Fumata grigia dopo l’ultimo incontro con il Governo, ma una buona notizia c’è: lo sciopero dei benzinai è ridotto a 24 ore. “I distributori quindi riapriranno già da questa sera”, scrivono le associazioni Fegica e Figisc/Anisa, allineandosi alla posizione di Faib, sindacato che già ieri sera aveva deciso di dimezzare i giorni di protesta.
“Lo revochiamo a favore dei cittadini – specificano –, eliminando ogni possibile ulteriore disagio, a questo punto del tutto inutile”. Il perché lo spiegano le stesse Fegica e Figisc/Anisa: il faccia a faccia “ha confermato il persistere di molte criticità” sul decreto Trasparenza.
Cos’è il decreto Trasparenza
Si tratta – ricordiamo – del provvedimento (non definitivo) con cui l’esecutivo chiede ai gestori di pubblicare il prezzo medio regionale dei carburanti, che verrà mostrato anche su un’app gratuita ministeriale ancora da sviluppare. Sull’applicazione sarà visibile pure il prezzo praticato da ciascun distributore nel perimetro desiderato.
Sono poi previste multe fino a 800 euro per chi omette di comunicare i dati al ministero. Obbligo che, comunque, non sarà più giornaliero, ma settimanale. L’obiettivo del testo, come dice il nome, è la trasparenza dei prezzi di benzina e diesel, tornati sotto la lente dopo il mancato rinnovo del taglia-accise, insieme alle indagini dell’Antitrust su sospette speculazioni, comunque non corroborate dai dati.

Solo 24 ore
Con il Parlamento al lavoro sulla legge di conversione del decreto, benzinai ed esecutivo hanno cercato finora di venirsi incontro con una serie di tavoli, ma senza successo. Ecco perché i sindacati avevano proclamato due giorni di sciopero. Adesso, però, la parziale retromarcia:
“Le proposte emendative avanzate dal Governo al suo stesso decreto – è la versione di Fegica e Figisc/Anisa – non rimuovono l’intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori. Appare ormai chiaro che ogni tentativo di consigliare al Governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto.
Per questa ragione anche insistere nel proseguire nell’azione di sciopero, utilizzata per ottenere ascolto dal Governo, non ha più alcuna ragione di essere. Tanto più che uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto.
Il confronto a questo punto si sposta in Parlamento dove i benzinai hanno già avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il testo del decreto cosiddetto trasparenza raccolga in sede di conversione le necessarie modifiche”.