Con l'avvicendarsi di norme sulle emissioni via via più stringenti, anche la carriera dei motori si fa sempre più breve: la necessità di evolvere di continuo i sistemi di iniezione e integrare tecnologie complesse per il controllo degli inquinanti obbliga i costruttori a riprogettare i propulsori con maggiore frequenza. In passato, invece, una famiglia di motori - con i dovuti aggiornamenti - poteva essere utilizzata anche per decine di anni.

Oggi, quindi, soprattutto i motori a benzina sono in massima parte nuovi, introdotti da non più di 10-12 anni, cioè da quando è esplosa la corsa al downsizing e all'efficienza spinta, con la conversione graduale all'iniezione diretta che ha decretato così la fine della maggior parte delle famiglie più classiche e longeve. Eppure, cercando bene nel listino, c'è ancora in circolazione qualche serie "veterana", apparsa 20 o più anni fa. Ecco le tre più diffuse e celebri. 

Renault 1.5 turbodiesel

Il nome in codice è K9K, ma lo conosciamo tutti come 1.5 dCi, un motore comparso nel lontano 2001 sulla Clio di seconda generazione e diffusissimo su molti modelli dell'Alleanza Renault-Nissan, persino berline superiori, SUV e monovolume, come offerta di base. Nato già all'avanguardia, è stato uno dei primi common rail di piccola cilindrata e le sue molte evoluzioni non hanno stravolto né le misure né le caratteristiche di base, pur portandolo a soddisfare anche l'ultimo step anti inquinamento Euro 6. Per quanto riguarda, invece, la normativa Euro 7, ecco cosa rischiano i motori a benzina e diesel.

Il 1.5 dCi appartiene dunque alla famiglia K, che risale addirittura alla metà degli Anni '90 e ha dato vita a varie serie di motori a 4 cilindri sia Diesel sia a benzina. Tuttavia, soltanto il 1.5 common rail ha avuto una carriera così lunga.

Motori, i più longevi

Fiat 1.2 FIRE

Ufficialmente la famosa dinastia dei motori FIRE ha terminato la sua carriera nel 2020, quando gli ultimi 1.2 montati su Panda, 500 e Lancia Ypsilon sono stati sostituiti dai nuovi 1.0 Firefly con tecnologia mild-hybrid. Tuttavia, nei listini di questi modelli compare ancora la versione con impianto a GPL, che dunque prolunga ancora un po' la presenza sul mercato di questa variante del famoso motore Fiat.

La serie FIRE risale al 1985 ed è iniziata con un motore da 1 litro montato dapprima sulla Autobianchi Y10 e poi sulle varie Fiat Uno, sulla prima Panda e sulle loro eredi, affiancato in seguito da varianti 750 e 1100. La sua evoluzione 1.242 cc di cilindrata con iniezione single point (e poi multipoint) è arrivata nel 1993 e ha avuto varianti a 8 e 16 valvole con potenze fino a 86 CV, arrivando fino a noi in quella a 8 valvole da 69 CV alimentata a gas, che ha attraversato due generazioni di utilitarie e city car.

Da questo motore è derivato anche il 1.4 (1.364 cc) tuttora in produzione, che però ha debuttato "soltanto" nel 2003 su Fiat Punto e Lancia Ypsilon II per poi diffondersi anche su modelli superiori. Le varianti T-Jet sovralimentate hanno equipaggiato le Alfa Romeo MiTo e Giulietta e le moderne Abarth, ricevendo dal 2011 anche la tecnologia MultiAir.

Motori, i più longevi

Mazda Serie L

La Casa giapponese è tra le pochissime - forse l'unica tra le generaliste - a non essersi ancora convertita alla sovralimentazione (se non per modelli ad alte prestazioni MPS al momento non più a listino), continuando a sviluppare i suoi benzina aspirati che si trovano dunque ad essere oggi tra i motori di più lungo corso sul mercato.

La Serie L, introdotta nel 2001, è l'evoluzione della precedente Serie F con blocco in ghisa ed è una famiglia di 4 cilindri bialbero in alluminio con cilindrate comprese tra 1,8 e 2,5 litri, di cui fanno parte anche i potenti turbo 2.3 utilizzati, appunto, su Mazda3 e Mazda6 MPS. Le applicazioni hanno riguardato praticamente l'intera gamma, persino i pick-up della B-Series, e tuttora appartengono a questa famiglia i motori da 2 e 2,5 litri delle berline e dei SUV di questo marchio giapponese.

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