Elettrificazione e guida autonoma sono i due principi cardine attorno ai quali ruotano buona parte delle strategie future dei brand. Se dal punto di vista delle motorizzazioni i Paesi si sono già mossi intervenendo con “date di scadenza” per i propulsori termici e prevedendo incentivi per le EV, sul tema della guida assistita (o completamente automatizzata) resta ancora grande incertezza.

E questo è un grande paradosso, perché se da un lato la riduzione delle emissioni è una discussione sempre più d’attualità, dall’altro non è possibile temporeggiare e ritardare l’adozione di sistemi di sicurezza salvavita. Le Case sono già pronte, ma i sistemi legislativi faticano a evolversi e a stare al passo coi tempi. E allora che si fa?

La situazione

La guida autonoma e le sue implicazioni sulla società sono state uno dei principali punti toccati dal professor Enrico Al Mureden (docente di Product Safety, Product Liability and Automotive nella Motorvehicle University Emilia-Romagna a Modena e Reggio Emilia) durante l’evento di presentazione della Volvo Concept Recharge a Milano.

I passi in avanti fatti negli ultimi anni, come l’obbligo di dotazione di determinati ADAS sulle nuove vetture e l’adozione della scatola nera per tutti i nuovi modelli dal 2024, non sono sufficienti. Per prepararsi veramente all’arrivo dei sistemi di guida autonoma di livello 3 (per ora) occorre rivedere l’intero contesto.

Il professore Enrico Al Mureden durante l'evento Volvo

Questi sistemi – lo ricordiamo – consentono al guidatore di togliere le mani dal volante in determinate situazioni (fino a 130 km/h), anche se l’auto può richiedere il suo intervento in alcune situazioni particolarmente complesse. Alcuni modelli di nuova generazione (la Volvo EX90 o la Mercedes Classe S, per esempio) hanno già una dotazione così avanzata, ma in Europa manca un’applicazione normativa chiara. Di chi è la responsabilità in caso d’incidente?

Come rilevato da Il Sole 24 Ore, in Italia sarebbe necessaria una riforma del Codice della Strada per capire bene il da farsi nei casi più critici e, come spesso succede in queste situazioni, saranno necessari anni affinché questo accada davvero.

E lo stesso riguarda tanti altri Paesi del mondo, con la sola California che – per il momento – sembra essere più avanti degli altri. Qui le auto di livello 3 sono permesse senza limitazioni, anche se in caso di sinistro risponde sempre il guidatore.

Cambiare il sistema

Prima di arrivare a definire le responsabilità, però, è possibile fare altri passi in avanti. Secondo Al Mureden è necessario cambiare l’intero contesto, dalle assicurazioni al rapporto tra le Case e i clienti:

"Occorre creare un sistema di incentivi per chi acquista auto più sicure (non solo meno inquinanti quindi, ndr) o comunque dotate di determinati dispositivi di sicurezza.

Ciò potrebbe prendere la forma di uno sconto sull’assicurazione (un po’ come succede se si decide di equipaggiare la scatola nera sui modelli meno recenti) o di un bonus statale, ma alla base ci sarebbe comunque l’idea di “premiare” chi prende una scelta virtuosa per la sua sicurezza e per quella degli altri".

Volvo EX90

Il LiDAR della Volvo EX90: si tratta di un "occhio" capace di riconoscere persone e oggetti fino a 250 metri di fronte all'auto

Bisognerebbe quindi intervenire a livello normativo per spingere le compagnie assicurative a cambiare il loro approccio. Inoltre, le Case dovrebbero informare in modo più completo e semplice il potenziale cliente sulle tecnologie di sicurezza. Senza dimenticare che occorrerebbe rivedere anche i programmi scolastici per educare alla nuova mobilità e formare così dei cittadini più consapevoli.

La responsabilità delle Case auto

Sempre il professor Al Mureden spiega un concetto che potrebbe diventare pane quotidiano per i brand del futuro, soprattutto in ottica di guida autonoma di livello 4 e 5:

"Parliamo di Market Enterprise Responsibility. Con auto sempre più sicure e con un numero di incidenti ridotto, infatti, potrebbe venire meno il concetto di assicurazione per come lo conosciamo oggi".

Ad “assicurare” i clienti sulla validità e sulla sicurezza della propria auto potrebbero essere direttamente i brand con la creazione di un fondo da destinare alle poche vittime (o feriti) di un sinistro. Un sistema che è in parte già realtà con Mercedes, che ha dichiarato di prendersi la responsabilità legale per gli incidenti avvenuti quando il Drive Pilot (il complesso di dispositivi di guida autonoma di livello 3 del marchio) è attivo.

Ciò darebbe un ulteriore incentivo alle Case per produrre auto sempre più sicure e per rafforzare il legame di fiducia coi clienti (in questo articolo potete saperne di più sulle Mercedes Classe S e EQS che possono guidare da sole in America).

I sistemi di guida autonoma di Mercedes-Benz

I sistemi di guida autonoma di Mercedes-Benz

In definitiva, le Case si sono attrezzate al futuro, mentre i legislatori appaiono decisamente più indietro sotto tanti punti di vista.

Non resta che togliere il cruise control e correre per recuperare il terreno perduto. Anche perché, al netto dei processi di elettrificazione, la guida autonoma avrà un impatto diretto sulle vite di milioni di persone. Giusto per dare un’idea, l’adozione di sistemi di livello 4 e 5 potrebbe ridurre gli incidenti del 90% (indagine della McKinsey & Company). Insomma, non si può più aspettare.