Oggi Bugatti è un marchio conosciuto in tutto il mondo per le sue hypercar spettacolari ed esuberanti, con velocità e potenze ai vertici e prezzi altrettanto inarrivabili. Una gamma fin qui rappresentata da due modelli, Veyron e Chiron, con varie derivate e serie speciali.

Questo, almeno, è ciò che la Casa offre da quando è stata rilanciata meno di 20 anni fa dal Gruppo Volkswagen, ma se guardiamo indietro, la storia originale di Bugatti è disseminata di auto di lusso che non dovevano necessariamente essere coupé o supercar.

Proprio ricordando quella tradizione di eleganti vetture di lusso con grandi prestazioni, ma progettate per far viaggiare nel massimo comfort più di due persone per volta, è nata la Bugatti 16C Galibier, una concept car mostrata a pochi e selezionati fortunati il 12 settembre del 2009.

Qualche giorno dopo, le foto sono state rilasciate alla stampa e circa sei mesi più tardi la concept ha avuto il suo palcoscenico ufficiale al Salone di Ginevra 2010. In effetti, l'accoglienza è stata così buona che ci si aspettava di vedere finalmente un modello di serie che arricchisse la gamma Bugatti.

Da allora si sono susseguite numerose indiscrezioni sul modello definitivo, iniziando dal nome che secondo molte voci sarebbe stato Royale, in omaggio alla leggendaria Type 41 degli Anni '30, con cui questa possente 5 porte sarebbe potuta, o dovuta, arrivare sul mercato. Tuttavia, non è mai accaduto: fino ad ora, Bugatti ha continuato a scommettere sulla sua formula fatta di supersportive dalla potenza infinita e su modelli unici o molto limitati, come Divo, Centodieci o La Voiture Noire, per fare alcuni esempi (qui vi raccontiamo i 140 anni del genio visionario dell'auto).

Il W16 passa avanti

Tornando al prototipo, aveva un nome curioso che abbinava la sigla 16C, in riferimento al famoso motore 16 cilindri, con il termine Galibier che gli appassionati di ciclismo associano al celebre colle in cui passa il Tour de France, anche se in questo caso il riferimento è alla Bugatti Type 57 Galibier, altra leggenda degli anni '30.

Meccanicamente, il modello utilizzava il già citato motore a 16 cilindri a W da 8 litri quadriturbo della Veyron e poi della Chiron, ma in posizione anteriore. Sebbene all'epoca non fossero stati offerti dati ufficiali, si parlava di una potenza sempre superiore a 1.000 CV e di una velocità massima vicina ai 380 km/h.

Bugatti Galibier Concept

Pur ribaltando lo schema meccanico rispetto alle coupé, l'auto conservava la trazione integrale e i freni carboceramici. La particolarità, altro richiamo classico molto suggestivo, era il cofano in due parti incernierate al centro, nel più puro stile delle auto d'epoca.

La carrozzeria aveva vaste zone cromate mentre l'interno, estremamente lussuoso, era ricco di materiali pregiati e sfoggiava un sistema multimediale molto avanzato per l'epoca, affiancato da un cronografo Parmigiani Reverso Tourbillon che poteva essere rimosso dal cruscotto e, se si voleva, indossato al polso.

La Galibier non è mai andata in produzione, al pari degli altri studi per super-berline a marchio Bugatti tra cui la EB112 di Italdesign che in realtà stava per farlo. Questo malgrado voci insistenti affermino che la Casa ha sempre accarezzato l'idea ed è andata più volte molto vicina al realizzarla. Chissà che oggi, con il passaggio di Bugatti sotto il controllo della "startup elettrica" Rimac, le prospettive possano cambiare.

Fotogallery: Bugatti Galibier concept