La crisi dei chip, quella da alcuni mesi attanaglia il settore auto ancor più che l'elettronica di consumo, sembra avvicinarsi al suo punto più critico, con i diversi Costruttori che hanno adottato diverse soluzione per uscirne.

In realtà, come sottolinea Ondrej Burkacky, analista di McKinsey & Company interpellato da Reuters, "il conto verrà presentato a metà o fine 2022, quando si capirà chi ha superato bene la crisi e chi no". Il quadro della situazione è infatti variegato e cambia da un gruppo automobilistico all'altro, ognuno attivo nell'individuazione della soluzione migliore. Ma quali sono i rimedi per superare la crisi dei chip? Vediamone alcuni, anche i più fantasiosi.

1. Accordi diretti coi produttori asiatici di chip

Una prima soluzione, citata dallo stesso Burkacky, è quella di stringere accordi diretti con i principali produttori di semiconduttori e wafer di silicio, senza passare dai fornitori tradizionali come ad esempio Bosch e Continental. Per questo già i gruppi Daimler e Volkswagen hanno una linea diretta o accordi di partnership con queste aziende asiatiche terziste che hanno sede soprattutto a Taiwan.

L'errore fatto nella prima parte della crisi dei chip è stato infatti quello di affidarsi a più fornitori diversi, senza valutare il fatto che tutti si rifornivano dagli stessi produttori di circuiti integrati e non potevano soddisfare le richieste dei costruttori auto. Quello che ancora manca, secondo lo stesso analista, è un investimento diretto delle Case nella produzione dei chip, o almeno contratti a lungo termine oltre i 18 mesi.

2. Modifiche alle centraline elettroniche

Un'altra soluzione, già adottata ad esempio da Traton (divisione truck di Volkswagen) e da Daimler, è quella di riprogettare le centraline elettroniche e le schede madre per fare in modo che possano ospitare chip diversi, ma anche in numero ridotto per evitare problemi di fornitura.

Anche General Motors sta lavorando con Qualcomm, STM e Infineon per sviluppare dei microcontrollori alternativi ai microprocessori che possano unire in un unico componente le funzioni di diversi chip. In questo Tesla risulta essere in anticipo sui concorrenti e una sorta di modello per chi vuole seguire questa strategia.

3. Auto quasi pronte, da completare coi chip

Il terzo metodo più utilizzato dai costruttori auto per attenuare gli effetti della scarsità di chip è quello accumulare una scorta di vetture praticamente finite, da completare solo con l'aggiunta dei chip mano a mano che arrivano. Si tratta di un sistema che BMW chiama di "hole shoring", una definizione traducibile letteralmente come "puntellamento dello scavo".

Altri gruppi decidono invece di eliminare dalle vetture prodotte alcune funzioni e optional, dando priorità all'utilizzo dei microchip sulle auto elettriche e prolungando inevitabilmente i tempi d'attesa per i veicoli tradizioni o ibridi.