Le corse dedicate ai proprietari di auto d'epoca non sono tante. Ci sono quelle in circuito, che richiedono una snervante attenzione ai dettagli e un lunghissimo lavoro di messa a punto del mezzo. E ci sono i rally. Che sono faticosissimi.
Senza dimenticare che in entrambi i casi bisognare tenere conto del rischio di concludere anticipatamente la prestazione con un incidente. Con tanto di danni all'auto e la necessità di rimetterla a nuovo. Roba non per tutti, insomma. Ma allora cosa può fare un appassionato di auto storiche per provare il brivido della competizione, senza troppi rischi e godendosi la strada?
La gara di regolarità
Semplice, una gara di regolarità. Si tratta di una corsa a tutti gli effetti: competitiva e disputata contro degli avversari. Ma si svolge con una formula per cui non richiede che si vada da A a B nel minor tempo possibile e neanche che si tagli il traguardo per primi. Le gare di regolarità si vincono se si riesce a completare un tratto di strada con un tempo che sia il più vicino possibile a quello assegnato in partenza.
Sono gare perfette per godersi un'auto d'epoca. Non mettono in crisi la meccanica, si svolgono su tracciati panoramici, e permettono ai concorrenti di passare molte ore - anche parecchi giorni in certi casi - al volante. Abbiamo scoperto il piacere di queste competizioni in due giorni al Terre Di Canossa, gara di regolarità che si corre ogni anno tra i bellissimi scenari della Toscana.
Fotogallery: Terre di Canossa 2019
Organizzazione by Canossa Events
La gara è organizzata dalla Canossa Events, una società che è diventata famosa perché ha legato il proprio nome ad una serie di eventi Ferrari. Organizza infatti manifestazioni in Italia e Medio Oriente e vari tour per la Penisola che hanno come protagoniste le vetture del Cavallino.
Tornando al Terre Di Canossa, i partecipanti non devono far altro che lucidare le proprie auto e presentarsi al via. Canossa Events pensa a tutto: al percorso, ai ristoranti, ai pernottamenti. Per scoprire di più sulla Canossa Events potete leggere la nostra intervista al loro fondatore Luigi Orlandini.
A dire il vero non abbiamo preso parte alla corsa. Per quanto gli organizzatori ci avessero messo generosamente a disposizione un'Alfa Romeo Spider, pensare di correre su strade mai viste, al volante di un'auto che non conoscevamo, in condizioni meteo variabili e in un Paese di cui non parlavamo la lingua, non ci sembrava così divertente. Così abbiamo optato per una vettura più moderna, una Abarth 595 Turismo. Sicuramente meno affascinante, ma di certo più facile.
103 rarità, tra storiche e moderne
Il Terre di Canossa richiama un numero altissimo di vetture ed equipaggi. L'edizione di quest'anno, la nona in assoluto, ha visto la partecipazione di 103 vetture (104, se si tiene conto della nostra piccola Abarth) e alcune di esse erano di grande fascino.
Circa la metà delle vetture partecipanti era di origine italiana, con Alfa Romeo e Ferrari, rispettivamente rappresentate da 13 e 12 auto, a farla da padrone. Guardando ai periodi storici di produzione, ben 16 vetture erano state costruite prima della Seconda Guerra Mondiale, e alcune di esse appartenevano a brand scomparsi da tempo. Come Om o il marchio francese Amilcar. Alcune altre erano infine eccezionalmente rare o costose.




Tra le vetture che hanno preso parte alla gara, ad esempio, c'era una stupenda Jaguar XK120 Lightweight (che si è tristemente ritirata il primo giorno di gara per un guasto), numerose Porsche 356, una Maserati Mistral, una Osca 1600 GT carrozzata Zagato, due Ferrari 250 GT Lusso e due Ferrari 275 GTB.
Oltre a queste, a rappresentare l'America: una Ford Mustang del '66, una Mustang Convertible del '98, una Chevrolet Corvette seconda generazione. Non sono mancate neanche le vetture moderne, tra cui quattro Ferrari: due California T, una 458 Speciale, una 812 Superfast. Naturalmente le più potenti e veloci dell'intera carovana.
Incredibilmente, pochissime vetture hanno subito guasti. Oltre alla Jaguar solo la Osca e una MG TF 1500. Sono state le uniche tre che hanno tristemente visto sfilare le altre da bordo strada.
Piloti e appassionati da tutto il mondo
Ancor più variegata la provenienza degli equipaggi. Al Terre Di Canossa 2019 hanno preso parte 206 piloti arrivati anche da Qatar, Romania e Argentina. Si sono uniti ai numerosi italiani, agli svizzeri (circa il 20% dei partecipanti veniva da lì), britannici e una dozzina di americani.
Sorprendente è stato il numero delle donne che hanno partecipato: il 40% degli iscritti era di sesso femminile, per quanto equipaggi interamente in rosa erano particolarmente rari. Due svizzere si sono presentate sulla Mustang Fastback, mentre altre due (che trovate sul canale instagram di Motor1.com USA) erano a bordo di una Fiat 124 Spider.
Una competizione "quasi" per tutti
Questa inusuale distribuzione di partecipanti è comune nelle gare di regolarità. È un po' come nel golf, in cui è facile raggiungere un livello amatoriale accettabile. La regola fondamentale è di completare ogni prova speciale in un tempo che sia il più vicino possibile a quello assegnato dagli organizzatori.
Tenendo conto anche del tempo totale in cui si deve completare la gara. Così, se si è troppo lenti su un tratto cronometrato, si può provare a recuperare sul seguente e viceversa. È una questione di matematica. Di tabelle e di cronometri. Insomma, è facile a dirsi, ben più difficile a farsi. Soprattutto per la presenza di professionisti che rispettano i tempi al decimo di secondo.

Gioco di squadra, e che squadra
A differenza del golf, nella regolarità c'è però un aspetto da tenere ben presente. Si tratta di uno sport che si pratica in due. E la comunicazione tra pilota e navigatore è fondamentale. Entrambi i ruoli sono importanti. Quello del pilota lo si intuisce meglio, quello del navigatore, però serve a dare il ritmo, a tenere sotto controllo i cronometri e a indicare il percorso.
Il roadbook del Terre di Canossa era di 158 pagine. Ogni pagina era piena di segnali, indicazioni, bivi, riferimenti. Non è esattamente così difficile come navigare un pilota in un rally di velocità, ma perdersi non è neanche così inusuale. È un rischio che si corre costantemente.
A dirla tutta, perdersi in Toscana non è l'esperienza peggiore che possa capitare. Il percorso ha toccato Salsomaggiore Terme, Forte dei Marmi e numerosi borghi medievali, ha previsto tratti di autostrada, percorsi collinari e strade che si sono allungate tra le campagne. In più abbiamo potuto godere di soggiorni in due hotel di lusso, il Grand Hotel Salsomaggiore e l'Augustus Hotel di Forte dei Marmi.





Non manca l'adrenalina di una vera gara
Seguire il rally da spettatori ha rappresentato un fine esercizio in cui si alternavano momenti di attesa ad altri di gara vera e propria. C'è stato un momento, in un tratto in discesa che portava a Forte dei Marmi, in cui la nostra piccola Abarth viaggiava a velocità sostenuta al centro di una piccola carovana di tre vetture che vedeva davanti una Austin Healey 3000 e, dietro, una Ferrari California T. è stata un'esperienza elettrizzante, con la Healey che si esibiva in vistosi sovrasterzi ad ogni curva e la nostra piccola coupé che mordeva l'asfalto per non perdere contatto.
A dire il vero, questi tratti di strada “liberi” sono sempre alternati a prove speciali a cronometro. Che rappresentano il clou della manifestazione e che gli organizzatori mettono sapientemente anche per rallentare il ritmo di gara. Durante gli scratch valevoli per la classifica finale, non abbiamo certo spinto neanche noi. Non volevamo correre il rischio di forzare qualche equipaggio a non rispettare la propria tabella di marcia.

Un'esperienza a tuttotondo
Il Terre Di Canossa non è stato affascinante solo per l'aspetto competitivo e il bellissimo percorso. Tutto l'evento è stato costellato da bellissime esperienze: dalla cena in abito scuro a Salsomaggiore Terme, la sera prima dell'inizio della gara, al pubblico assiepato ai lati della strada la mattina dopo, a salutare la partenza, che si è svolta con le auto che percorrevano un elegantissimo tappeto rosso che le portava alla pedana dalla quale prendeva ufficialmente il via la gara.
In un tripudio di bandiere italiane sventolanti. Il primo giorno è terminato a Massa, in piazza Araci davanti a Palazzo Ducale. Lì le auto sono state esposte mentre noi ci dirigevamo a cena.
Il secondo giorno di gara la carovana ha lambito Pisa, con la bellissima Torre Pendente e la Cattedrale a salutare le auto da lontano. Da lì si è preso direzione Lucca, la città dove i fan di Top gear hanno riconosciuto lo scenario di un episodio della diciassettesima edizione della famosa trasmissione britannica.



La conclusione di un viaggio da sogno
Dopo un passaggio a fianco delle mura medievali che circondano la città, abbiamo fatto rotta verso le montagne, per tornare poi sulla costa, a Forte dei Marmi, dove si è tenuto un beach party. Il terzo giorno (al quale non abbiamo partecipato dovendo tornare negli Usa, alla giornata inaugurale del Motor Show di New York), la gara è terminata con una stupenda cerimonia di premiazione.
Ma chi ha vinto? In prima posizione hanno chiuso un equipaggio argentino su una bellissima Bugatti Type 40 blu. Secondi hanno chiuso due italiani su BMW 328 del 1939 mentre terzi hanno terminato altri due italiani al volante di una delle nostre vetture preferite, un'adorabile Fiat 1100 del 1955.