Ci risiamo. Il contatore degli incentivi per le auto elettriche e plug-in sul sito del Mise si è di nuovo azzerato. Anche stavolta risorse polverizzate in tempi record: poco più di 24 ore e i 65 milioni di euro messi sul piatto spazzolati fino all’ultimo centesimo.

Bene, viene da dire, la transizione dell’auto in Italia procede a gonfie vele. Il che è anche vero osservando i trend degli ultimi mesi. Ma guardando meglio i numeri e scavando un po’ la situazione è parecchio più opaca. Nel meccanismo dell’ecobonus c’è qualcosa che non va e che andrebbe corretto, per il bene degli automobilisti e dell’industria. Proviamo a capire il perché.

La grande corsa

Dati alla mano, considerando una media di 3.500 euro per auto, bruciare 65 milioni vuol dire quasi 19.000 elettriche o plug-in incentivate in un giorno. Tante, anche per un mercato scoppiettante come quello di BEV e PHEV, che a settembre ha collezionato circa 13.000 immatricolazioni.

Di sicuro c’è stato un accumulo di richieste da smaltire, ma è palese che qualcosa non torni. La ragione ci è stata confermata da alcuni operatori: tra i concessionari c’è una vera e propria corsa alla prenotazione dell’incentivo. Specialmente sulle auto elettriche, a cui le Case danno dal canto loro priorità nel contesto di scarsità di materie prime, anche e soprattutto per la spada di Damocle Ue sulla CO2.

[Copertina] - Incentivi auto 2013: i concessionari sono ancora più nei guai

In moltissimi casi, però, la richiesta dell’incentivo non avviene a fronte di una reale vendita dell’auto, ma di una autoimmatricolazione da parte del concessionario stesso. In sostanza, le auto che poi vengono vendute come km 0. Tutto lecito e consentito dalle procedure del Mise, sia chiaro. In un momento già molto delicato, con bonus che vanno e vengono, è inevitabile che i concessionari entrino in competizione per accaparrarsi i fondi disponibili anche in questo modo, per poi girarli ex post ai propri clienti.

A voler essere maliziosi, con la scusa degli incentivi ufficialmente terminati, qualcuno potrebbe addirittura pensare di vendere un’auto incentivata con uno sconto inferiore all’agevolazione già messa in tasca. Per come è stato concepito il meccanismo non è una possibilità così remota. Specialmente ora, che a causa della crisi dei chip e dei tempi di consegna proibitivi sono in molti a guardare con interesse alle km 0.

Il cortocircuito del sistema

Del resto, per le autoimmatricolazioni il sistema consente ai concessionari la prenotazione dell’ecobonus senza nessun acconto. E se ne possono fare parecchie, fino a 50 al giorno.

In questo modo, il cortocircuito è dietro l’angolo. E c’è anche di più, perché l’italica arte del “lecito raggiro” è sempre dietro l’angolo. Pure quando gli incentivi sono azzerati, come in questo momento, nulla impedisce di annullare la prenotazione per un’autoimmatricolazione, liberare il relativo bonus, e avviare contestualmente la pratica per una vettura destinata a un cliente. Ma bisogna essere rapidi a fare questa operazione, e magari in orari particolari, perché la sete di ecobonus è tale che qualcuno è sempre in guardia per accaparrarseli.

Una soluzione c'è

Al netto delle implicazioni più puntuali e del disordine che la situazione può generare, ci sono riflessi negativi di carattere generale di cui bisognerebbe tenere conto. In primis, il fiorire di notizie sulla fine degli incentivi (a proposito, si stanno prosciugando anche quelli per le auto termiche, ndr) potrebbe scoraggiare chi sta iniziando a valutare la sostituzione dell’auto con un modello più ecosostenibile. Non solo, perché leggere di milioni e milioni di euro assorbiti in un giorno può distorcere la percezione di opinione pubblica e decisori, che potrebbero ritenere più oneroso di quanto non sia finanziare l’ecobonus.

Mise

Cosa servirebbe quindi? Quello che già in molti stanno invocando: un incentivo strutturale, stabile, che non debba essere inseguito. Magari con un giro di vite sul meccanismo di prenotazione. Nella prima bozza della Legge di Bilancio, purtroppo, non c’è nulla di tutto questo. Neanche 1 euro. Ma tutto lascia intendere che alla fine qualcosa arriverà nell’iter di approvazione del testo. Restiamo alla finestra.

E infine, per chi fosse interessato a sostituire la propria auto, non “arrendetevi” alla notizia dell’esaurimento degli incentivi: in concessionario potreste trovare comunque il modello che fa per voi al prezzo che avevate immaginato.