A distanza di mesi, non si spengono le polemiche contro lo stop alle auto a benzina e diesel in Europa dal 2035. Dopo quello normativo con Bruxelles e Strasburgo, adesso si apre forse un secondo round fra Istituzioni dell’Ue e Stati scettici, da combattere in tribunale.

È la Polonia ad annunciare le prossime mosse. E lo fa per bocca di Anna Moskwa, ministra del Clima di Varsavia, che tuona: “Non siamo d’accordo con questo e altri documenti del pacchetto Fit for 55. Ci rivolgeremo alla Corte di giustizia dell’Unione europea e speriamo che altri Paesi si uniscano a noi”.

Questione di giorni

Passando ai fatti, l’agenzia Reuters scrive che una “mozione” potrebbe essere presentata già “nei prossimi giorni”. Il Governo di Varsavia conferma così tutti i suoi dubbi sul bando ai carburanti tradizionali, da sostituire con auto elettriche, a idrogeno ed e-fuel.

Un fronte che – oltre alla Polonia – ha visto anche Romania, Germania e Italia opporsi alle politiche di Bruxelles e al cosiddetto “tutto elettrico” dal 2035. A spuntarla, alla fine, sembra essere solo Berlino, con l’apertura della Commissione europea agli e-fuel, un carburante considerato neutro dal punto di vista climatico (ma non da quello ambientale).

e-fuel

E-fuel

Irritata Berlino

L’accordo prevede che l’esecutivo Ue presenti una proposta di deroga al divieto di vendere motori a combustione interna, permettendo l’uso dei carburanti sintetici. Ma il ministro tedesco Volker Wissing protesta perché Bruxelles non avrebbe ancora rispettato il patto.

“La dichiarazione della Commissione e i passaggi successivi erano un prerequisito obbligatorio per l’approvazione da parte della Germania della revisione del regolamento”, scrive il responsabile dei Trasporti in una lettera pubblicata dalla Faz.

“Ferma fiducia negli impegni pubblici della Commissione, mi aspetto che i passi annunciati vengano attuati di conseguenza in modo tempestivo”.

Da Bruxelles fanno sapere che il testo, atteso per il 4 maggio, ha poi tardato ad arrivare a causa di problemi tecnici. L’idea è di essere pronti entro l’estate.

E l’Italia?

Sicuramente scontento è invece il Governo di Giorgia Meloni, che chiedeva – e continua a chiedere – spazio anche per i biofuel: un tipo di carburante su cui punta l’italiana Eni e che, però, non ha ancora dimostrato di essere a zero emissioni di gas serra.

Intanto, il nostro Paese tenta ancora la via della soluzione multitecnologica, con il ministro Gilberto Pichetto Fratin, responsabile dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che scommette sugli e-fuel con i fondi del Pnrr destinati all’idrogeno, uno degli ingredienti nella ricetta dei carburanti sintetici. In campo ci sono “quasi 4 miliardi di euro”.