La Porsche 911 Targa ha rischiato di non vedere mai la luce. Allo stesso Ferdinand Porsche non convinceva inizialmente questa carrozziera mix tra coupé e cabrio che, però, ha avuto un successo strepitoso in occasione della presentazione al pubblico al Salone di Francoforte del 1965, ben due anni prima dell'entrata in produzione.

Era il 1967 quando la Targa è entrata per la prima volta a listino. Ma partiamo dal nome, chi ne conosce l'origine? Forse alcuni immaginano... e hanno ragione. È stata proprio la Targa Florio, la storica corsa in terra siciliana che ha visto molte volte Porsche sul gradino più alto del podio, a dare il nome a questa particolare 911. Solamente pochi giorni fa ha debuttato la nuova Targa 922, per cui ecco un breve excursus su una delle Porsche più affascinanti di sempre.

Fin dall'inizio con il telaio in acciaio

Non si trattava semplicemente di una decappottabile o di una coupé "senza una parte del tetto", ma di una carrozzeria a sé stante che, rispetto alle altre 911, era costruita su un più sicuro telaio in acciaio inossidabile che le ha permesso di essere commercializzata come "la convertibile più sicura al mondo". Una dote niente male che ha fatto la differenza su un mercato competitivo come quello americano. 

Ma farla arrivare in commercio non è stato facile, con i progettisti che si sono dovuti scontare con i tipici problemi delle auto scoperte, primo fra tutti l'isolamente dal vento e dai fruscii aerodinamici.

Una cabrio... a tre volumi

Secondo Ferdinand Porsche, una decappottabile sarebbe stata più bella se a tre volumi, e non a due. La 911 però era stata progettata con una carrozzeria fastback, con la linea del tetto discendente sulla coda rastremata, per cui è stato necessario accettare di buon grado l'idea di una Targa considerando anche il minimo margine di investimento dell'epoca.

Prima di adottare un lunotto posteriore in vetro, la Targa aveva finestrini posteriori in plastica che, oltre a rendere l'auto meno sicura e più soggetta ad effrazioni, erano ben poco isolanti dal freddo. Stando tanto tempo a basse temperature infatti, la plastica si contrae perdendo la sua forma, non l'ideale considerando che si trattava delle uniche protezioni per i curatissimi interni.

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