porta in dote qualche dettaglio estetico, nuovi equipaggiamenti e aggiornamenti meccanici. Come il motore 1.3 turbodiesel Multijet II che ho guidato, ottimizzato per abbassare i consumi.

MUSCOLOSA, COME PIACE A TANTI

L’estetica della MiTo non è stato stravolta rispetto al design scelto dagli uomini Alfa nel 2008, ispirandosi alla sportiva Alfa 8C. Rigonfiamenti, bombature e cromature fanno dunque la parte del leone, e le porte continuano ad avere vetri “a giorno” (senza cornici) come le coupé. A cambiare (poco) sono invece lo scudetto Alfa nel frontale, che ha una cornice cromata, e i fari anteriori bruniti al loro interno. Personalmente, trovo il look della MiTo troppo muscolare, ma molte persone che conosco (e anche molti italiani in generale, considerando la diffusione del modello) apprezzano invece lo stile “carico” della piccola Alfa, che comunque si distingue nel panorama delle utilitarie di segmento B.

INTERNI DAL SAPORE “EMILIANO”

Dentro l’esemplare che ho guidato fa un figurone, grazie ai rivestimenti in pelle Frau color nocciola che un po’ ricordano le Ferrari e le Maserati. Sono un optional da circa 1.000 euro (per i dettagli potete consultare il nostro listino e infatti nell’abitacolo si respira un’atmosfera speciale. La novità principale degli interni è però il sistema d’infotainment Uconnect, con touchscreen da 5” e navigatore di origine Tom Tom. Lo spazio a disposizione per persone e bagagli è apprezzabile, anche in riferimento alle rivali d’elezione: Audi A1, Citroen DS3 e la già citata MINI.

AGILE E CON RAPPORTI LUNGHI

Sarà la più piccola e la meno costosa delle Alfa, ma è pur sempre un’Alfa e quindi una macchina in cui - per i progettisti e per i clienti - contano le prestazioni e il piacere di guida. Il piccolo 1.3 MJet è di seconda generazione (con strategie di iniezioni multiple, fino a 8 per ciclo, per limitare rumore, vibrazioni e consumi) ha 85 CV e 200 Nm, ma non è fiacco, e questo nonostante le modifiche pensate dagli ingegneri per ridurre le emissioni a 90 g/km di CO2 dichiarate: turbocompressore geometria variabile di dimensioni ridotte; un termostato che riduce il tempo di riscaldamento del motore per ridurre i consumi (media dichiarata: 3,5 l/100 km - 28,6 km/l); alternatore intelligente che riduce o azzera l’intervento in fase di accelerazione, massimizzandolo in fase decelerazione o rilascio per sfruttare l’energia cinetica del veicolo e consumare meno carburante; pompa olio a cilindrata variabile che lavora su 2 livelli di pressione (alto, basso) per ridurre la potenza assorbita dalla pompa e quindi i consumi; olio cambio a bassa viscosità per limitare gli attriti. Anche il cambio manuale a 5 marce ha una rapportatura specifica, un po’ “lunghetta”, che sacrifica un po’ lo spunto soprattutto in città. La MiTo, in effetti, se la cava meglio fuori città, dove diventa fluida e divertente da infilare nelle curve con andatura fluida, veloce, sfruttando la tenuta e la stabilità dell’assetto. Come su tutte le Alfa, c’è il selettore di guida "dna": alla Giulietta 2.0 turbodiesel avevo preferito il programma “natural”, e guardate nel video quale settaggio mi ha convinto di più sulla MiTo. Migliorabile infine la risposta dello sterzo, per il quale mi piacerebbe servoassitenza elettrica più lineare, con meno ritardi o effetti di “secondo tempo”.

QUASI 20 KM/L, PER ALMENO 17.500 EURO

Passando ai consumi, alternando percorsi di città a tratti extraurbani “guidati” sono riuscito a far segnare al computer di bordo una media di 18 km/l - 5,5 l/100 km. Il listino prezzi parte dai circa 15.000 euro della 1.4 benzina da 70 CV, guidabile anche dai neopatentati, mentre per il 1.3 protagonista della mia prova ci vogliono più di 17.500 euro. La nuova motorizzazione della Mito Model Year 2014 è il 900 turbo benzina bicilindrico TwinAir da 85 (da poco meno di 18.000 euro), mentre la più sportiva 1.4 turbobenzina Quadrifoglio Verde da 170 CV supera i 22.400 euro.

Fotogallery: Alfa Romeo MiTo MY 2014