Ormai era uno di casa. Lo sconto di 30,5 centesimi/litro sul prezzo di benzina e diesel conviveva con noi da marzo. Ma adesso sappiamo che le cose cambieranno il 1° dicembre. La sforbiciata sui carburanti si dimezzerà, passando a 18,3 centesimi/litro, e il costo di un pieno tornerà inevitabilmente a crescere.
Arrivati a questo punto, gli automobilisti si chiedono quali saranno gli effetti di questa decisione sul loro portafoglio. Con un mercato volatile come quello dei carburanti, è difficile fare previsioni esatte, ma possiamo guardare al recente passato e allungare lo sguardo all’immediato futuro per capire un po’ meglio cosa sta succedendo.
Ritorno al passato
Secondo i dati di Quotidiano Energia – elaborati in base alle comunicazioni che i gestori inviano ogni giorno al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) –, oggi un rifornimento di verde costa in media 1,700 euro/litro al self e 1,850 euro/litro al servito. Passando al gasolio, si spendono invece 1,804 euro/litro al self e 1,953 euro/litro al servito. Immaginiamo ora di applicare da subito il nuovo e meno generoso taglio delle accise. Le cose cambierebbero così:
Rifornimento/prezzo | Self oggi | Servito oggi | Self ricalcolato | Servito ricalcolato |
Benzina | 1,700 €/l | 1,850 €/l | 1,867 €/l | 2,017 €/l |
Diesel | 1,804 €/l | 1,953 €/l | 1,971 €/l | 2,210 €/l |
Questi, invece, i prezzi del 24 marzo, quando l’entrata in vigore della misura si è mostrata anche sui tabelloni delle stazioni carburanti:
Rifornimento/prezzo | Self | Servito |
Benzina | 1,881 €/l | 2,047 €/l |
Diesel | 1,862 €/l | 2,032 €/l |

Il “no” dei gestori
Intanto, subito dopo la mossa dell’esecutivo, arriva la reazione di Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini), che non apprezza il passo indietro di Palazzo Chigi e lancia un appello affinché il Governo riveda la sua scelta, soprattutto alla luce del Natale alle porte.
“Si tratta di un evidente errore strategico – si legge in una nota –, sia per l’effetto che ciò è destinato a generare sul rialzo dei prezzi di tutte le merci e, quindi, sull’inflazione già di per sé significativamente alta, sia per le conseguenze negative sulla propensione al consumo, in specie alla vigilia della stagione festiva”.“Vogliamo ancora sperare, e in questo senso va la pressante richiesta della categoria – è la conclusione –, che il Governo nella sua collegialità trovi motivi e risorse alternative per ripensare ad un tale provvedimento annunciato, prima che divenga cogente".
Come va il petrolio
Ma dicembre non sarà solo il mese dello “sconticino” (da capire tra l’altro se e quanto sarà mantenuto in questa formula). Il 5 scatterà infatti il bando alle importazioni di petrolio russo in Europa e l'Opec+ (l’associazione dei produttori di petrolio allargata alla Russia) si riunirà (guarda caso) il giorno prima per decidere le prossime mosse.
Stando però alle indiscrezioni della Reuters, non sono attese grosse novità, con il capogruppo Arabia Saudita deciso a non aprire di più i rubinetti per evitare un calo delle quotazioni del greggio. Tutte da verificare quindi le possibili conseguenze del vertice sulle quotazioni.
Oggi, comunque, il Brent – riferimento del petrolio in Europa – viaggia a 81 dollari al barile, mentre il WTI – riferimento in America – si aggira intorno agli 89 dollari al barile.