Il futuro (e il presente) di Volvo passa dalla guida autonoma. Il marchio svedese sta investendo massicciamente sul fronte delle tecnologia di guida assistita e ha già bruciato le tappe presentando nel 2021 il concept Recharge

Dopo averlo visto solo in forma digitale a causa della pandemia, al Volvo Studio di Milano abbiamo avuto la possibilità di toccarlo con mano e vedere da vicino il "padre" della EX90 e dei modelli scandinavi del domani.

Che effetto fa la concept Recharge

Tanto imponente quanto aerodinamica e tanto conservatrice quanto pioniera. La concept Recharge non è un prototipo banale, ma è il vero e proprio manifesto del futuro della Casa.

Un futuro che dovrà essere quanto più efficiente e sicuro possibile. Secondo Volvo, infatti, l'adozione di sensori, radar e LiDAR renderà le auto talmente sicure da rendere superflui componenti pesanti pensate per ridurre gli effetti di un incidente. In questo modo, le auto saranno più leggere e quindi più efficienti e meno dispendiose (anche in termini di CO2 emessa) da produrre.

Il suo stile e le sue tecnologie sono già state prese d'ispirazione dalla citata Volvo EX90 ed è probabile che tante delle soluzioni qui presenti saranno riprese da modelli futuri.

La Recharge mantiene intatti, comunque, la filosofia stilistica di Volvo, col classico scudo sulla calandra e i fari LED (animati) a forma di Martello di Thor. Ci sono poi le ruote con cerchi carenati e pneumatici Pirelli ecosostenibili costituiti al 94% da materiali riciclati.

La forma del concept è definita anche dall'architettura a skateboard, col pianale piatto che integra strutturalmente le batterie sviluppate in collaborazione con Northvolt. Batterie che saranno un aspetto fondamentale nella strategia del brand, con Volvo che punta ad aumentare del 50% la densità energetica delle celle entro il 2030. Cosa significa? 1.000 km di autonomia reale. 

Volvo Concept Recharge al Volvo Studio di Milano

Volvo Concept Recharge al Volvo Studio di Milano

E si arriva ai sistemi di guida assistita. La componentistica è stata fornita da Luminar, mentre il software di guida autonoma di livello 3 è stato sviluppato con Zenseact. In concreto, ci sono sensori, radar, telecamere e un LIDAR, una sorta di "occhio" che scruta la strada in un'orizzonte di 250 metri inviando dati a una delle sole due centraline.

Sì, perché invece del centinaio di centraline e dei circa 700 metri di cavi, Volvo ha ridotto al massimo l'architettura elettronica con soli due moduli: uno si occupa degli ADAS e l'altro dei sistemi di bordo.

Volvo Concept Recharge al Volvo Studio di Milano

Gli interni della Volvo Concept Recharge

L'abitacolo integra ecosostenibilità (ci sono rivestimenti in fibre naturali e tessuti con lana svedese ottenuta da allevamenti "responsabili") e tecnologia. 

La configurazione della plancia è la stessa di EX90 e Polestar 3, con l'infotainment da 14,5" e il quadro strumenti orizzontale. Sotto c'è il primo sistema operativo di Volvo, il VolvoCars.OS (sviluppato insieme a Google), i chi Snapdragon della Qualcomm e il motore grafico Unreal Engine usato anche nei videogame.

Insomma, se un domani vedrete una di queste soluzioni su una Volvo, ricordatevi che la prima a equipaggiarle è stata questa Recharge.

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