Vincere in trasferta vale doppio in condizioni normali. Riuscirci giocando 1 contro 3 nella prima partita post Covid “non ha prezzo”. Ed è quello che è successo al Salone di Monaco.
Riassunto del match: da una parte c’è Renault, dall’altra la Germania dell’auto in grande spolvero. BMW, Daimler, il Gruppo Volkswagen al cospetto di una Angela Merkel che nonostante sia prossima all’uscita dalla scena politica, è il vero deus ex machina di questo Salone trasformato in mobility show con l’obiettivo di riaffermare la leadership dell’industria nazionale.
Ma il vero show lo ha fatto l’ospite “straniero”, la Renault di Luca De Meo conquistando l’attenzione di tutti, addetti ai lavori e pubblico, online e offline, per tre giorni di fila e altrettanti tiri a segno: Renault ha portato la principale novità del Salone (la Megane elettrica), ha esposto la concept car che ha emozionato di più (la Renault 5 Concept) e ha presentato un progetto strategico concreto di come si può trasformare l’automobile in servizio di mobilità su misura (la start up Mobilize).



Insomma il Gruppo francese ha vinto con la forma, la sostanza e soprattutto con la velocità di intuire che a questo Salone era importante esserci proprio perché c’erano pochi avversari. E quelli che c’erano erano quelli più forti, ma anche facili da spiazzare con una serie di coup de théâtre alla francese e un buon pizzico di fantasia italiana.
Alcuni osservatori sostengono che la mossa era dovuta per sostenere l’immagine di un Gruppo che nel 2020 ha accumulato perdite per oltre 8 miliardi di euro. Probabilmente è vero, ma di fronte l’efficacia di un’offensiva comunicativa del genere non si può che dire chapeau!, fermo restando che il prossimo passo e far funzionare i prodotti e le visioni sul mercato, mantenendo tutte le promesse. Dunque staremo a vedere.


Un punto extra che si portato a casa il gruppo francese è un credito d’onore nei confronto dei Costruttori tedeschi per partecipare al Mondiale de l’Automobile di Parigi 2022 . “L’anno prossimo - mi ha detto De Meo sullo stand - quando dovremo fare il Salone a Parigi, potrò chiamare Zipse, Kallenius e Diess - i numeri uno di BMW, Daimler e VW, ndr - e gli dirò che noi c’eravamo a Monaco”.
E a proposito del futuro degli auto show ha aggiunto: “Parigi muove 1 milione di persone, come Salone è tanto eh! Francoforte faceva 800.000. Ginevra 600.000. Ditemi voi quanti eventi fanno questi numeri. La gente è interessata all’automobile e checche se ne dica c’è ancora bisogno dei Saloni. L’importante è fare spettacolo”.
Tornando su Monaco, fra i costruttori tedeschi la vivacità maggiore l’ha mostrata Daimler, con una presenza fisica imponente (dentro e fuori salone) e un’offensiva di prodotto incredibilmente variegata con 5 nuovi modelli EQ e il concept della smart SUV che arriverà nel 2023.



Ma hanno avuto il coraggio di entrare nella tana del lupo - è giusto riconoscerlo – anche Hyundai e Kia senza effetti speciali, ma con un bel prodotto come la nuova Sportage e l'evoluzione visionaria della IONIQ 5 in formato robotaxi.
Tutti gli altri costruttori sono rimasti a guardare in streaming, in attesa di decidere cosa fare al prossimo Salone e consapevoli (si spera) che ogni lasciata è persa, sempre e comunque.