DS è in grande fermento. A Ginevra ha debuttato la DS5 del nuovo corso, quello che prevede la separazione dal marchio Citroën e, pochi mesi dopo l'ultimo lieve restyling, per la DS3 è di nuovo tempo di aggiornamenti; questa volta, però, più di sostanza. Il primo e più importante riguarda il cambio automatico EAT6 con convertitore di coppia accoppiato al motore a benzina 1.2 PureTech a tre cilindri da 110 CV. Un passo avanti, anzi diversi passi avanti rispetto al robotizzato ETG, che rimane in listino in abbinamento al motore PureTech da 82 CV, mentre non sarà più disponibile con il diesel. Chi vuole una DS3 automatica, in sostanza, la deve prendere per forza a benzina. Altre modifiche interessano l'identificazione del modello sul portellone, l'infotainment dotato ora di uno schermo touch e, di conseguenza, l'ergonomia dei comandi sulla plancia. La DS3 PureTech 110 EAT6 è già in vendita a circa 20.750 euro in versione So Chic e a circa 22.350 euro per la top di gamma Sport Chic.

 

Citroën sparisce dal portellone, rimane nel frontale

 

Se la DS5 ha abbandonato definitivamente il Double Chevron, la DS3 è sulla buona strada: sul muso resiste ancora, mentre sul portellone non c'è più la scritta Citroën, che prima era posizionata sotto il logo DS. Altra novità: sulla scoperta c'è ora la dicitura cabrio a sinistra, mentre a destra, indipendentemente dalla carrozzeria, campeggiano i tre caratteri DS3. Per il resto, altre differenze visibili a occhio nudo non ce ne sono, se non dentro, dove spiccano la nuova leva del cambio e la plancia "ripulita" dai pulsantini che servivano a comandare il sistema di infotainment: ne guadagnano il look, ma soprattutto l'immediatezza d'uso. Peccato solo che l'elettronica non sia rapidissima nell'eleaborazione dei comandi. Inoltre, per un marchio che vuole diventare premium, la griglia della leva del cambio in stile anni Novanta stona un po'. Stiamo parlando di dettagli, ok, ma sono proprio questi a fare la differenza.

 

Innesti morbidi, motore generoso ma un po' ruvido

 

Avete presente il vecchio cambio robotizzato e il suo funzionamento "a elastico"? Dimenticatelo. Questo EAT6 è il classico tassello mancante che finalmente è andato al proprio posto, su una vettura che nel mirino ha l'Audi A1 e la MINI. Fluidissimo nei passaggi di rapporto, è anche abbastanza rapido: certo, se si pretendono cambiate sportive si è fuori strada. La DS3 PureTech 110 non è e non vuole essere cattiva; il suo obiettivo è quello di offrire sì una guida brillante (per i più tranquilli c'è la 82 CV), ma non esasperata. Lo dimostra anche la risposta dell'EAT6 in modalità manuale sequenziale: c'è sempre un ritardo - accettabilissimo - fra il movimento della leva e l'esecuzione del comando. A non convincere pienamente, piuttosto, è il comportamento del 3 cilindri al minimo: quando ci si ferma al semaforo, per esempio, trasmette qualche vibrazione di troppo alla scocca. Un fenomeno che non ho riscontrato con il cambio manuale, ma che qui è abbastanza evidente, dal momento che il convertitore tiene sempre in collegamento motore e trasmissione, quando la leva è in D. Per il resto, la DS3 conferma il buon compromesso fra comfort e dinamismo dell'assetto, che non è mai troppo rigido sul pavé, ma contiene a dovere il rollio in curva. Lo sterzo? E' abbastanza rapido. Molto buono, infine, il consumo medio: il trip computer ha indicato 6,9 l/100 km in un percorso misto urbano ed extraurbano, dove il primo si è svolto in una Parigi paralizzata dai preparativi per i festeggiamenti dell'8 maggio, festa di commemorazione della fine della Seconda Guerra Mondiale in Francia.

Fotogallery: Citroen DS3 restyling, una questione di fari