Italia contro Inghilterra. Si ripete il match già visto in altre occasioni e contesti che stavolta vede contrapposti Gordon Murray e Gian Paolo Dallara.

Ingegneri capaci di rivoluzionare il mondo del motorsport e non solo. Il primo è il papà della McLaren F1 del 1992, il secondo ha messo la propria firma sulla Lamborghini Miura del 1966. Così, tanto per citare 2 tra le auto più incredibili della storia.

Entrambi più o meno recentemente - Murray da qualche giorno - sono tornati a far girare la testa dei puristi con due modelli che rappresentano la summa teologica delle proprie filosofie. Auto che portano su strada, in modo diverso, decenni di esperienza con punti di contatto e profonde differenze.

Mettere l'una contro l'altra in pista sarebbe un sogno, per ora quindi ci accontentiamo di una sfida a ruote ferme. Stretta di mano virtuale, dunque, per Dallara Stradale e Gordon Murray Automotive T.50.

Retaggio 

Partiamo dalla base, ovvero da ciò che ha animato i due progetti. Tutte e due sono il biglietto da visita di un'intera vita di lavoro e conoscenza in ambito ingegneristico che vuole tradursi nell'esperienza di guida definitiva. 

Dallara Stradale
Gordon Murray Automotive T.50 Porte aperte

Le corse hanno profondamente influenzato questi progetti. La Stradale, infatti, è la trasposizione con targa e frecce delle barchette che Dallara ha progettato e costruito negli anni per vari compionati di livello mondiale ottenendo innumerevoli vittorie. Fibra di carbonio e tanta aerodinamica.

Anche l'idea di Murray riprende soluzioni viste in Formula 1, come la ventola della Brabham BT46B, che porta la T.50 ad un altro livello - se si parla di aerodinamica - rispetto a qualunque hypercar vista fino a oggi. In più per lui questa è la reinterpretazione in chiave moderna della stessa F1

  Dallara Stradale  GMA T.50
Lunghezza 4,18 m 4,35
Larghezza 1,87 m 1,85
Altezza 1,04 m 1,16
Passo 2,47 m 2,7
Peso (kg) 855 986
Motore 4 cilindri in linea turbo 2,3 litri V12 aspirato 3,9 litri
Potenza e coppia 400 CV - 500 Nm 663 CV - 467 Nm
Cambio Manuale/Robotizzato 6 marce  Manuale 6 marce
Trazione  Posteriore Posteriore

Viscerali e pure

Il focus è regalare al cliente sensazioni inavvicinabili per le competitor. Entrambe sono leggerissime, con la Dallara che arriva a 855 kg e la T.50 che si ferma a 986 kg, ma dietro c'è un motore 12 cilindri, perecchi in più rispetto ai 4 del 2.3 L turbo della stradale. Il trucco della t.50 sono le dimensioni, il packaging, molto vicine a quelle di una Porsche Boxster

Dallara Stradale
Gordon Murray Automotive T.50 - Dettaglio cabina

Entrambe hanno un cambio manuale (la Stradale è disponibile anche con il robotizzato), servosterzo idraulico, quattro sospensioni a doppio braccio e un'aerodinamica che le incolla a terra, anche se la Dallara non ha appendici attive e punta molto sulla downforce con il fondo e l'ala fissa da 800 kg di spinta verticale. 

La pulizia sulla T.50, invece, lascia esterrefatti. Non conquista come la sua progenitriche, ma senza appendici estreme o altre diavolerie è in grado di maneggiare il flusso d'aria a suo piacimento, tramite 6 diverse modalità, sia per raggiungere velocità elevate che per fermarsi da 240 km/h a 0 in circa 10 metri meno rispetto alle competitor.

Paradossali 

Nei due video che trovate, anche se in modi diversi, analizziamo più nel dettaglio come sono fatte e perché. Una cosa che va detta, però, è il fatto che una sembra provenire dalla scuola opposta.

Il concetto di barchetta, kit car (passateci il termine), è più vicino a marchi inglesi come Lotus, Noble, Radical, Ariel ecc. Mentre se si pensa a un V12 è più verosimile che la prima cosa a cui si pensi sia un marchio come Ferrari o Lamborghini