La crisi dei chip continua a bloccare fabbriche di auto (e non solo, Apple ha annunciato un taglio alla produzione di iPhone 13) in tutto il mondo, con Case e Governi intenti a cercare una soluzione per ovviare al problema. Soluzione che è sempre la stessa: costruire nuove fabbriche di semiconduttori.
Proprio in questo senso va la richiesta fatta dall'Unione Europea a Taiwan, tra le superpotenze tecnologiche del Pianeta e sede - tra le altre - della Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC), tra le più importanti multinazionali di semiconduttori al mondo. Un colosso che potrebbe risolvere la crisi dei chip, aiutando l'Europa ad uscire dal pantano nel quale è finita.
Oltre la politica
L'Unione europea e Taiwan sono democrazie con valori condivisi e sono partner naturali quando si tratta di semiconduttori
Con queste parole un funzionario dell'Unione Europea ha voluto spalancare le porte agli investimenti del paese asiatico, non riconosciuto dall'Unione ma col quale dal 2015 ci sono forti accordi commerciali, che proprio la crisi dei chip potrebbe rendere ancora più forti e strutturati. Un esempio in questo senso viene dagli Stati Uniti, che non riconoscono Taiwan, protagonisti di un'investimento da 12 miliardi di dollari in Arizona da parte di TSMC per risolvere, anche se in parte, la crisi dei chip che non risparmia nemmeno i colossi statunitensi.
Attualmente il colosso asiatico non ha nei propri piani un investimento simile in Europa ma nel corso di un meeting Sabine Weyand, direttore generale della sezione commerciale della Commissione europea ha dichiarato che
Con l'European Chips Act, l'Europa intensificherà i suoi sforzi per aumentare la produzione, ma vogliamo anche cooperare con i nostri partner che condividono i nostri punti di vista, compresa Taiwan. Non solo perché Taiwan eccelle nella produzione di semiconduttori, ma anche perché la tecnologia è in definitiva una questione di sicurezza. Vogliamo che l'agenda digitale dell'UE sia modellata insieme ai nostri partner e secondo i nostri valori comuni
Da parte sua il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha sottolineato come
Iniziare i colloqui per un accordo bilaterale sugli investimenti può essere l'inizio di un partenariato ancora più concreto per le democrazie come noi
Tutti i piani B
Quello di costruire una fabbrica di chip in Europa a firma Taiwan Semiconductor Manufacturing è solo l'ultimo piano di una lunga lista che vede tutti i Paesi dell'Unione intenti a risolvere la crisi. Da una parte la Germania e Bosch con una nuova fabbrica da 1 miliardo di euro di investimenti, dall'altra la speranza che Intel possa alla fine accendere la luce verde per riconvertire parte della fabbrica di Mirafiori, per sfornare i minuscoli ma fondamentali elementi.