I mutati equilibri del mercato automobilistico, influenzati dalla transizione energetica, stanno portando alla nascita di moltissimi nuovi stabilimenti un po' in tutto il mondo. Tuttavia, in mezzo ai numerosi impianti che sorgono, ce ne sono anche alcuni che per varie vicende si vedono costretti a chiudere, e che soltanto in qualche caso riescono a salvarsi grazie a interventi delle amministrazioni locali o a nuovi piani industriali.
Uno di questi è lo stabilimento Chrysler, oggi Stellantis, di Belvidere, nello stato dell'Illinois (USA), per molti anni fabbrica dei modelli Dodge e Jeep, che oggi annuncia la riapertura, dopo una chiusura per fortuna breve, per accogliere un nuovo modello del marchio Ram.
Dalle berline a Jeep e pick-up
L'impianto di Belvidere nasce tra il 1964 e il 1965 e sforna la prima vettura il 7 luglio 1965. La sua produzione fino al 1977 comprende modelli Plymouth e Dodge a due e quattro porte, station wagon e anche modelli Chrysler, mentre dal 1978 al 1987 si dedica a Plymouth Horizon e Dodge Omni.
Nel 1987, lo stabilimento viene sottoposto a un aggiornamento da oltre 360 milioni di dollari per produrre la Chrysler New Yorker e altri modelli di taglia full size a quattro porte e trazione anteriore. Due anni e altri 72 milioni di dollari dopo arriva la gamma 1990 che include Chrysler Imperial e New Yorker.
La produzione di Jeep Patriot a Belvidere, Illinois
Nel 1994, lo stabilimento si converte per modelli compatti come le Plymouth e Dodge Neon. che terminata nel settembre 2005. Arrivano poi Dodge Caliber, sulla cui piattaforma vengono sviluppati anche Jeep Compass e Patriot, introdotti tra il 2005 e il 2006 e usciti di scena nel 2016.
Nel 2009, in seguito alla bancarotta di Chrysler, il sito subisce un primo arresto della produzione, che crolla da oltre 260.000 unità l'anno a poco più di 84.000 e una riduzione del personale, arrivato a superare le 4.000 addetti già nel 1985.
La fabbrica Stellantis di Belvidere, Illinois
La prima rinascita
Nell'ottobre 2010, in seguIto alla nascita di FCA Fiat-Chrysler, arriva un investimento di 600 milioni di dollari per sostenere la produzione dei futuri modelli dal 2012 che include la costruzione di una carrozzeria di quasi 60.000 metri quadrati, nonché l'installazione di nuovi macchinari e attrezzature.
La forza lavoro cresce di 1.800 posti per la produzione della nuovissima Dodge Dart organizzata con tre squadre che lavorano quattro giorni su due turni per 120 ore di produzione a settimana, ma anche questa si conclude nel 2016.
L'assemblaggio di Jeep Cherokee a Belvidere
Il 14 luglio 2016 FCA annuncia un investimento di 350 milioni di dollari nella Belvidere Assembly per produrre la Jeep Cherokee, spostata dal sito di Toledo, Ohio, e organizzata su due turni dal 1 giugno 2017, che prosegue fino al dicembre 2022 quando Stellantis, il gruppo nato nel frattempo dalla fusione di FCA e PSA, annunciato di aver deciso la "chiusura a tempo indeterminato" dell'impianto di Belvidere dal 28 febbraio 2023.
Ram e le batterie
Il sito di Belvidere diventa oggetto di lotte sindacali che sfociano nello nello sciopero della United Auto Workers del 2023, fino al negoziato annunciato il 28 ottobre 2023 che prevede la riapertura dello stabilimento all'inizio del 2025 con la produzione di un nuovo modello medio del marchio Ram, e la possibilità di aggiungere un impianto per la produzione di batterie per veicoli elettrici che dovrebbe creare 1.100 nuovi posti di lavoro.
La scheda di Belvidere, Illinois
Inaugurazione | 1965 |
Proprietà | Stellantis |
Collocazione | Belvidere, Illinois, Stati Uniti |
Superficie complessiva | 1.133.000 metri quadri di cui oltre 460.000 di strutture |
Dipendenti impiegati | oltre 1.200 (fine 2022) |
Capacità produttiva | oltre 250.000 veicoli l'anno |
Altre attività | Impianto di stampaggio |
Modelli attualmente prodotti | - |
Modelli storici più importanti prodotti | Dodge Omni, Charger, Polara, Neon, Dart, Caliber, Chrysler Imperial e New Yorker, Plymouth Horizon, Fury e Neon, Jeep Compass, Patriot e Cherokee |
Modelli di prossima produzione | Ram pick-up (da definire) |