C"è chi produce "anche" SUV e chi, invece, produce solo quelli. Certo, accostare le parole sport utility ad un brand come Land Rover fa ancora storcere il naso a molti, ma è un dato di fatto che la Casa inglese, ormai da decadi, proponga anche mezzi meno "rustici", diciamo così, e più adatti ad un uso trasversale.
La Discovery Sport ha ereditato questo spazio in gamma dalla Freelander e rappresenta, oggi, il modello d"accesso alla line up britannica. È stata rinnovata dalla base (non si direbbe, ma persino la piattaforma è nuova) ed è per questo che, dopo 5 anni dal lancio, riscopriamo #PerchéComprarla e perché no.
Pregi e difetti
Se l"impostazione generale - ovviamente - è rimasta la stessa, uno sguardo dritto negli "occhi" della Discovery Sport 2020 fa capire che ci si trova davanti al modello rinnovato. Se prima la struttura interna era di tipo circolare, ora è squadrata e molto più simile a quella della Discovery "full size". Idem per la fanaleria al posteriore o, ancora, per le prese d"aria davanti, che sono più sottili e perpendicolari al terreno. In poche parole, il carattere è più deciso.

Non cambia lo spazio, che è tanto per cinque, mentre i due occupanti della terza fila, che è optional, stanno comodi solo se alti meno di 1 metro e 60. Il bagagliaio, in configurazione standard, supera i 540 litri e si rivela pratico e ben rifinito. Nota di merito anche al posto centrale del divano (che è scorrevole): sagomatura e tunnel assente lo rendono adatto anche ai viaggi abbastanza lunghi.

La plancia è tutta nuova: lo schermo superiore ora ha una diagonale di 10" e, sotto, ci sono dei rotori multifunzionali le cui informazioni cambiano in base all"azione. Non c"è più il selettore del cambio a scomparsa, che lascia spazio ad una leva tradizionale, e resta molto buona la quantità di portaoggetti.
Il sistema di infotelematica svolge egregiamente il suo lavoro e, anzi, comprende tantissime funzioni intelligenti come la rete wifi o il controllo da remoto, o ancora le informazioni sul fuori strada. Il computer di bordo, invece, non ci è piaciuto: è macchinoso nel funzionamento, poco intuitivo e fa distrarre.

Da migliorare, perlomeno sull"esemplare che abbiamo provato, è il livello di assemblaggio di alcune componenti: la console centrale, specie quando il terreno è irregolare oppure il ginocchio destro sbatte lateralmente, produce fastidiosi scricchiolii.
Comoda sopra ogni cosa. La Discovery Sport si conferma un"instancabile viaggiatrice: la taratura di tutti i comandi, specie assetto e sterzo, massimizzano il comfort e riescono a filtrare ogni tipo di asperità regalando agli occupanti una sensazione di relax anche dopo tante ore. A questo contribuiscono anche i sedili e l"insonorizzazione curata.

Se il ritmo sale, la Discovery Sport mostra invece un po" di debolezza nel gestire le inerzie e il suo baricentro rialzato. In questo senso, uno sterzo sì preciso ma non diretto aiuta a evitare che il rollìo risulti ancora più marcato. Il 2.0 4 cilindri mild-hybrid della nostra prova eroga 200 CV e ha un comportamento vigoroso ma regolare e non brutale nell"erogazione, a meno che il cambio automatico a 9 marce della ZF non venga impostato su "sport": in questo caso, la grinta non manca.
Quanto costa
L"allestimento base con il 2.0 turbodiesel da 150 CV con cambio manuale e trazione anteriore parte da 39.000 euro circa. Stessa potenza, ma con modulo ibrido mild e cambio automatico costa invece circa 44.000 euro. Con 180 CV si sale a quota 46.000 euro.
La più potente da 240 CV costa 50.000 euro mentre, parlando di benzina, sono due gli step di potenza, il 200 CV di questa prova e il 249 CV, rispettivamente da circa 45.000 e 50.000 euro.
Land Rover Discovery Sport